La cura del verde
La salute dell’uomo non dipende tanto dall’assunzione di sostanze, per quanto naturali, che possano agire nei confronti dei suoi processi biochimici riparandoli, potenziandoli o inibendoli. La salute, ovviamente, dipende dall’armonia e dall’equilibrio con l’ambiente che ci circonda. È curioso come proprio le filosofie new age e alternative, con la loro pretesa di sottolineare il recupero degli aspetti più naturali dell’esistenza, riducano in definitiva la ricerca della salute a un rapporto contrattuale e di tipo economico con l’ambiente: assunzione di cibi o di sostanze naturali, biologiche, non OGM, in cambio, si ritiene, della concessione di una condizione di salute e di benessere.
Invece, quest’ultima non nasce e non si sviluppa tramite un accordo contrattuale con l’ambiente esterno e le forze “soprannaturali” che lo governano (come ritengono appunto le medicine non scientifiche) né con l’assunzione di sostanze o la sottoposizione a rituali magico-terapeutici, ma solo con la semplice integrazione della nostra vita nell’ambiente naturale. L’uomo vive a contatto con una natura sulla quale è intervenuto pesantemente negli ultimi secoli, e il suo organismo si trova a dover integrare nel suo ottimale funzionamento uno stile di vita sempre meno a contatto con ritmi naturali, e sempre più condizionato da ritmi artificiali e agenti nocivi di varia natura.
Noi abbiamo bisogno, per la nostra salute psicofisica, del contatto che da milioni di anni gli esseri viventi hanno con la natura che li circonda. L’”atmosfera” naturale, costituita di innumerevoli variabili, quali, tra l’altro, la qualità della luce e dell’aria, i profumi e gli odori, i colori, i suoni, il contatto fisico con il terreno e la vegetazione, costituiscono stimoli riconosciuti dal nostro corredo genetico come “naturali” e non ostili. Infatti, quando non siamo in buona salute, questo contatto con l’ambiente esterno si riduce e noi tendiamo a chiuderci in noi stessi o al riparo di ambienti chiusi.
Poiché per molti di noi non è possibile godere di questo salutare contatto con l’ambiente naturale, è utile, per il nostro benessere, ritagliare un piccolo spazio di tempo e di luogo per entrare quotidianamente in armonia con la natura.
E’ chiaro che i massimi benefici che derivano dal contatto con la natura sono quelli che si ottengono immergendosi in essa, con tutto il nostro corpo e i nostri sensi, camminando in ambienti selvaggi e al riparo da rumori e suoni non naturali, ricercando l’armonia tra il nostro passo e il nostro respiro con l’insieme degli elementi naturali che ci circondano, alcuni statici, come i tronchi degli alberi, altri, come il vento, in continuo movimento. Accanto all’attività fisica all’aria aperta, in un parco, (se non è possibile fruire di un ambiente più selvaggio), la via più facile è quella di dedicarsi alla cura del giardino o dell’orto (per chi ha la fortuna di possederli), o perlomeno di un balcone o di alcune piante da appartamento.
Le piante, infatti, sono la forma di vita più diffusa e antica del pianeta e la relazione empatica con esse è sicuramente una pratica terapeutica che induce serenità e rilassamento, perché invia al nostro sistema nervoso una serie di stimoli legati alla solidità, alla calma, alla crescita lenta e naturale. Non occorre molto, quindi, sotto tutti gli aspetti, per coltivare e prendersi cura di queste forme di vita. “Prendersi cura”, appunto, di altre forme di vita, elementari, ma facenti parte del nostro ambiente, permette di sintonizzarci con i ritmi biologici naturali e di seguire la crescita, lo sviluppo, le alterazioni dello stato di salute, la ricerca della luce, dell’acqua e di altri nutrienti, l’inizio di fasi e cicli legati alla vita sessuale (la crescita di nuovi rami, foglie, fiori o frutti).
Ma permette anche di uscire dal richiamo condizionante delle nostre attività quotidiane e dall’attenzione sempre concentrata solo su noi stessi, per rivolgere quest’ultima verso l’ambiente che ci circonda. Strategia utilissima per renderci consapevoli dell’utilità di ridimensionare i nostri problemi in un’ottica di condivisione con quelli degli altri.
Le piante grasse, le cactacee, in particolare, di facile coltivazione, purché poste in ambiente molto luminoso, presentano lo straordinario vantaggio di stupirci per l’imprevedibilità della loro crescita e specialmente della loro morfologia: non si può mai sapere in quale direzione e su quale parte della pianta appariranno i nuovi getti o le infiorescenze. Tutto questo “prendersi cura”, come dicevamo, ci aiuta a comprendere come sia opportuno dare il giusto ritmo anche alle nostre attività quotidiane, a rispettare i cicli stagionali, i ritmi di crescita fisiologici e l’alternanza di periodi di esplosione vitale con altri di stasi, o persino di perdita di vitalità.
Tratto dal libro: Guida alla salute consapevole di Gionata Morina e Guido A. Morina