In memoria ad Antonio Gelsomino
Sunday, December 22, 2024

La leggenda di Beowulf(originale)

beowulf

La leggenda di Beowulf

e’  il testo più importante e più ricco della letteratura anglosassone, narra dell’eroe che ha sconfitto due mostri orribili. Un fortunato re di Danimarca, Hrodgar, si fa costruire una splendida reggia, il "Cervo", che progetta come luogo di pace sociale e di feste, ma che presto viene infestata da un orco gigantesco proveniente da una misteriosa zona paludosa: Grendel.

"Per il Re degli Scyldingas la prova fu terribile: il crollo del coraggio. Più volte si sedettero

a consiglio i notabili, studiarono un progetto:come fosse più utile che agissero gli spiriti forti,

in quel rischio orrendo. A volte, organizzavano sacrifici idolatri nei templi degli dei:

pregavano a gran voce che l'Assassino di anime(Demonio) gli venisse in soccorso

contro il Flagello(Grendel) pubblico. Queste erano le usanze, le chimere pagane;

nell'umore della mente rievocare l'Inferno. Non conoscevano l'Arbitro, il Giudice dei fatti: ignoravano Dio,

non sapevano adorare, l'Elmo dei Cieli, il Padrone della Vittoria(Dio)."

Dopo dodici anni di impotenza e di stragi, un giovane principe geata(della Svezia Meridionale), Beowulf, traversa L'Oresund per venire in aiuto a Hrodgar. E' dotato di una forza fisica assolutamente eccezionale:

"Così, oggi, il suo ardito figlio è venuto a trovarmi, da un amico fedele!

Me l'avevano detto i marinai che portavano regali preziosi ai Geati,

in segno di stima, che aveva la forza possente di trenta uomini

nella stretta di pugno, e una sua fama di guerra. Ce l'ha mandato Dio,

con rune favorevoli, a noi, Danesi dell'Ovest, come ho fiducia e spero,

contro l'orrore di Grendel.

e decide di attaccare Grendel a mani nude:

"Affronterò il Nemico a mani nude, combatterò per la vita, nemico contro nemico.

Poi si affidi al giudizio di Dio, quale dei due si porterà la morte. Suppongo che abbia

intenzione se appena gli riesce, di mangiarsi senza scrupoli, in questa sala di guerra,

la gente dei Geati come ha fatto altre volte, il fiore dei famosi guerrieri.

Non dovrai coprirmi la faccia colorata di sangue(mi avrà portato via),

se mi coglie la morte. Si prenderà, il Solitario(Grendel), il mio corpo nel sangue,

penserà lui a seppellirlo, sbranandolo senza rimpianti, ne contrassegnerà le alture

degli acquitrini; e tu non darti più pena per queste mie membra mangiate.

La notte stessa ha luogo un terrificante duello tra Beowulf e Grendel:

"Venne di notte nera, il Viadante dell'Ombra(Grendel) di soppiatto. Dormivano gli arcieri

che dovevano guardare la fabbrica a spioventi tutti tranne uno. Fu chiaro agli uomini che

se l'Arbitro non vuole, non è lecito al Flagello colpevolle trascinarli nell'ombra. Ma lui(Beowulf),

tenuto sveglio dall'animosità contro il Nemico, attendeva, con la mente gonfia di rabbia,

l'esito dello scontro."

Finalmente Grendel arriva:

"Arrivò, finalmente, alla sala, il guerriero escluso dai piaceri(Grendel).

Il portone cedette subito(assicurato da spranghe forgiate) appena toccato col palmo.

Con malvage intenzioni poi spalancò(schiumava) la bocca della fabbrica(La porta)."

"Camminava, con furia nella mente. Dagli occhi sgorgava, identica al fuoco,

una luce non bella. Scorse, dentro la reggia, numerosi guerrieri.

Dormiva, la scorta fraterna, stretta addosso, una schiera

di giovani guerrieri. Allora gli rise(Grendel) la mente.

Progettò di amputare, prima che il giorno sorgesse,

il Mostro terrificante, da ogni corpo la vita, dato che gli era toccata

la speranza di un pranzo a sazietà."

"Non che il Mostro pensasse di prendere tempo: acchiappò invece subito,

l'attimo successivo, un uomo addormentato. Lo sbranò senza sforzo: gli morsicò la cassa

delle ossa, gli bevve il sangue dalle vene, l'ingoiò, a grossi morsi. In un istante aveva

mangiato tutto il morto, mani e piedi compresi."

La notte stessa ha luogo un terrificante duello tra Beowulf e Grendel, che ha la peggio
e riesce a scappare solo lasciandosi strappare un braccio:

"Poi venne più vicino: afferrò con la mano il guerriero(Beowulf), lucido e attento,

sul suo letto, gli tese la dita sopra, il Nemico. Ma lui si accorse subito dell'intenzione

perfida e insorse, contro quel braccio. Capì allora, d'un tratto, il pastore dei crimini,

di non avere mai visto nelle regioni terrestri del Mondo di Mezzo un altro uomo

con mani più forte e più dure. Gli nacque nella mente paura per la sua vita; e non

poté più muoversi. Smaniava e pensava di andarsene, sperava di scappare nel suo

covo, raggiungere il convegno dei diavoli. In situazione del genere non si era

mai trovato, nei giorni della sua vita."

"Ognuno dei due odiava la vita dell'altro. Si aprì una piaga, sul corpo del

Mostro spaventoso: gli apparve sulla spalla una vasta ferita.

I tendini saltarano, scoppiarono le casse delle ossa. A Beowulf fu concesso il

trionfo in quel duello. Grendel sarebbe scappato di lì, malato di morte,

per paludi e pendici, a ritrovare il covo senza gioia. Sapeva più che

certamente che era arrivata la fine della sua vita, e il compito dei giorni dei suoi giorni."

Beowulf attaccato al tetto del Cervo il braccio dell'orco in segno di vittoria, e viene festeggiato, lodato, ricompensato per il suo coraggio dal re e dalla regina.

 

La madre di Grendel, creatura ancor più vile, cerca di vendicare l'assassinio di suo figlio:

"Fu presto manifesto e noto in lungo e largo che, dopo tante stragi e dopo tanto tempo,

restava ancora in vita un Vendicatore, dopo le angosce di quella guerra. La madre di Grendel,

una Donna Mostruosa, rimuginava i suoi mali...

E adesso sua madre, rapace e ratristata, intendeva intraprendere un viaggio luttuoso

per vendicare il figlio morto."

così Beowulf  inseguito dalla madre di  Grendel, scende nella sua caverna di cristallo sott'acqua:

"Allora la Lupa del lago, calando verso il fondo, si portò nella tana il signore degli anelli(Beowulf): che, perciò,

non poteva, per animoso che fosse, maneggiare le armi; e molte meraviglie(mostri) lo straziarono, in quegli abissi,

mille bestie marine gli punsero la camicia di guerra(la cotta di maglia) con i corni agguerriti, gli minacciarono morte.

Si rese conto, infine, il conte(Beowulf) di trovarsi dentro una sorta di odioso stanzone senza più disturbarlo neppure

un filo d'acqua: nè poteva toccarlo la morsa improvvisa della marea, per via della volta dello stanzone.

Vide un bagliore di fuoco: un chiaro sfolgorare di livide fiamme. E si trovò di fronte la Lupa degli Abissi(la madre di Grendel),

la gigantesca Donna della laguna."

beowulfemostro

Dopo una battaglia che dura ore Beowulf  perde la sua fedele spada . Come nella storia di Re Arthuro,  trova un'altra spada magica e uccide terribile madre di Grendel:

"Vide, su un mucchio di arnesi, una lama dotata di vittoria, una spada antica di giganti(lavoro straordinario), un segno

di prestigio per qualunque guerriero, la perla delle armi. Soltanto era più grande di quante mai nessuno avrebbe potuto

portarne nei giochi della battaglia: preziosa e bella, un lavoro titanico. Afferrò l'elsa a cappio(la spada),il temerario Scylding(Beowulf): inferocito, crudele come una spada, sguainò l'arma ad anello, colpì con forza, disperando della

sua vita, così che la raggiunse durante alla gola.

Si ruppero gli anelli della ossa(le vertebre): la lama traversò fino in fondo la casa condannata della carne(il corpo).

La donna crolò sul pavimento. La spada era cruente, e il geurriero contento di quanto aveva fatto.

Si gettò(Beowulf) subito a nuoto, dopo avere vissuto, nello scontro l'orrore della battaglia contro

la furia nemica: riattraversò le acque. Il tumulto dei flutti era completamente sgombro(dai mostri), e le immense

terre, da che l'Orco di Fuori aveva abbandonato i giorni della sua vita, il suo precario disegno(la sua sorte del destino).

Venne rapido a riva, l'elmo dei navigatori(Beowulf), il nuotatore d'animo forte. Era assai felice dei suoi trofei

acquatici, del carico importante che portava con sé."

Nel regno di Hrodgar  si ristabilisce la pace e la tranquillità, e Beowulf, viene generosamente ricompensato dal Re per averlo riportato alla sua casa nel sud della Svezia, e diventa il Re Gauto. Cinquant'anni dopo, ritroviamo Beowulf re dei Geati, vecchio e famoso. Improvvisamente un drago, che dorme dentro a un tumulo funerario sorvegliando il tesoro di un popolo scomparso:

"C'erano molte, in quella stanza interrata: ricchezze arcaiche, l'immenso lascito di una nobile stirpe, che in giorni lontani un uomo

non so chi, per riflessione e scrupolo aveva lì nascosto: tesori rari.

Li aveva colti tutti la morte, in quel passato lontano, e l'unico rimasto del fiore del suo popolo, che era sopravvisuto più a lungo

di tutti a piangere degli amici e a montare la guardia, si aspettava lo stesso: si riuscire a godersi per brevissimo tempo

quelle lunghe ricchezze. A portata di mano sorgeva nella campagna un tumulo, vicino alla risacca del mare,

accanto a un promontorio, recente, reso sicuro ad arte e impenetrabile. La dentro trasportò il custode degli anelli(l'ultimo superstite)

le ricchezze dei conti(il tesoro del popolo scomparso): oggetti che valevano tesori, lamine d'oro, e disse poche frasi:

Terra, conserva tu, adesso che gli eroi non possono più farlo le proprietà dei conti. Pensa, un tempo da te sono state

cavate, queste ricchezze.....

Con mente lugubre, piangeva la sua pena, solo, in nome di tutti: nell'infelicità passava giorno e notte, finchè gli giunse

al cuore i getto della morte. Abbandonata all'aperto, l'antico Flagello dell'Alba(il drago) che infesta, fiammegiando, i tumuli,

trovò la gioia del tesoro: un nudo drago violento, che vola per la notte circondato di fuoco;

gli abitanti dei campi lo temono moltissimo. Si impegnò a frequentare sottoterra il tesoro; e lì,

esperto di inverni, guarda quell'oro pagano e non se ne fa niente."

Drago si trova derubato di una preziosa coppa:

"Così da trecento inverni quel pubblico Flagello occupava sottoterra una stanza del tesoro, con forza straordinaria,

quando un uomo, da solo, gli sconvolse la mente. Aveva portato al suo feudatario la coppa laminata, e aveva

implorato dal suo signore un impegno di pace.

Guizzò(il drago) lungo la roccia e scoprì, il cuore duro, l'impronta del nemico: era uscito passando,

con segreta perizia, acconto alla testa del drago. Come lui, chi non è ancora condannato supera

facilmente malanni e viaggi in esilio, se si conserva il favore del Padrone(Dio). Il guardiano(il drago)

del tesoro studiò il terreno con cura, deciso a rintracciare l'uomo che, mentre dormiva, l'aveva

aspramente umiliato. Rovente, a mente sconvolta, girò più volte intorno all'esterno del tumulo.

Non c'era nessuno, in quel deserto: pure, lui pregustava la battaglia, il lavoro di guerra, e ogni tanto

tornava sul tumulo, e cercava la sua preziosa coppa. Scoperse subito che un uomo aveva frugato

gli ori, i superbi gioielli."

Esce allora a volo, di notte, e devasta con il suo fiato di fuoco l'intero paese e la reggia di Beowulf:

"Il custode del tesoro(il drago) attese, a gran fatica, che scendesse la sera. E intanto si gonfiava di rabbia,

il pastore del tumulo(il drago): progettava, il Nemico, di ripagare col fuoco il suo raro boccale. Poi il

giorno se ne andò a genio del Serpente: non intendeva fermarsi più a lungo sopra al vallo.

Ma s'involò nel fuoco, circondato di fiamme. L'inizio fu tremendo per la gente del luogo,

come sarebbe presto stata penosa la fine, al loro donatore di gioie. E così lo Straniero(il drago)

prese a sputare fiamme, a bruciare le chiare case. Si alzò un bagliore d'incendio, fra l'orrore

di tutti: non voleva lasciare nulla di vivo, il Nemico volante per l'aria."

Il re si decide allora ad attacarlo, anche per conquistare alla sua nazione il tesoro. Ma gli si spezza la spada, e il fuoco del drago lo avvolge:

"Il drago di fuoco aveva distrutto la fortezza della nazione, le terre verso il mare, la difesa del paese con le sue fiamme: quindi il re

guerriero, il principe dei Wederas, studio di vendicarsene...

Beowulf parlò, e per l'ultima volta disse parole di vanto: "Mi sono avventurato in molte guerre, quand'ero giovane.

E accetterei un'altra volta, io, l'esperto guardiano del popolo, di cercarmi faide, di farmi un gloria, se il perfido

Flagello(il drago) uscisse ad affrontarmi dalla sua stanza interrata...Allora dai polmoni, infuriato com'era, il re dei Weder-Geates fece uscire

un richiamo. Gridò, quel forte cuore: la sua voce echeggiò grandiosa, battagliera, sotto la roccia canuta. L'odio ormai era

eccitato: il guardiano del tesoro riconobbe la voce di un uomo. Non c'era più tempo per chiedere pace. Prima di tutto

uscì dalla roccia il fiato del Mostro, un rovente sudore di guerra: nè rimbombò la terra.

Nacque un terrore reciproco, nell'uno come nell'altro, decisi alla catastrofe...Alzò la mano, il signore dei Geati, colpì l'Orrore lucente

con la spada ancestrale, tanto che il filo lucido scivolò, su quell'osso(scaglie cornee), e morse meno forte di quanto sarebbe servito,

in quel pericolo, al re della nazione, schiacciato dalle difficoltà. Eruttò un fuoco di morte: corsero dappertutto le fiamme

di battaglia. Non poteva vantarsi di un trionfo glorioso, l'amico d'oro dei Geati(Beowulf). L'aveva tradito la sua lama

di guerra, nuda in quella violenza; e non avrebbe dovuto, quel ferro sempre efficace...Non passò molto  e i due mostri

tornarono a misurarsi. Aveva ritrovato il coraggio, il guardiano del tesoro(il drago). Accerchiato dal fuoco, alle strette, spasimava,

chi un tempo aveva retto un popolo(Beowulf).

Il drago si  avventò contro di lui e  dodici  suoi compagni, Beowulf  presto rimase solo perchè i compagni dalla paura lasciarono il campo della battaglia:

"E non gli si stringeva intorno la schiera dei suoi compagni più prossimi, dei figli dei principi, con le loro virtù di guerra.

Al contrario, se ne erano scappati nel bosco per salvarsi la vita. Solo in uno di loro bollivano i sensi di dolore.

Non si rovescia mai, la parentela, in chi ragiona bene."

Solo con l'aiuto di un giovane nipote, Wiglaf, Beowulf riesce finalmente a uccidere il mostro. Ne resta, però, ferito a morte e avvelenato. Per i Geati la scomparsa del loro difensore significherà il disastro: l'invasione dall'esterno, la prigionia e la scomparsa della nazione. Con lugubri presentimenti si prepara a Beowulf un grandioso funerale: il rogo e, subito dopo, la sepoltura in un tumulo in riva al mare, con tutto il tesoro accanto, "inutile come era sempre stato."

"Alla fine in giro al tumulo cavalcarono dodici figli di principi, strenui in combattimento, per lamentare il lutto,

la loro perdita, e piangere il re, per pronunciare un compianto poetico, per parlare di lui...Dissero che era stato

fra tutti i re del mondo, il più generoso con i suoi e il più cortese degli uomini, il più gentile con la sua gente,

e il più smanioso di gloria."

Dal libro: Beowulf (Einaudi tascabili) pubblicato nel 1992

Immagine sulla sinistra: Grendel di Francois Beranger

Immagine sulla destra: Battaglia con Drago di Chris Dean

 

 

 

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