Dea Cobra
Da antichi documenti egiziani si sa che l'immagine di un cobra era geroglifico che indicava la parola Dea, e che il cobra era conosciuto come l'Occhio, uzait, un simbolo di veggenza mistica e di saggezza. In Egitto, nome del Cobra sacro era Ureo, antichissimo simbolo della regalità , raffigurato eretto sulla fronte dei faraoni e gli dei solari Ra, Atum, di cui era considerato figlio. Veniva rappresentato nel copricapo dei faraoni per proteggerli dai possibili nemici stante le sue potenzialità benefiche.
Cobra - simbologia e significato
L'ureo è protagonista di diversi miti egizi: rappresentava l'occhio del sole mentre andava alla ricerca dei suoi figli Sciu e Tefnut, persi nell'oceano primordiale; era la dea leonessa Tefnut, figlia di Ra, fuggita in Nuiba per sterminare gli essere viventi, finchè il padre non la convinse a tornare presso di lui e se la pose sulla fronte. Sovente identificato con la dea Uto, l'ureo poteva essere, in effetti, una manifestazione di quai tutte le divinità femminili, per i nomi delle quali, in geroglifico, fungeva da determinativo.
Simbolo di potenza, "fuoco distruttore", l'ureo era pericoloso anche per per chi lo portava sul fronte, come il faraone, che doveva quindi placarlo con fumigrazioni di incenso e con inni. L'ureo poteva essere anche doppio (come sulla fronte delle statue dei faraoni della XXV dinastia etiopica, 747-656 a.C.), oppure molteplice, come gli urei che, nelle "guide dell'aldilà " trainavano la barca solare o sorvegliavano le porte dell'Oltretomba.
In Pompei, alla Casa degli amorini dorati, oltre al larario (edicola) in muratura per il culto tradizionale, nel peristilio ve n'è anche uno dipinto raffigurante divinità egiziane: Anubi, con testa di sciacallo, dio dei morti; Arpocrate, dio bambino, figlio di Iside e Osiride, Iside e Serapide, dio guaritore. Acconto sono oggetti del culto di Iside custoditi appunto dal sacro cobra(ureaeus), in basso i serpenti agathademoni, numi benefici.
Dal libro "Culti misteriosi ed orientali a Pompei" di Antonio Virgili
Â