Festa degli dei in Ægir - leggenda nordica
Poiché sovrano del mare, il potente e terribile gigante Ægir, era stato una volta invitato alla festa da Odino e dagli Assi, gli stessi chiesero a lui di ricambiare.
La data della festa era stabilita, ma Ægir non si preparava minimamente per la festa. Thor chiese allora al gigante se aveva mantenuto la parola e se gli Assi erano stati trattati bene.
- Il problema è che io non ho una grande pentola, così non posso scaldare il miele per tanti ospiti – rispose il gigante.
Ma gli Assi sapevano che il gigante Hyumira aveva una pentola tanto profonda, di qualche chilometro, perciò Thor si offrì di andare da lui e convincerlo a prestargli la pentola.
Thor per un intera giornata vagabondò verso est fino a raggiungere il paese del gigante sulla riva del mare orientale e si fermò davanti alla casa di Hyumira, slegò le sue capre, le portò nella stalla, ed entrò in casa. Hyumir era a caccia e Thor in casa trovò sua moglie, un terribile mostro con novecento teste. La moglie salutò Thor, gli diede il benvenuto e sapendo che Hyumir non era molto socievole con gli ospiti, lo nascose dietro una colonna di giaccio.
Hyumir tornò a casa a tarda sera, coperto dalla neve e dal giaccio. Fu affettuosamente accolto da sua moglie, che dolcemente gli parlò dell’ospite , Thor era ancora nascosto dietro una colonna enorme di ghiaccio, e la testa gli toccava il soffitto. Hyumir fissò quel pilastro di ghiaccio, e con quel suo profondo sguardo il ghiaccio si ruppe e la colonna si frantumò in mille pezzi, in modo che Thor si trovò faccia a faccia con il gigante. Hyumir guardò Thor e il suo martello, che stringeva forte tra le mani e lo invitò al tavolo. Nel corso della cena Thor aveva mangiato un paio di tori e aveva bevuto un intero barile di miele.
La mattina dopo il gigante chiese a Thor di andare a pesca. Thor accettò l’invito e andarono al mare. Ben presto, presero due orche. Ed al ritorno a casa, Thor portò i pesci, e la barca sulle spalle.
Poi Thor iniziò a chiedere a Hyumira se poteva dare in prestito agli Assi la sua pentola , ma il gigante non rispose e si mise a ridere pensando che Thor non avrebbe potuto sollevare la pentola, dicendogli che prima avrebbe dovuto rompere la coppa dove il gigante beveva la birra durante le feste. Anche Thor si mise a ridere e poi con tutta la sua forza gettò la coppa su un pilastro di ghiaccio, il ghiaccio si frantumò in tanti pezzi, ma la coppa rimase intatta, e ritornò nelle mani del gigante. Allora Thor preso dalla furia gettò la coppa in testa al gigante, la coppa prima fece un suono, e poi cadde a terra e si frantumò in mille pezzi. Così Thor poté prendere la pentola enorme del gigante, la caricò sulla schiena e la portò via con se.
Ægir ricevuta la pentola di Navariya, invitò tutti gli Assi al banchetto. Gli ospiti si riunirono: Odino, con la moglie Frigg, Sif la moglie di Thor, ma Thor tuttavia non era presente poiché egli non era ancora ritornato dal suo nuovo viaggio dall’ est, e poi Braga, figlio di Odino, con la moglie, Iduna, ed era venuto anche il guerriero coraggioso Tyr. Erano venuti anche altri assi, tra i quali lo scaltro Loki.
I servitori di Ægir erano eccellenti. Uno si chiamava Fimafeng – abile cacciatore e l’altro - Eldir - cuoco.
Quando gli dèi presero posto, nel palazzo splendente coperto di oro, trovarono la birra già pronta sul tavolo.
Il palazzo di Ægir era grande e spazioso. Gli ospiti in continuazione si complimentavano per servizio e la festa. Loki si sentiva annoiato e infastidito, non riuscì a trattenersi e uccise il servo di Ægir - Fimafeng.
Tutti gli Assi si alzarono dai loro posti con un terribile grido. Loki corse fuori dal palazzo, e gli ospiti gli corsero dietro, lo inseguirono fino a quando non scomparve nel bosco. Gli Assi ritornarono indietro Ægir e continuarono la festa. Loki, quando non sentì più le grida, uscì fuori dal bosco e cautamente tornò nel cortile. Nel cortile, incontrò un altro servo di Ægir, Eldir, e iniziò una conversazione con lui.
- Senti, Eldir prima di procedere, dimmi cosa stai facendo ora in occasione della festa degli Assi? – gli domandò Loki.
- La gente parla di queste battaglie e della gloria, ma nessuno degli Assi ti menziona e dice qualche bella parola su di te - rispose Eldir.
- Lasciatemi nella sala di Ægir per poter guardare loro, io mi vergogno degli Assi, sembrano inebriati di birra e di miele.
- Ma ricordati, Loki, - lo avvertì Eldir - che la tua cattiveria non ti porterà niente di buono.
- E tu Eldir ricordati, se ci mettiamo a discutere, l'ultima parola sarà sempre mia!
Detto questo, Loki andò in sala. E quando gli ospiti lo videro in sala, tornato da loro, improvvisamente calò il silenzio in sala.
Interrompendo il silenzio Loki gli disse:
- Sto morendo di sete, ho fatto un lungo viaggio per venire qui e ora chiedo a voi dei: Non volete offrirmi questo miele meraviglioso? Come mai siete cosi silenziosi, siete Voi gli dei? Non volete rispondermi? Mostratemi il mio posto in sala altrimenti ditemi di andare via.
Bragi gli rispose:
- Nessuno degli dei ti mostrerà il posto in questa sala. Gli dèi stessi sanno benissimo a chi fare posto al loro tavolo.
- E tu Odino pensi la stessa cosa? - Loki alzò la voce. - Eppure, ti sei dimenticato della fratellanza che abbiamo fatto con il nostro sangue e di quando hai giurato di non toccare con le labbra una bevanda, a meno che non fosse consegnata a tutti due.
Poi Odino disse:
- Vidar lascia il posto a Loki, non è necessario che noi ora nelle sale di Ægir, ascoltiamo le sue assurde bestemmie.
Vidar si alzò e consegnò il corno a Loki.
- Onore e grazie a Voi, dei e dee! Onore e grazie a tutti, ma Braga! - Gridò Loki, prendendo il corno.
- Sono felice e avrei dato il mio cavallo, la spada, e il mio prezioso anello, solo per liberare tutti noi dai tuoi discorsi velenosi! - rispose Braga.
- Tu non hai mai avuto nessun cavallo, nessun anello! - Loki rise. - Tu saresti il primo di tutti gli assi che avrebbero potuto scappare via, avendo paura delle frecce e delle lance nemiche.
Braga disse allora:
- Se non fossimo stati nella casa di Ægir ti avrei tagliato la testa!
- E’ facile parlare! Bisogna vederti all’opera! – Loki non smise di provocare.
- Braga, non ascoltare le parole offensive di Loki siamo ad un banchetto a Ægir! – intervenne Idunn la moglie di Braga .
Ma Loki consigliò a Idunn di non mischiarsi e attaccò anche lei. Allora Odino si alzò in piedi e gridò:
- Ti stai comportando da stupido Loki, stai attaccando gli Assi senza un motivo.
- Stai zitto, Odino! Tu stesso, non sei capace di risolvere una sola battaglia: non sta a te fosse far vincere i più deboli? Sul tuo conto non dicono forse che vai sulla strada con streghe e i maghi, spaventando la gente.
Entrò in discussione Frigg, ma Loki continuò ad essere offensivo. Poi si alzò dalla sua sedia Njord:
- Potrebbe anche essere che qualcuno aveva parlato di noi nel male e nel bene. E' strano vedere solo ciò che uno solo dagli Assi si comporta in modo indegno!
Loki non finiva di offendere. Tutti gli Assi, indignati per il comportamento di Loki, si alzarono in piedi contro di lui, ma Loki per ciascuno di essi aveva una risposta. Sola la moglie di Thor, Sif, non era entrata in discussione con loro finché Loki non iniziò a sgridarla. Ci fu rumore e fracasso nelle sale. Thor tornato dal suo viaggio nell’est. Aveva sentito Loki, che sgridava a Sif, e si arrabbiò terribilmente.
- Zitto, figlio di puttana, - gridò, - vuoi che il mio martello ti chiuda la bocca! Ti dovevo abbandonare a est, quando avresti potuto morire!
- Non ti ricordi i nostri viaggi in Oriente! Dopo aver avuto la possibilità di rifugiarsi ti sei messo i guanti sulle dita e ti sei messo tranquillamente dormire per tutta la notte.
Thor si arrabbiò ancora di più:
- Zitto, figlio di puttana, ma tu vuoi veramente che mio martello ti fa chiudere quella tua bocca maliziosa per sempre! Nessuna delle ossa è mai sopravvissuto ad un primo colpo è alla mia destra!
- Non ho paura delle tue minacce e del tuo martello, e ho ancora intenzione di vivere. Eri quasi morto di fame, perché non avevi abbastanza forza di vincere il grande Skryumira.
- Zitto farabutto!
- Nessuno dagli Assi era riuscito a farmi stare zitto, solo tu li hai conquistati. E tu ci hai trattato bene, Ægir! Ma voglio che le fiamme divorino sia te che la tua casa!