Mitologia norrena
Il popolo sepolte il grande cavaliere con onore. Il vecchio Re Sigmund non voleva rimanere a Worms nemmeno un giorno in più. Così andò da Krimhilde e le disse:
- E’ ora di tornare a casa a Xanten. Qui noi non siamo benvenuti. Nei Paesi Bassi tu sarai la regina. Tutto il paese obbedirà la loro padrona, e tutti i guerrieri di Siegfried ci servirono fedelmente.
- Sono pronta, - si convinse Krimhilda - ce ne andiamo via da qui.
Sigmund immediatamente diede l'ordine alla servitù di preparare il necessario per la loro partenza. I servi obbedirono. Iniziarono subito a riordinare i vestiti in casse e cofanetti, riportarono i loro cavalli dalle stalle, e li disposero per la partenza.
Mentre Sigmund si stava organizzando per riprendere il viaggio verso sua terra, Gernot e Gizelher i fratelli di Krimhilde supplicarono la sorella di restare a Worms con la madre, dicendole che restare a casa era più facile che in un paese straniero.
- E' impossibile - disse ai fratelli. - Non potrei piĂą guardare quelli che mi hanno fatto soffrire, e morirei dal dolore se dovessi vedere Hagen. Lo odio!
- Farò in modo che non lo incontrerai mai - Il giovane Gernot assicurò la sorella.
Anche la madre le consigliò di rimanere: - Cosa va a fare mia figlia in una terra straniera? Tu non hai i parenti lì. Rimani a casa tua, qui ti troverai meglio.
Le parole della madre convinsero Krimhilda, e lei accettò di rimanere a Worms.
Poco dopo arrivò il Re Sigmund.
- I cavalli sono pronti, i guerrieri di Siegfried sono pronti ad agire se serve. Fai in fretta Regina! Non vedo l'ora di lasciare questa terra.
- I miei più fedeli parenti mi consigliano di restare qui – gli disse Krimhilda. - Nei Paesi Bassi, non ho parenti. Li sono straniera. Ma il vecchio re ricordò a Krimhilda:
- Pensi la stessa cosa per tuo figlio! Le sue parole furono invane, ma Krimhilda giĂ aveva deciso:
- Qui c'è la tomba di mio marito. Come posso lasciarla? Io vivo con i miei parenti, prendi tu cura di mio figlio.
Il Re con profondo dispiacere diede addio a Krimhilda:
- Resta in pace. Temo che non ci rivedremo piĂą, non ho minima intenzione di mettere piĂą piede su questa terra, mai piĂą.
Il Re non volle salutare nessuno e abbandonò il castello accompagnato dai suoi cavalieri. Solo Gernot e Gizelher lo seguirono fino a cancello.
- Dio sa che io sono innocente della morte di Siegfried, - disse Gernot al vecchio Re quando gli diede l'addio – mi dispiace quanto te per quello che è successo.
Per quattro anni, Krimhilda aveva vissuto a Worms soffrendo per Siegfried. Durante tutto questo tempo non scambiò una sola parola con Gunter e Hagen e non li incontrò nemmeno una volta. La madre, e i fratelli Gernot e Gizelher provarono a consolarla, ognuno a modo suo, ma lei rimase sorda alle loro parole.
Un giorno il re Hagen disse a Gunter: - E ' ora di fare pace con vostra sorella Krimhilde. Poi, forse, riusciremo a portare il tesoro dei Nibelunghi qui.
- Dobbiamo convincere - osò aggiungere Gunter - i miei fratelli Gernot e Gizelher, lei si fida soltanto di loro. Forse per mezzo loro riusciremo a fare pace con lei.
Gernot e Gizelher accettarono volentieri di mettere una buona parola per convincere Krimhilda di fare pace. Così Krimhilda finalmente convinta diede al Re il suo consenso.
Gunter andò da lei, accompagnato dai parenti - solo Hagen non ebbe il coraggio di apparire nella sua dimora. Il fratello e la sorella si abbracciarono in lacrime. Krimhilda perdonò a tutti omicidio di Siegfried tranne che ad Hagen. Dopo la riconciliazione, la regina si convinse rapidamente a trasferire il tesoro dei Nibelunghi a Worms. Aveva ottenuto un tesoro come un dono da Sigrifd, come di solito accade nelle famiglie reali. Il tesoro era di proprietà di Krimhilda, e lei ne poteva disporre come voleva.
Gizelher e Gernot con i loro soldati andarono a prendere il tesoro di Nibelunghi. Presero il tesoro da Alberich, il nano possente. Alberich non poteva ignorare gli ordini di Krimhilda, così diede tutto a loro.
C' erano voluti quattro giorni e dodici enormi carri per trasportare tutto il tesoro.
Krimhilda riempì di gioelli tutte le stanze vuote e le torri. Era una donna generosa e appena si diffuse la notizia che Krimhilda aveva ricevuto innumerevole ricchezze, molti cavalieri e soldati comuni iniziarono a venire da lei e chiederle i doni. E lei generosamente non rifiutò nessuno. Donò soldi a tutti sia ai ricchi che ai poveri.
A Hagen non piacque molto la generositĂ di Krimhilda e mise in guardia Gunter:
- Se continua così Krimhilda distribuirà tutto l'oro dei Nibelunghi, quindi raccoglierà intorno a sé molti cavalieri, così dopo difficilmente potremo affrontarli con loro.
- Quell’oro è suo e lei può fare quello che vuole. Sì, e ti ricordo Hagen, di recente abbiamo fatto pace con lei. Se interferisco nei suoi affari, ancora una volta diventerò il suo nemico.
- Una persona prudente non deve lasciare nelle mani di una donna un tale tesoro - ha insistito Hagen.
- Ma ho promesso di non causarle più nessun dispiacere e continuerò a mantenere la mia promessa! - aggiunse Gunter.
- Bene, così sia, e tanto meno sarà tutta colpa mia!
Hagen derubò le chiavi a Krimhilda, segretamente prese il tesoro e lo spostò. Nessuno lo fermò.
Gunther e i fratelli informarono subito la sorella del nuovo disastro, causato da Hagen. Lei si arrabbiò con i fratelli, ma presto si calmò. Non sfiorò neppure un capello a Hagen.
Krimhilda continuò a vivere a Worms odiando Hagen con tutto il suo cuore ed incapace di dimenticare Siegfried.
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