In memoria ad Antonio Gelsomino
Thursday, September 19, 2024

I magnifici capolavori dell'arte tessile ecclesistica

arte-sacra

 

 

DAL MUSEO DEL PIZZO DI SAN GALLO (CH)

(HERRLICHKEITEN -Textile Kirchenschätze aus St. Gallen)


Da secoli si è soliti associare splendore e sontuosità soprattutto alla Chiesa cattolica. Tessuti di più colori e decorati competono con gli oggetti degli orafi artigiani e dei maestri vetrai nell’attirare ammirazione. Le celebrazioni liturgiche sono sfarzose messinscena dell’opera d’arte totale, sintesi perfetta di musica, testi e decorazioni.
La produzione dei cosiddetti paramenti è sottoposta a regole severe, secondo le quali colori, materiali e forme scandiscono le varie fasi dell’anno liturgico o le feste ecclesiastiche.

 


Per gli indumenti ecclesiastici erano e sono utilizzate solo le stoffe più preziose. Alcuni oggetti dovevano essere realizzati esclusivamente in seta o in lino. I ricamatori decorano gli abiti dei prelati e del clero con filati in seta, fili d’oro o d0argento, perle e paillette ed impreziosiscono i tessuti per l’altare, gli accessori per la sacra liturgia, la mobilia, gli interni della chiesa, così come gli stendardi nelle processioni o i baldacchini.

 

L’uso e l’aspetto degli abiti ecclesiastici durante l’anno liturgico è regolato da rigide norme. Il Canone dei colori della chiesa cristiana risale all’antichità ed alle tecniche di colorazione possibili per l’epoca. Un primo Ordinamento dei colori nella sacra liturgia si deve a Papa Innocenzo III nel 1200 c.a., sancito definitivamente nel 1570 nel Messale Romano. Il nuovo Messale del 1970 riprende quasi integralmente queste norme, valide ancora oggi:

Bianco (insieme ad oro ed argento): Segno di purezza, innocenza, luce e gioia; si usa nel tempo natalizio e pasquale, nelle feste del Signore, della Madonna e dei Santi non martiri.

Rosso: Il colore del sangue e del fuoco; si usa nella Pentecoste, nelle Feste degli Apostoli e dei Santi Martiri, la Domenica delle palme ed il Venerdì Santo.

Viola: Simbolo del passaggio e della trasformazione; si usa nell’Avvento, in Quaresima e nella liturgia dei defunti.

Rosaceo: Indica l’attesa; si usa nella terza domenica di Avvento e nella quarta domenica di Quaresima.

Nero: Indica cordoglio e morte, ma anche il passaggio dalla vita terrena alla vita eterna; si usa nelle celebrazioni per i defunti.

Verde: Simbolo di speranza e vita; si usa nel tempo ordinario.

Anche il taglio degli abiti liturgici ha radici antiche, quando l’abito serviva a mettere in evidenza il clero rispetto alla massa dei credenti, rendendo tangibile la potenza e la ricchezza della Chiesa. L’aspetto degli abiti liturgici è mutato di poco nel corso dei secoli, mentre i modelli delle stoffe utilizzate ed il tipo di decorazione si sono adattati allo spirito del tempo.

Originariamente i paramenti venivano realizzati dai ricamatori di professione e nei conventi femminili, da circa 150 anni vengono confezionati anche da ditte specializzate. Alla fine del 19° secolo numerose aziende di ricamo di San Gallo producevano tessuti ecclesiastici. Lavoravano secondo la tradizione, adattando gli abiti al gusto del tempo e rendendoli moderni. La ditta Huber-Meyenberger di Kirchberg ha confezionato fino al 1905 paramenti in grande quantità. La ditta di confezioni per paramenti di maggior successo è la Fraefel di San Gallo, che ha realizzato paramenti dal 1883 al 1965. Per quest’azienda lavoravano 150 dipendenti, ricamatrici a mano dislocate in tutta la Svizzera orientale e suore. L’esportazione dei prodotti in America e Germania ha avuto un ruolo primario fino alla fine degli anni ’20.

 

 

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