In memoria ad Antonio Gelsomino
Thursday, November 21, 2024

L' eroe Mindia e la magia del seprente

I demoni catturarono Mindia e lo tennero prigioniero, per dodici anni, nel loro oscuro e magico regno.

Mindia notò che il più prelibato piatto dei demoni era la carne cruda di serpente, da cui sembrava acquisissero la maggior parte dei loro poteri soprannaturali.
Un giorno Mindia, superato il disgusto, prese un grosso pezzo di questa orribile carne e la ingoiò.
Restò molto stupito, di come un strano piacere, percorse tutte le vene del suo corpo.
Da quel momento, tutti i segreti della natura gli si palesarono: poteva ascoltare la conversazione tra due fili d'erba, interpretare i rumori delle foglie nella foresta.
Comprendeva perfettamente il linguaggio degli uccelli e degli animali.
I demoni, che lo tenevano in prigione, s’incollerirono molto, quando compresero che il loro prigioniero, come Prometeo, aveva accesso alla conoscenza del loro mondo segreto, che custodivano gelosamente.

 

Mindia, finalmente, riuscì a fuggire e tornare in patria nel Caucaso.
La tribù, subito, lo elesse a loro capo, poiché, fu in grado di rivelare l’ avvicinarsi del nemico, già dalle lunghe distanze, e di chiedere a tutte le piante e gli animali di allearsi con loro nella battaglia.
Con Mindia, tutta la tribù si sentiva invincibile.
Ma, purtroppo, il tempo del magico potere di Mindia, prima si affievolì poi cessò per sempre.
Si sposò e per sfamare la moglie ed i figli, oltre che per riscaldarsi doveva andare a caccia e tagliare la legna.
Le piante e gli animali, ormai, non lo ascoltavano più.
Mindia era terrorizzato ed angosciato per il futuro del suo paese, in quanto non riusciva più ad assicurare la supremazia della sua tribù sui popoli confinanti.
Il problema si evidenziò in occasione di un attacco al paese, da parte di una tribù barbarica limitrofa, del Caucaso settentrionale.
I compagni di Mindia, si precipitarono da lui e lo pregarono di assumere il comando per la difesa territorio della tribù.
Era conscio di aver perso i suoi vecchi poteri magici, e che non poteva più contare sugli amici del mondo vegetale ed animale, per assumere le necessarie informazioni sui movimenti del nemico.
Da solo, scelse l’area dello schieramento, per condurre la battaglia difensiva, che si rivelò non adeguato.
Dall’area della battaglia lo evacuarono, perchè ferito a morte, e poté solo osservare, da lontano, il suo villaggio che bruciava sotto gli atroci attacchi portati del nemico.
Tutto bagnato di sangue, morì sul prato.

 

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