Il tabacco
Questa pianta indigena dell’America del Sud fu importata in Spagna verso il 550 e prese il nome da Giovanni Nicot segretario di Francesco II di Francia che fece iniziare le prime coltivazioni. La Regina Caterina de’ Medici favorì grandemente lo sviluppo di queste culture contro le cefalee ribelli.
Usato prima come tabacco da naso fu sostituito dal tabacco da fumo.
Questo uso dapprima ostacolato fortemente dai vari governi si generalizzò tanto da divenire alla fine una necessità di vita.
Per potere utilizzare le foglie bisogna sottoporle a un trattamento detta concia che comprende la cura, la fermentazione e la stagionatura.
La cura consiste nel fare essiccare le foglie al sole in modo che perdano la loro attività vitale e si alterino chimicamente con sviluppo dell’aroma; la fermentazione, ammassando le foglie curate e inumidite per sviluppare il profumo ha per scopo di fare acquistare ad esse proprietà speciali di colore e di combustibilità; la stagionatura infine consiste nel prosciugamento e nella conservazione per poterlo ulteriormente e definitivamente confezionare.
Le foglie del tabacco contengono diverse sostanze fra le quali la nicotina che è un potente veleno.
L’uso moderato negli adulti non reca danno ma è dannoso per i fanciulli.
(da Guizzardi U. – Zoologia e Botanica, - Ed. Cappelli – Bologna)