In memoria ad Antonio Gelsomino
Sunday, December 22, 2024

Raja Yoga - Primi passi

RAJA YOGA - I PRIMI PASSI 

Il Râja-Yoga è diviso in otto passi.  Il primo è Yama, che comprende [cinque punti fondamentali per le relazioni sociali]: non violenza, verità, non rubare, continenza, non attaccamento.  Il secondo è Niyama [che comprende altri cinque punti, relativi al comportamento personale]: pulizia e purezza, appagamento, austerità, studio, resa a Dio [e all’universo].  Quindi arriva Asana, o la posizione. Poi Pranayama, o il controllo del Prana [attraverso il respiro e adeguata disciplina]. Pratyahara, o il raccoglimento dei sensi distaccandoli dai loro oggetti. Dharana, concentrare la mente su un singolo oggetto o punto. Dhyana, o meditazione. Infine Samadhi o la super-consapevolezza.  Yama e Niyama, come vediamo, sono esercizi morali, [indicazioni per comportarsi con gli altri e nei confronti di sé stesso]. Senza [queste regole di comportamento] alla base, nessuna pratica di Yoga avrà successo. Man mano che Yama e Niyama si stabiliscono, lo Yogi comincia a realizzare i frutti della sua pratica. Senza di essi non porterà mai frutti.  Uno Yogi non deve ferire nessuno, né col pensiero, con la parola, con azioni. La compassione non deve essere solo per gli esseri umani, ma deve andare oltre e comprendere il mondo intero. [Asana, la posizione] Il passo successivo è Asana, la posizione o postura del corpo. [Si tratta di] una serie di esercizi, fisici e mentali, da praticare ogni giorno, fintanto che gli stati più elevati non sono raggiunti. È quindi necessario raggiungere la capacità di stare in una posizione a lungo.  La posizione più facile per sé deve essere la prescelta. Per praticare la meditazione una certa posizione può essere agevole per una persona, e molto difficile per un’altra. Scopriremo più avanti che durante lo studio di queste materie psicologiche una grande attività si svolge nel corpo. Correnti nervose devono essere neutralizzate e avviate presso nuovi canali. Nuove vibrazioni avranno inizio, l’intera costituzione del corpo sarà rimodellata nel frattempo. Ma la gran parte dell’attività si svolgerà lungo la colonna vertebrale, per cui una cosa indispensabile è mantenere la colonna dorsale eretta, mantenendo le tre parti - torace, collo e testa - in una linea retta [visti frontalmente. Lateralmente la spina farà la consueta curva ad “S” che abbiamo quando siamo in piedi: l’ostacolo, perché ciò avvenga, saranno la forza e la flessibilità dei muscoli. Per questo, per praticare meditazione, è utile avere una schiena forte e flessibile, e muscoli posteriori lunghi, forti e flessibili].  

Controllare il corpo per controllare la mente

Se consenti che il peso del torso sia supportato dalle costole, ottieni una naturale postura con la spina diritta. Puoi facilmente osservare che non puoi pensare bene se hai il torace incassato.  Questa parte dello Yoga è simile allo Hatha-Yoga che si occupa interamente del corpo fisico, avendo come obiettivo un corpo molto forte. Non ci riguarda in questo momento, perché le pratiche dello Hatha-Yoga possono essere molto difficili e non possono essere apprese in un giorno. Infine, tutto considerato, non portano neppure a una grande crescita spirituale. [Anche se secondo la Haha-Yoga Pradipika lo Hatha-Yoga è una utile preparazione per il Raja-Yoga.] Molte di queste pratiche possono essere trovate nel [metodo] Delsarte e altri insegnanti. [François Delsarte era un musicista francese del XIX secolo che ha sviluppato esercizi di rilassamento e respirazione adatta per musicisti, cantanti e attori] Ma l’oggetto di queste pratiche è fisico e non psicologico. Non c’è un solo muscolo del corpo su cui l’essere umano non possa stabilire un controllo perfetto. Il cuore può essere fermato e riavviato a volontà, e ogni parte dell’organismo può essere controllata in modo simile. 

Utilità e limiti dello Hatha-Yoga 

Il risultato di questa branca dello Yoga è consentire agli uomini di vivere a lungo; la salute è l’obiettivo principale dello Hatha-Yogi. Egli è determinato a non ammalarsi, e questo non succede mai. Egli vive a lungo: cento anni non sono nulla per lui; è giovane e fresco a centocinquant’anni, senza un capello grigio. Ma questo è tutto. Un albero di baniano vive fino a cinquemila anni, ma è un albero di baniano e nulla di più. Allo stesso modo, se un uomo vive a lungo, è solo un animale in buona salute.  [Va detto che] diverse cose che ci insegnano gli Hatha-Yogi sono comunque molto utili. Per esempio, molti scopriranno che un buon rimedio per il mal di testa può essere lavare il naso con acqua fredda appena alzati al mattino. Per tutta la giornata il cervello sarà fresco e tranquillo, e non si prenderanno più raffreddori. È molto facile da fare: si mette il naso in acqua, si aspira attraverso le narici e si espelle attraverso la bocca. [La tradizione dello Hatha-Yoga insegna più precisamente la pratica di Jala-Neti, lavare le due narici facendo passare acqua fredda o tiepida, leggermente salata, attraverso le narici. Si usa una specie di teiera il cui beccuccio si infila in una narice, tenendo la testa inclinata l’acqua esce dall’altra narice. Per provare, chiedere istruzioni a un insegnante esperto perché sono necessari alcuni accorgimenti e occorre tenere la testa in una posiziona particolare] [La purificazione dei nervi] Quando si è appreso a stare seduti in modo eretto, secondo alcune scuole occorre praticare la cosiddetta purificazione dei nervi. Questa parte viene respinta da alcuni che non praticano Raja-Yoga, ma siccome un’autorità così grande come il commentatore Shankaracharya la consiglia, penso che debba essere menzionata. Citerò le sue stesse indicazioni, dal commento della Shvetashvatara Upanishad:  “La mente le cui scorie sono state pulite dal Pranayama si concentra sul Brahman; qui si spiega il Pranayama. Prima i nervi devono essere purificati, quindi viene la capacità di praticare il Pranayama. Chiudendo la narice destra con il pollice, attraverso la sinistra si inspira, secondo la propria capacità. Quindi, senza intervallo, si espira attraverso la narice narice destra, chiudendo la sinistra. Di nuovo si inala attraverso la narice destra e si espira attraverso la sinistra, secondo la propria capacità. Praticando da tre a cinque volte in quattro orari del giorno - prima dell’alba; a mezzogiorno; alla sera; a mezzanotte - in quindici giorni la purificazione dei nervi è ottenuta. Quindi inizia il Pranayama”. 

Tutto dipende dalla pratica

La pratica è assolutamente necessaria. Puoi stare seduto e ascoltarmi per ore ogni giorno, ma se non pratichi, non raggiungerai lo stadio successivo. Tutto dipende  dalla pratica. Non capiamo queste cose finché non le sperimentiamo. Ascoltare spiegazioni e teorie è utile ma non è sufficiente.  [Gli ostacoli alla pratica. 1, la salute] Ci sono numerosi ostacoli alla pratica. Il primo ostacolo è un corpo dalla salute malferma. Se il corpo non è in buona salute, la pratica verrà ostacolata. Quindi dobbiamo mantenere il corpo in buona salute. Dobbiamo fare attenzione a quello che mangiamo, beviamo e facciamo. Usa la forza della mente per mantenere il corpo forte, come consiglia il “Cristianesimo Scientista”. Questo è tutto, nulla di più dal corpo. Non dobbiamo dimenticare che la salute è solo un mezzo per raggiungere un fine. Se la salute fosse l’unico fine, saremmo come animali: gli animali raramente si ammalano.   

2, il dubbio

 Il secondo ostacolo è il dubbio. Ci sentiamo sempre dubbiosi sulle cose che non possiamo vedere. L’uomo non può vivere di parole, per quanto ci provi. Così, il dubbio ci assale sia che ci sia la verità in queste cose, sia che non ci sia. Anche i migliori fra noi dubitano ogni tanto. Con la pratica, nel giro di pochi giorni, un lampo di speranza arriva, abbastanza da incoraggiarci a proseguire. Come dicono alcuni commentatori della filosofia Yoga, “Quando una prova è ottenuta, per quanto piccola, questa ci dà fede su tutto l’insegnamento l’insegnamento dello Yoga”. Per esempio, dopo i primi mesi di pratica, scoprirai di poter indovinare i pensieri di un’altra persona. Ti arrivano in forma di immagini. Oppure puoi sentire che qualcosa sta avvenendo a grande distanza, quando concentri la mente con il desiderio di ascoltare. Questi lampi arriveranno, pochi per volta inizialmente, ma abbastanza per darti fede, forza e speranza.  Per esempio, se concentri il pensiero sulla punta del naso, in pochi giorni cominci a sentire le più meravigliose fragranze, che saranno sufficienti per mostrati che certe percezioni mentali possono essere rese visibili anche senza il contatto degli oggetti fisici. Ma dobbiamo sempre ricordare che questi sono solo i mezzi: l’obiettivo, il fine, la meta di tutto questo addestramento fisico e mentale è la liberazione dell’anima. L’assoluto controllo della nostra natura, nondimeno, è l’obiettivo. Dobbiamo essere i padroni, non gli schiavi della natura. Né il corpo né la mente devono essere il padrone, né dobbiamo scordare che il corpo appartiene a me, non io al corpo.  

La ricerca del Sé 

Un dio e un demone andarono per imparare sul sé da un grande saggio. Studiarono con lui per lungo tempo. Alla fine il saggio disse loro: “Voi stessi siete l’Essere che cercate”.  Entrambi pensarono che i loro corpi fossero il sé. Tornarono dalla loro gente soddisfatti e dissero: “Abbiamo imparato tutto quello che deve essere imparato. Mangia, bevi e sii allegro. Noi siamo il sé, non c’è niente oltre noi stessi”.  La natura del demone era ignorante, ottusa, e quindi non indagò ulteriormente ma era perfettamente contento di essere Dio, che con il Sé si intendesse il corpo.  Il dio invece aveva una natura più pura. Inizialmente commise l’errore di pensare: “Io, questo corpo, sono il Brahman: per cui devo tenerlo forte e in buona salute, ben vestito, e offrirgli ogni genere di gioia”. Ma in pochi giorni si rese conto che quello non poteva essere l’intenzione del saggio, il loro maestro. Doveva esserci qualcosa di più elevato. Così tornò indietro e disse: “Maestro, mi hai insegnato che questo corpo è il Sé? Se è così, io vedo tutti i corpi morire, il Sé non può morire”. Il saggio disse: “Cerca. Tu sei Quello”. Allora il dio pensò che le forze vitali che lavorano nel corpo erano quello che il saggio intendeva. Ma, dopo qualche tempo, trovò che se mangiava queste forze vitali restavano forti, se digiunava diventavano deboli. Il dio tornò quindi di nuovo dal saggio e disse: “Maestro, intendi dire che le forze vitali sono il Sé?” Il saggio rispose: “Scoprilo da solo. Tu sei questo.”

Il dio ritornò a casa ancora, pensando che forse era la mente il Sé. Ma in breve tempo vide che i pensieri erano così variabili, ora buoni, ora cattivi, la mente era troppo mutevole per essere il Sé. Quindi tornò dal saggio e disse: “Maestro, io non penso che la mente sia il Sé. Era questo che mi avevi detto?” “No,” replicò il saggio, “Tu sei Quello. Trovalo da solo”. Il dio tornò nuovamente a casa, a alla fine trovò che lui stesso era il Sé, oltre ogni dubbio, uno senza nascita e senza morte, che la spada non poteva ferire né il fuoco bruciare, che l’aria non poteva asciugare né l’acqua bagnare, senza inizio e senza fine, immobile, intangibile, onnisciente, onnipotente. Che non è né il corpo né la mente ma oltre essi. Quindi era soddisfatto. Invece il povero demone non trovò la verità, a causa del suo attaccamento al corpo.  

“Corpo” è il nome che diamo a una serie di cambiamenti

 Questo mondo ha molte nature demoniache di questo genere, ma anche alcuni dei. Se si propone di insegnare una scienza per aumentare il potere dei sensi e i loro piaceri, moltitudini sono pronte. Se uno decide di mostrare l’obiettivo supremo, pochi ascoltano.  Molto pochi hanno hanno la capacità di comprendere l’elevatissimo, meno ancora la pazienza di conseguirlo. Ma c’è qualcuno che ha compreso che, anche se potessimo far vivere il corpo per mille anni, il risultato finale sarebbe sempre il solito. Quando le forze che tengono il corpo insieme se ne vanno, il corpo svanisce. Nessun uomo è mai nato che fosse in grado di fermare l’eterno cambiamento del corpo. “Corpo” è il nome che diamo a una serie di cambiamenti. “Come in un fiume le masse d’acqua continuano a cambiare in ogni momento, e nuove masse arrivano, prendendo forma simile, così avviene per il corpo.” Ciononostante il corpo deve essere mantenuto forte e sano. È lo strumento migliore che abbiamo. 

L’importanza dell’esperienza umana

 Questo corpo umano è il più grande dell’universo, e l’essere umano è la cosa più grande. [Nella scienza moderna si dice che il cervello umano sia l’oggetto più complesso dell’universo] L’uomo è il più elevato di tutti gli animali, e di tutti gli angeli. Nessuno è più grande dell’essere umano. Persino gli dei, i Deva, devono tornare sulla terra e conseguire la salvezza attraverso il corpo umano. L’uomo solamente è in grado di conseguire la perfezione, i Deva no. Secondo gli Ebrei e i Maomettani, Dio creò l’uomo dopo aver creato gli angeli e tutto il resto. Dopo aver creato l’uomo Egli chiede agli angeli di salutarlo, e tutti lo fecero eccetto Iblis [nome con cui nell’Islam viene indicato il diavolo]. E così Dio lo maledisse e Iblis divenne Satana. Dietro questa allegoria c’è la grande verità per cui la nascita umana è la più grande nascita che possiamo avere. Le creature inferiori, gli animali, sono ottusi e composti principalmente di Tamas. Gli animali non possono avere pensieri elevati, mentre angeli e dei non possono raggiungere la liberazione senza nascita umana. Nella società umana, alla stessa maniera, troppa ricchezza o troppa povertà sono un grande impedimento per lo sviluppo dell’anima. È dalla classe media che i grandi esseri umani provengono. Qui le forze sono equilibrate. 

 Pranayama, il controllo dell’energia attraverso il respiro 

Tornando al nostro tema, è il momento del Pranayama, il controllo del pana attraverso il controllo del respiro. Cosa c’entra con la concentrazione dei poteri della mente? Il respiro è come il volano della macchina, il corpo. In una macchina il volano distribuisce l’energia a tutti i meccanismi. Il respiro è il nostro volano, quello che fornisce e regola l’energia di tutto il corpo. 

Dal grossolano al sottile

C’era una volta un ministro di un grande re. Egli cadde in disgrazia. Il re, come punizione, lo fece rinchiudere in cima a una torre altissima. Il ministro fu lasciato lì a languire. Egli aveva comunque una fedele moglie che di notte andò nei pressi della torre e chiamò il marito per chiedergli come avrebbe potuto aiutarlo.  L’ex ministro le disse di tornare la sera seguente portando con sé una lunga fune, un rotolo di spago grosso, un rotolo di spago sottile, del filo di seta, un grosso coleottero e un po’ di miele. Sorpresa per la strana richiesta, la brava moglie comunque eseguì fedelmente, tornando la sera dopo con gli articoli richiesti. Il marito le disse di attaccare il filo di seta al coleottero, quindi di sporcargli le antenne con il miele, poi di lasciarlo libero sul muro con la testa rivolta verso l’alto. Lei obbedì in tutto e il coleottero iniziò il suo lungo viaggio verso l’alto. Fiutando il miele davanti a sé il coleottero lentamente procedette verso l’alto, nella speranza di raggiungere il miele, finché alla fine non giunse alla cima della torre, dove il ministro lo afferrò impossessandosi della cima del filo di seta.  Egli disse alla moglie di legare un capo dello spago sottile al filo di seta. Tirandolo su, prese il capo dello spago sottile e disse alla moglie di legare lo spago grosso. Infine ripeté il procedimento con la fune. Il resto fu facile. Il ministro discese dalla torre attraverso la fune, compiendo la sua fuga.  Nel nostro corpo il movimento del respiro è il “filo di seta”. Imparando a controllarlo prendiamo il controllo anche delle correnti nervose, lo spago sottile. Da qui prendiamo controllo dello spago grosso, la corrente dei pensieri, e infine la fune del Prana, [l’energia vitale], controllando la quale raggiungiamo la libertà. 

Il mistero del corpo 

Noi non conosciamo niente dei nostri corpi, non possiamo conoscerli. Nella migliore delle ipotesi possiamo prendere un cadavere e tagliarlo a pezzi, e c’è chi prende un animale e lo seziona per vedere cosa c’è all’interno del suo corpo. Ciononostante, tutto questo tagliare non ha nulla a che fare con i nostri corpi.  Conosciamo molto poco del nostro corpo. Perché questo? Perché la nostra percezione non è abbastanza sottile per comprendere i movimenti finissimi che avvengono dentro di noi. Possiamo conoscerli solo quando la mente diventa più sottile ed entra più profondamente nel nostro stesso corpo. Per avere le percezioni sottili dobbiamo cominciare con le percezioni più grossolane. Dobbiamo comprendere cosa mette il motore in movimento. Questo è il Prana, la cui più evidente manifestazione è il respiro.  

Attraverso il respiro possiamo controllare il corpo

Quindi, attraverso il respiro, possiamo lentamente entrare nel corpo, che ci consentirà di percepire le forze più sottili, le correnti nervose che si muovono attraverso il corpo. Quando riusciamo a percepirle e impariamo a sentirle, cominciamo a controllarle, e controllare il corpo. La mente viene a sua volta messa in movimento, così alla fine riusciamo ad avere il perfetto controllo del corpo e della mente, rendendoli i nostri servitori. La conoscenza è potere. Quindi dobbiamo iniziare dal principio, con il Pranayama, controllando il Prana. Il Pranayama è un soggetto importante, e ci vorranno diverse lezioni per illustrarlo in modo approfondito. Ne parleremo sezione per sezione.

 La pratica quotidiana è fondamentale 

Vedremo gradualmente le ragioni di ciascun esercizio e le forze che si muovono nel corpo. Tutto questo ci arriverà, ma richiede costante pratica. Nessun ragionamento è una prova convincente, finché non provi in prima persona con la pratica. Appena cominci a sentire le correnti in movimento dentro di te, i dubbi svaniranno, ma questo richiede paziente pratica ogni giorno. Occorre praticare almeno due volte al giorno ogni giorno, e i momenti migliori sono al mattino e alla sera. Quando la notte diventa giorno, e il giorno notte, uno stato di relativa calma si attesta. L’alba e il tramonto sono momenti di calma fisiologica e naturale. Il corpo ha la tendenza a diventare calmo in questi momenti. Dobbiamo trarre vantaggio da questa condizioni naturali e praticare.  Prendi l’abitudine tassativa di non mangiare finché non hai praticato. Se lo fai, l’appetito ti aiuterà a sconfiggere la pigrizia. In India insegnano a bambini a non mangiare mai finché non hanno praticato o detto le preghiere, e diventa un’abitudine naturale dopo qualche tempo. Un ragazzo non sentirà la fame finché non ha fatto le abluzioni e detto le preghiere. [Dove praticare] Chi può permetterselo farà bene a dedicare una stanza solo per la pratica. Non dormire in quella stanza, per mantenerla sacra. Non devi entrare nella stanza prima di lavarti, ed essere puro nel corpo e nella mente. Metti sempre fiori in quella stanza: sono il miglior arredamento per gli Yogi, insieme a piacevoli immagini. Brucia incenso al mattino e alla sera. Non litigare, non arrabbiarti, non avere pensieri cattivi in quella stanza. Permetti di entrarvi solo a chi è in sintonia con te. Quindi gradualmente l’atmosfera della stanza diventerà sacra, in modo tale che quando ti senti depresso, triste, dubbioso, o la tua mente è disturbata, il semplice fatto di entrare in questa stanza ti placherà.  Questa è la ragione di templi e chiese, e in molti di essi trovi un’atmosfera sacra ancor oggi, anche se in altri questa atmosfera è perduta. L’idea è che mantenendo sacre vibrazioni nella stanza il posto diventa e resta illuminato. Comunque chi non può permettersi di dedicare una stanza alla pratica, può praticare dove vuole. 

 Come praticare

Siedi con la schiena diritta, e la prima cosa da fare è inviare una corrente di pensieri benevoli a tutto il creato. Ripeti mentalmente: “Che tutti gli esseri siano felici, tutti siano pacifici, tutti siano in pace”, diretto verso est, sud, nord e ovest. Più lo fai, meglio ti senti. Sentirai che il modo più facile per essere in salute è augurarsi che tutti siano in salute, e il modo più facile per essere felici e vedere che tutti siano felici.  Dopo di che, chi crede in Dio dovrebbe pregare, non per il denaro, non per la salute, non per il paradiso. Pregare per la conoscenza della luce: ogni altra preghiera è egoista. Quindi la prossima cosa da fare è pensare al proprio corpo e curare che sia forte e in salute, perché è il migliore strumento che abbiamo. Pensalo forte come il diamante, e che con l’aiuto di questo corpo attraverserai l’oceano della vita. La libertà non può essere raggiunta dal debole. Abbandona ogni debolezza. Di’ al tuo corpo che è forte, di’ alla mente che è forte, e abbi sconfinata fede e speranza in te stesso.

 Gianni Lombardi. Raja-Yoga di Vivekananda: Nuova traduzione in italiano (Italian Edition) Edizione del Kindle.

 

 

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