Antibiotici - il loro uso nella storia
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- Greci, cinesi ed egiziani curavano, seppur inconsapevolmente, le infezioni con antibiotici: tracce di queste sostanze allo stato naturale erano, infatti, contenute nelle erbe medicinali usate per preparare impacchi, cataplasmi e decotti utilizzati per curare ferite e malattie varie.
- Secoli più avanti, nel Settecento, si è passati all'utilizzo delle muffe presenti in certi formaggi per curare le infezioni cutanee.
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- Nell'Ottocento Pasteur scoprì che certi microrganismi saprofiti, innocui per l'uomo, potevano uccidere i batteri patogeni responsabili dell'antrace.
- Agli inizi del Novecento, il medico e chimico tedesco Paul Ehrlich sintetizzò per la prima volta una sostanza organica in grado di attaccare selettivamente l'organismo infettante senza danneggiare l'ospite: sintetizzò il salvarsan, un composto arsenicale attivo sulla spirocheta. Fu, così, in grado, per la prima volta, di curare la sifilide prima ancora che venisse scoperta la penicillina.
- Non molto tempo dopo, negli anni Venti, Alexander Fleming scoprì il lisozima, un enzima con proprietà battericide presente anche nella saliva. Proseguendo questi studi e del tutto casualmente, nel 1928, al ritorno da una vacanza durante la quale aveva lasciato nel suo laboratorio alcune colture batteriche a fianco di alcune muffe, scoprì che le muffe avevano bloccato la moltiplicazione dei batteri; intuendo la portata che avrebbe avuto questa sua scoperta, si mise a studiarle assiduamente e negli anni quaranta fu scoperta ufficialmente la penicillina. Da quel momento fu possibile curare felicemente la gonorrea, la meningite e la setticemia. Questa scoperta, è sicuramente una delle più importanti della storia della medicina .
- Dagli anni cinquanta, gli antibiotici sono diventati di uso comune, da allora tubercolosi, polmonite batterica, setticemia e altre malattie fino a quel momento considerate incurabili, non sono più state mortali.
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Orazio
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