Tempo fa, anche il popolo nomade aveva il loro Re.
A quell’epoca gli zingari avevano anche costruito una chiesa di pietre, mentre i serbi ne avevano una di formaggio.
Un giorno un serbo andò da uno zingaro e disse:
“Ascolta fratello, vogliamo fare uno scambio? Noi Vi daremmo la nostra chiesa di formaggio, se voi ci dareste la vostra di pietra.”
Lo zingaro guardò con attenzione la chiesa di formaggio e disse:
“Senti, gaggio, come faccio a darti la nostra chiesa di pietra e prendere la vostra di formaggio?”
Ma il serbo insistette: “Dimmi, quanto vuoi per la tua chiesa?”
Non appena intuì che si parlava di soldi, lo zingaro mutò idea e volle trattare la cessione.
Dopo un lungo tira e molla, si accordarono per trenta dinari da pagare in futuro.
Così, la chiesa di formaggio passò agli zingari e quella in pietra di proprietà dei serbi.
Entrati nella chiesa, gli zingari si guardarono intorno, e uno di loro prese un pezzetto di formaggio e lo portò alla bocca per mangiarlo.
Quando gli altri si accorsero di ciò che stava accadendo, volevano ucciderlo, ma lo zingaro, ancora col pezzetto di formaggio in bocca, li fermò dicendo: “Volevo soltanto provare il gusto che ha.”
Poi, ne prese un altro pezzo, più grande, e lo divise con gli altri.
Percepito il buon sapore del formaggio, tutti cominciarono a staccarne pezzi dalle pareti e in breve tempo, mangiarono tutta la chiesa!
Consumata la chiesa, gli zingari non avevano più un posto dove andare a pregare.
Allora, ritornarono dai serbi per esigere il restante della somma pattuita in dinari, per lo scambio delle chiese.
I serbi, in quel momento non avevano alcuna disponibilità, e preoccupati, pensarono al da farsi e proposero ai rom: “Ascoltateci, non abbiamo più soldi per onorare il debito, però se volete, potete frequentare la nostra chiesa fino a quando non vi pagheremo la differenza.”
Ancora oggi, i serbi non hanno pagato quella differenza e non sono in grado di pagarla; ed è per questo motivo che gli zingari frequentano la chiesa serba.
E per lo stesso motivo, le zingare oggi vanno, di porta in porta, a mendicare.