Le divinita' giapponesi
Amaterasu gridò dal suo palazzo scintillante rivolgendosi al nipote, il principe Ninigi:
- Esci fuori della tua camera celeste di roccia e va a gestire i grandi campi del riso sempreverdi.
Lei gli offrì molti doni: le gemme dalla profondità della montagna celeste, il cristallo trasparente come un raggio di sole, la spada di suo fratello Susano, forgiata dalla coda del terribile drago. Gli diede anche lo specchio, il cui splendore una volta la condusse fuori dalla grotta, e gli disse così:
- Conserva con cura questo specchio, appena lo guardi, ti mostra la mia immagine.
Erano state invitate innumerevoli divinità ad accompagnare il Principe Ninigi e tra loro c'era anche Udzume, la dea danzatrice.
Le divinità proseguirono verso la strada che scendeva sulla terra , ma improvvisamente ad un bivio, dove il celeste sentiero si divideva in otto diversi percorsi, sorse una divinità di dimensioni giganti, dai suoi occhi lampeggianti uscivano fiamme. Le divinità quando videro quella creatura si spaventarono, e si voltarono indietro. Solo la bella Udzume si mise davanti al mostro gigante, e gli disse:
- Chi sei tu e come osi interferire nella nostra discesa sulla terra?
Il mostro colpito dal coraggio della giovane divinità Udzume e del suo animo meraviglioso, le rispose con gentilezza:
- Io sono il dio della terra, mi chiamo dio Proselka e le mie intenzioni sono buone . Esco per incontrare il principe Ninigi, e per premura gli voglio fare da guida attraverso Principe Saruty. Il grande dio Proselka presentò a Udzume il principe Saruty che si fecero auguri di buona salute.
La Dea, quando udì queste parole felicemente gli disse:
- Le divinità scendono sulla terra, e voi avrete l'opportunità di accogliere il Principe Ninigi. Il Dio Proselka rispose:
- Vi invito a scendere nella montagna Takahihi, in Tsukushi. Dovete salire sulla cima della montagna dove Vi aspetto per un ricevimento.
Udzume si voltò di nuovo verso gli dèi e diede a loro questo compito. Quando il principe Ninigi sentì le sue parole, attraversò il bivio delle nuvole e il ponte celeste, e proseguì per la collina Takahihi.
Principe Saruty e Prince Ninigi vagavano attraverso il paese, attraversarono la catena delle montagne e dei laghi, gli immensi campi di bambù, di infinite foreste di pini, di fiumi e di valli. Alla fine Il Principe Ninigi disse:
- Questo paese, baciato dal sole del mattino e illuminato dal sole della sera – è un felice, benedetto paese.
Poi iniziò a costruire il suo palazzo. Colonne e pareti erano sollevate dal profondo delle valli, e il tetto si innalzava fino al cielo blu. In questo castello Ninigi iniziò a vivere da solo. E disse a Saruty:
- Il povero Dio Proselka è ritornato solo alla sua patria. Lui era la nostra guida, e per ricompensare la sua gentilezza voglio che Udzume diventi sua moglie e regina del suo paese.
Udzume obbedì a Ninigi e Saruty, grazie al suo coraggio, all'allegria e la bellezza, ottenne il rispetto e l'amore di tutti.
Un giorno però il Principe Ninigi notò una bella e giovane ragazza, figlia di dèi, che camminava sulla spiaggia. I due si incrociarono e lui le domandò:
- Qual è il tuo nome? Lei gli rispose:
- Sono la figlia del dio "Signore delle catene montuose, il mio nome è Ko-no-Khan, la principessa “fiore dell’abero.”
Il principe si innamorò immediatamente della bella principessa. Andò dal dio delle catene montuose per chiedergli la mano di sua figlia.
Ma Ojo Yama aveva anche un altra figlia maggiore di nome Yaha-Naga, che non era cosi buona d'animo come sua sorella; il dio della montagna desiderava discendenti dal principe Ninigi che avrebbero vissuto per sempre, non come i fiori degli alberi. Pertanto, Ojo Yama invitò le loro figlie e le presentò davanti a Ninigi con vesti lussuose e doni preziosi. Ma il principe era talmente innamorato della bellissima principessa Ko-no-Khan che neppure guardava Yaha-Naga. Yaha-Naga ferita, con voce feroce gli gridò dalla rabbia: - Se mi prendi per moglie, noi e nostri figli vivremo per sempre sulla terra, ma nel momento in cui bacerai mia sorella, i tuoi discendenti avrano una vita breve come i fiori degli alberi.
Proprio quello che accade sulla terra che la vita umana è così breve in confronto alla vita degli antichi dèi.
Per un po’ di tempo il Principe Ninigi e la Principessa Ko no Khan vissero felici ma un giorno apparve una nuvola nera che oscurò la loro vita.
Ko-no-Khan era di una bellezza dolce, fresca come il mattino, pura come il bianco fiore, viva come una ciliegia. Lei amava il sole e la brezza leggera dell’ ovest. Amava la pioggia sottile e le notti tranquille d'estate.
Ma all’improvviso nel cuore di Ninigi esplose una inspiegabile invidia. Nel dolore e nella disperazione,lui bloccò la principessa Ko-no-Khan nel suo palazzo e ordinò di bruciarlo. Le fiamme penetravano sempre di più nella profondità delle pareti del palazzo - Ninigi quando vide il fuoco venne preso dall’orrore e iniziò a disperarsi . Ma improvvisamente dal palazzo in fiamme uscirono tre ragazzi piccoli che esclamavano: papa, papa! il principe Ninigi contento di vedere bella Ko-no-khan sana e salva le andò incontro e si gettò ai suoi piedi chiedendole perdono. I tre figli furono chiamati come segue: Hо-zeri – scintilla ardente, Hо-zuzeri – carbone acceso e Hо-vori – morte ardente.
Per molti anni Ninigi divise il potere con i suoi figli e poi tornò nel cielo azzurro e lasciò tutto il potere sulla terra ai figli.
Immagine:morguefile