MANOVRA FINANZIARIA DEL 2012 DI CONCERTO CON I PARTNER EUROPEI
Noti sono i contenuti della manovra finanziaria che ci ha visti e ci vede protagonisti, ma l’argomento che gradisco porre all’attenzione in questo mio scritto è la relazione dei partners europei circa la crisi economica europea e quindi l’analisi dell’economia del nostro Paese. Il 14 febbraio 2012 la Commissione europea ha presentato la sua prima relazione meccanismo di allerta, redatto ai sensi del regolamento (CE) N. 1176/2011, relativa alla prevenzione e correzione degli macro economico squilibri.
La relazione individua l'Italia come uno dei 12 Stati membri la cui situazione macro economica deve essere analizzata più in profondità , al fine di individuare gli squilibri reali o potenziali e i possibili rischi macro economici che essi possono comportare.
Lo squilibrio principale che interessa l'economia italiana è il debito pubblico.
Combinata con la negative prospettive di crescita insoddisfacenti, rappresenta la principale vulnerabilità dell'economia italiana, con il negativo impatto sul settore bancario e l'economia reale e le possibili ricadute negative per l'area dell'euro nel suo intero. L'Italia ha perso competitività esterna dopo l'adozione dell'euro, principalmente a causa della crescita della produttività stagnante e una struttura delle esportazioni sfavorevole. Mentre il disavanzo delle partite correnti resta contenuta, il suo trend negativo potrebbe comportare significativi rischi macro economici per l'Italia e complesso dell'area.
Le osservazioni principali di questa revisione sono: il debito pubblico e l’elevata tassazione rappresenta un grave squilibrio dell'economia italiana, con effetti negativi sull'economia reale e ricadute potenziali per l'area dell'euro nel suo complesso. Inoltre, i premi per il rischio più elevato associato ad un elevato debito pubblico incidono sul costo del capitale anche per settore finanziario e l'economia reale. Tra l’altro l'Italia è il più grande importatore netto di elettricità nell’UE, che copre quasi il 15% del proprio fabbisogno di energia elettrica attraverso le importazioni.
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Salvatore Dott. Carlone
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