Il girasole - leggenda
Il girasole era stato irriso e disprezzato dagli altri fiori estivi selvatici, poiché lo ritenevano brutto.
Pertanto, nessun fiore lo voleva accanto per la sua «bruttezza», temendo di sminuire la propria bellezza.
Anche gli animali presenti nella fattoria lo schernivano.
Il povero fiore soffriva terribilmente, ma non si lamentava e ne aveva mai replicato con lo stesso tono canzonatorio con cui gli altri gli si rivolgevano.
Viveva in solitudine e si rincuorava durante il giorno ammirando il grande sole dorato con tanta meraviglia.
Il fiore guardava la sorgente della propria vita, e ignorava tutte le umiliazioni che gli infliggevano e l‘ostile mondo intorno a lui.
Il momento peggiore del giorno era il tramonto, quando il sole se ne andava a letto.
Da quel momento, e fino al mattino successivo, si affievoliva la sua voglia di vivere, che intensamente ritornava all'alba, quando avvertiva il tepore dei primi raggi del suo unico amico.
Il grande sole, comprese la situazione nella quale si trovava il suo ammiratore e, decise di aiutare il povero fiore da tutti, fino allora, respinto.
L’astro donò al fiore i suoi raggi più caldi e splendenti, che evidenziarono un bagliore d’orato dei petali; così ora il fiore si fregia di una magica corona, che lo fa apparire il fiore più bello di tutti.
Da allora nessuno lo prende più in giro, e gli si rivolgono con rispetto, chiedendosi sorpresi: come mai un fiore così brutto era potuto diventare, improvvisamente, così bello.
Da quel giorno il fiore iniziò ad amare e ammirare maggiormente il sole.
Per la felicità e lo sguardo continuo e costante verso il sole crebbe e divenne il più alto ed elegante di tutti gli altri fiori che prima lo canzonavano.
Il sole, si accorse che il fiore continuava ad amarlo e ammirarlo e, per mostrargli il suo affetto gli pose il nome, che ancora porta con orgoglio, girasole.
Â
Â