Nikola Tesla - Il giocatore d’azzardo
In un certo periodo mi prese la mania del gioco d’azzardo, che procurò una grande preoccupazione ai miei genitori. Il gioco delle carte fu per me, uno dei più grandi piaceri. Mio padre conduceva una vita esemplare e non poteva perdonarmi l’assurdo spreco di tempo e denaro.
Ho sempre avuto una volontà di ferro, ma ero mal motivato. Gli ripetevo: “posso smettere quando voglio, ma vale la pena rinunciare a quello che intendo sostituire a tutte le gioie del paradiso? A differenza di mia madre, mio padre dava sfogo spesso al suo dispiacere e disprezzo. Mia madre capiva meglio la natura umana e sapeva che possiamo essere salvati solo dalla nostra volontà. Mi ricordo un pomeriggio, quando avevo perso tutti i miei soldi ed avevo ancora un gran desiderato di giocare, mi diede un fascio di banconote e mi disse: ”Vai e divertirti. Più velocemente perdi tutto quello che abbiamo, meglio sarà. So che ti passerà. “Mia madre aveva ragione. In quel momento ho superato la mia passione e l’unico dispiacere era il fatto di non essere stato cento volte più forte quella passione. E non solo l’avevo sconfitta, ma l’avevo estirpato dal cuore in modo che non rimanesse alcuna traccia di desiderio. Da quel momento riuscì ad essere completamente indifferente a qualsiasi gioco.
Tesla e la sua doppia anima
- Stiamo entrando in un cinema, a Broadway, - annunciava uno dei tanti giornalisti americani che si interessavano vivamente al grande scienziato – anche gli attori erano incuriositi dal misterioso Tesla. Lo riconoscono, e lo osservano con grande attenzione. È un frequente spettatore dei buoni film. ”Volentieri vado al cinema. Guardando le immagini, mi risposo, e posso anche pensare. “
Nel buio della sala cinematografica osservo quel profilo elegante illuminato dal riflesso dello schermo. Gli occhi sono diretti verso lo schermo ed anche i sentimenti lo seguono, ma il cervello lavora continuamente. Il pensiero non si ferma, non si risposa mai. All’una dopo mezzanotte, salutandolo per la prima volta gli dico: ”L’ho trattenuto per sei ore, non le ho dato fastidio?” “Ah, ma che fastidio. In me ci sono due anime: una che parla, altra che cerca di risolvere il problema che le ho dato. Io attraverso la conversazione guardo attraverso un vetro. Mentre stasera parlavamo di tutto e di più, ho risolto, tra l’altro, una questione piuttosto spinosa riguardo un problema del quale mi occupo proprio ora.
Tesla prende il giornale e se ne va nel suo albergo per trascorrere un’altra ora o due a leggere. Io rimango a lungo immobile sul posto, ignaro il suono del clacson, mentre lo guardo con tanta stranezza, ed un sentimento indescrivibile.
Il carattere di ferro di Tesla
Il pranzo di Tesla con il console Yugoslavo di New York, Milos Tosic, testimonia il suo carattere eccezionale:
Un giorno mi telefonò e mi chiese se potevo pranzare con lui. Risposi di Sì. Esattamente alle ore 13 arrivai nel suo appartamento al 34 piano dell’hotel ”New Yorker”. Il cameriere portò un recipiente pieno di ghiaccio con una bottiglia di vino e poi portò altri piatti. Pranzavamo e parlavamo a lungo. Finito il pasto, pensai che la bottiglia di vino sarebbe stata aperta. Ma il cameriere arrivò, la prese e la portò via.
Passato un po’ di tempo Tesla di nuovo mi invitò a pranzo. Ancora una volta recipiente con una bottiglia di vino era lì. Pensai, se l’ospitante si dimentica anche questa volta, gli ricorderò di offrirmi il vino. Pranzavamo, e nessuno aprì la bottiglia. Domandai a Tesla:
- Scusa per la mia curiosità: cosa c’è in quella bottiglia?
- Vino, un buon vino ungherese, “Tokaj”. Me l’ha portato un mio amico ungherese.
- Questa bottiglia è anche quella dell’ altra volta?
- Sì.
- Peccato, perché il cameriere aveva dimenticato di aprirla.
- Non è cosi, senza il mio permesso non lo poteva fare. Da giovane sono sempre stato determinato, e quando decidevo di fare qualcosa, lo facevo. Un tempo ho amato e bevuto molto questo vino. Ora, in questi anni più maturi, voglio sperimentare su me stesso di vedere se sono ancora capace di resistere anche in età avanzata. Ho scoperto che lo sono, e credo che non aprirò questa bottiglia. Se Lei ha voglia di bere possiamo ordinarne un altra.