In memoria ad Antonio Gelsomino
Saturday, December 21, 2024

GLI OCCHI DEI VOSTRI BAMBINI

occhi-bambina

GLI OCCHI DEI VOSTRI BAMBINI

   I lettori, spesso, mi chiedono se i bambini possono praticare le tecniche illustrate in questo libro. La mia risposta è sempre positiva, una forte affermazione. Una delle cose più belle dell’infanzia è un qualunque cambiamento, ed è relativamente facile individuarlo, anche quando il problema del bimbo, in realtà, sembra grave.

 Quando mi portarono una ragazza di otto anni e mezzo, già con la diagnosi:  disfunzione dei recettori della retina e dei fotorecettori, fotofobie, nistagmo innato (movimento rapido e ripetuto del globo oculare).

I genitori, mi hanno anche riferito che la bambina è ipercinetica, il che vuol dire: “non si ferma mai”.

Certo che ciò, crea enormi problemi, specie a scuola - non stava seduta un attimo, per non parlare di iniziare ad imparare a leggere.

Nel nostro primo incontro, l’ho insegnato a frenare la sua vivacità, con l’esercizio “ figura otto”. L'esercizio l’abbiamo fatto insieme, poggiando le mani sulle sue spalle ed assecondando i suoi movimenti, da un lato ad un altro,  leggermente e senza interruzione, contando fino a venti. Mi ha confessato che, per la prima volta, ha percepito un silenzio dentro di se. Si è così rilassata che, a malapena, riusciva a non addormentarsi, dovendo ritornarsene a casa!

Presso la propria abitazione, praticava  l’esercizio del solecoprire gli occhi  e dondolare. Si è anche esercitata con le tecniche che vengono utilizzate per unire delle immagini, iniziando con un righello lungo 29 cm e, poi, con un bastone lungo 1 m. Quando abbiamo raggiunto la quarta lezione, la bimba era pronta ad effettuare la tecnica del punto che si muove (leggi ipermetropia-esercizi),  che si è rivelata, molto importante per stabilire il controllo sul nistagmo. Ogni tecnica che le mostravo, la accompagnavo, sfiorandole la spalla, al fine di rafforzare il senso di rilassamento ed assicurarla che stavo prendendomi cura di lei.

Al termine del nostro lavoro in comune, la bimba è riuscita a frenare la sua vivacità ed a focalizzare entrambi gli occhi, contemporaneamente, così che la sua attenzione si era concentrata sul libro e sull’apprendimento.

Durante il lavoro con i bambini, ho concluso che, il senso di liberazione della pressione che avvertono - il modo che gli insegniamo a rilassarsi, li rendono tranquilli, accettandosi per quello che sono - porta allo sviluppo di un bambino felice, che è in grado di riuscire a vedere bene con molto meno sforzo, e vincere le paure. Questo sviluppo, dei risultati positivi, è stato meraviglioso a vedersi.

I bambini iniziano a focalizzare il senso della vista, circa sei settimane dopo la nascita, ma non vedono l’immagine molto chiara prima dei 18 mesi. Per aiutare il bambino a focalizzare bene e sviluppare il movimento degli occhi, installate, sopra la culla, un oggetto manovrabile che si dondola al minimo flusso d'aria. Il leggero movimento scoraggerà il bambino a fissare lo sguardo e provocherà l'utilizzo completo dei muscoli oculari.

Se notate che un occhio del bambino vaga all'età superiore di nove mesi, prendete una lampada accesa e posizionatela in primo piano davanti agli occhi del bambino, solo per brevi periodo di tempo, e comunque, non più di un minuto - tre volte al giorno. Posizionate la torcia nella direzione in cui l'occhio che vaga, dovrebbe guardare. 

Iniziate con semplici movimenti della lampada e, progressivamente, fate diventare il suo percorso più complicato (come disegnare nell’aria), gradualmente allungare anche il tempo, fino a tre minuti, tre volte al giorno. Il bambino automaticamente chiuderà gli occhi, ma la luminosità ugualmente, farà il suo lavoro e penetrerà attraverso le delicate palpebre (potete muovere la lampada ritmicamente da un lato all'altro, l'effetto è lo stesso, come quando vi esercitate muovendo la testa da un lato all'altro).

Dopo questo esercizio, è possibile passare al successivo esercizio: con il bambino in grembo, seduto su una sedia a dondolo, davanti alla lampada accesa, alla distanza di un metro. S’inizia con una lampadina di 40 W, e la potenza gradualmente si aumenta (come consigliato in esercizio del sole), fino all’utilizzo di una lampadina da 150 watt. Ai bambini di solito piace questo procedimento, che, non solo, contribuirà ad equilibrare i loro occhi, ma spesso, calmeranno il bambino nervoso.

Se, l’occhio che “vaga”, continua a gironzolare ad una età superiore ai due anni, fatelo strisciare sul pavimento, così come fino a poco tempo prima faceva, ovvero, prima d’imparare a camminare. Sdraiatevi sul pavimento e mostrate al vostro bambino con l’esempio, come farlo, in tal modo renderete l’esercizio più facile, perché gli sembrerà una sorta di gioco. L’importante è che inizi ad imitarvi. Si può imitare lo stile libero sul pavimento, sollevando la mano in alto da una parte poi dall'altra, e le gambe che seguono il movimento delle mani. Questo esercizio consente di stimolare alcune parti del cervello che, probabilmente, non hanno finora funzionato correttamente, ecco la causa del perché si verifica questa deviazione, nel normale funzionamento dell'occhio.

Se, l'occhio continua a vagare, in un bambino di quattro anni,  praticate la tecnica con la palla. Rotolate la palla a terra, e ripetete questo movimento, nella direzione in quale desiderate, affinché l’occhio vago si sposta. Rifate il nuovo gioco; inviate la palla al bambino e chiedetegli di restituirvela, e convincete il bambino affinché, con l’occhio, segua la palla, ovunque si muova.

Ci sono alcune tecniche che si possono praticare con il bambino di quattro anni.

Applicare un pezzo di stoffa (o un cerotto speciale) sopra l'occhio sano del bambino, e lasciatelo guardare la TV, per circa 15 minuti, utilizzando solo l'occhio più debole.

Di volta in volta, fate oscillare un fazzoletto colorato davanti all’occhio del bambino o prendete un ornamento dall’albero di Natale o la palla, in modo di andare nella direzione in cui l'occhio ha difficoltà di muoversi e dite al bambino: "parla con il tuo occhio e digli di seguire questo fazzoletto” (o la palla). Praticate questo esercizio per pochi minuti, tre volte al giorno, se possibile.

Una delle varianti di questo esercizio è quello di prendere la penna, sollevarla davanti al bambino e dirgli di guardare attraverso essa, ma verso la palla, mentre parla al suo occhio.

Convincetelo che tutto ciò è un trucchetto interessante; ("Vedi ora, due penne mentre guardi la palla?")

I bambini che avevano una visione del tutto normale, spesso, diventavano miopi, nel periodo di sei anni, di solito, quando devono iniziare a andare a scuola. Non abbiate fretta di fargli portare gli occhiali. Se non riesce a leggere dalla lavagna a scuola, lasciate che si avvicini, e dategli il maggiore sostegno possibile, convincetelo che vedrà bene.

A quella età, la miopia può essere solo il risultato del muscolo teso che non si è ancora stabilizzato. Passerà, oppure potrebbe essere corretto facilmente, con le tecniche illustrate in questo libro. Se la miopia si verifica nell’età della pubertà, il genitore dello stesso sesso dovrà accompagnare il bambino, attraverso la maturazione sessuale, e, dedicargli molta attenzione.

Conosco bimbi gemelli che sono diventati miopi quando avevano sei anni. I genitori gli hanno comprato subito gli occhiali. Uno di loro, sempre obbediente, ha portato gli occhiali, ma ancora oggi che ha raggiunti l’età di cinquant’anni, li porta.

L’altro fratello, che ha avuto più fiducia, rifiutandosi di portare gli occhiali, dopo quel breve periodo di miopia, ha avuto una vista buonissima, anche senza occhiali.

L’ipermetropia - durante l'infanzia è correlata a difficoltà di lettura e d’apprendimento. Lavorate, con attenzione, a casa con il bambino e aiutatelo a far fronte ai problemi che ha a scuola. Fate con lui delle esercitazioni, descritte in questo capitolo, per migliorare la percezione. Insegnate ai vostri figli di saltare delle pagine di testo, senza cercare di leggerle.

Tenete sempre in mente che, i disturbi della vista nei bambini hanno spesso una causa psicologica. Naturalmente, la cosa migliore sarebbe farli crescere e vivere, in modo tale che i bambini non necessitino di terapie. I genitori possono aiutare i bambini ad evitare la comparsa di disturbi, nella forma che in seguito necessiterebbero di correzioni, in modo tale da incoraggiarli ad esprimere quello che sentono da un lato,  e dall’altro, l'accettazione delle regole di disciplina,.

Consentite ai bambini di esprimere il loro disaccordo e i loro desideri, piuttosto che lasciarli reprimere la rabbia accumulata, le frustrazioni e il risentimento.

I vostri bambini dipendono da voi in tanti modi: sia in termini dei loro bisogni fisici ed dei loro sentimenti interiori di benessere. Queste sono le forme naturali e sante della dipendenza. Voi avete l'opportunità unica di aprire i loro occhi e tutti i loro sensi, verso il mondo che li circonda. Insegnate loro, ad apprezzare i loro sensi e di utilizzarli con coscienza. Incoraggiateli di ascoltare le diverse strutture delle cose che toccano, per esempio. Accarezzate sempre i vostri figli con calore, abbracciateli e insegnate loro di esprimere, liberamente, l’affetto senza imbarazzo.

Forse, Voi vi sentite sconvolti quando dovete toccare qualcuno o  guardarlo da vicino, faccia a faccia. Quando si diventa più consapevoli dei propri sentimenti, forse scoprirete che, questo semplice fatto, non è poi cosi semplice da impostare ed eseguire. Ad un certo punto dello sviluppo, nella loro infanzia, si percepiscono messaggi, tipo che un contatto fisico o visivo, anche ad una certa vicinanza, è qualcosa di sbagliato. Ora, è il momento giusto, per il bene dei vostri figli, cercate di lavorare da un altro punto di vista, nonostante la vostra confusione o l’ansia. E' probabile che scoprirete un mondo molto più eccitante e diverso intorno a voi, da ciò che a voi da piccoli non è stato permesso di vedere. Questo è un dono prezioso che  potete dare ai vostri figli: essi non dovranno essere paralizzati, così come siete stati voi.

 

  • Tratto dal libro: " Do you really need eyeglasses" di Dr. Merilyn B.Rosanes Berret

 

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