La dimensione dell'uomo dopo la morte
In precedenza, è stato accennato alla costituzione dell’uomo secondo le tre costituenti fondamentali che lo identificano (Materia – Spirito – Essenza); consideriamo ora, per iniziare il ragionamento, il solo Spirito, in quanto è questo che deve scegliersi e procedere attivamente, nelle diverse esperienze.
Quando avviene il decesso, conseguentemente si ha il distacco dello Spirito dalla Materia (ed il Perispirito, pertanto, cessa la sua funzione di “collante”); da questo momento inizia, quindi, l’esperienza astrale; lo Spirito in effetti verrà “catturato” in una dimensione priva di “luce” denominate “Pentas” e che si colloca idealmente fra la vita e la morte: una stazione intermedia.
Nel Pentas, la cui funzione non è solo legata a tale scopo, lo Spirito rimarrà in attesa di un “richiamo”, verso il livello che dovrà occupare, per il completamento della sua esperienza esistenziale.
Ottenuto questo “richiamo”, lo Spirito procederà nel suo cammino, ed ecco che finalmente, giungerà nell’aldilà, ovvero andrà ad occupare il livello di competenza.
L’Aldilà non è comunque descrivibile, possiamo soltanto ribadire che, in questa situazione, lo spazio ed il tempo non esistono; a tali parametri, puramente umani, si sostituisce, il particolare concetto, di Situazione, che è impensabile razionalizzare e quindi descrivere in questi scritti: sia, comunque, sempre chiaro che ogni discorso, improntato sulla comprensione dell’Aldilà, dovrà tenere conto di questa differente concezione identificativa, nella quale lo spazio ed il tempo non hanno, di conseguenza, alcun significato.
A tal proposito, riportiamo un brano di una comunicazione con l’Entità Silvano, che può aiutare a comprendere, seppur vagamente, questo concetto:
Domanda: “Silvano, quando non sei fra noi, cosa fai?”
R. Silvano:”Io sono sempre in seduta con voi”
Oltre, alla mancanza di spazio-tempo nell’aldilà sono assenti anche i sentimenti intesi umanamente, e le comunicazioni con i viventi avvengono per “Affinità spirituali” come già citato più in precedenza.
Dai diversi livelli in cui un’entità si trova, essa ha la possibilità di comunicare od interferire solo con i livelli a questa inferiori.
Ribadiamo, inoltre, il concetto che qualsiasi entità non è Onnisciente, ma soggiace ai limiti inerenti il suo livello particolare.
Per concludere questo argomento, interpretiamo con un’altra comunicazione di Silvano, la visione concettuale dei livelli esistenti nell’Aldilà:
Domanda: “Come potresti dare una rappresentazione di questi livelli?”
R. Silvano: “Come una scala i cui gradini sono fissati come numero, ma le situazioni no”
Domanda: “Sono compenetrabili tra loro questi livelli, o hanno una separazione?”
R. Silvano: “hanno una consequenzialità”.
E’ opportuno che per completezza aggiungiamo, inoltre, la nostra conoscenza circa il cocente dibattito in merito al “Libero Arbitrio” e “Determinismo”.
Questo è strettamente legato a quanto avviene nei livelli nel momento in cui un’Entità si trova ad operare una scelta per la continuazione delle esperienze, ovvero per il completamento dell’Essenza, e quindi, il raggiungimento della Verità.
In effetti, è in questo momento che lo Spirito, con la sua scelta, determina il proprio destino in qualità di futuro uomo (o come abbiamo già affermato in un qualsiasi altro possibile “mezzo” di sperimentazione, in qualsiasi ambito o dimensioni); il destino di conseguenza, viene ad essere determinato sin nei più piccoli particolari, in piena libertà, ma comunque, senza la possibilità di conoscere il risultato ultimo di questa scelta, fatta quindi prima dell’incarnazione.
Nel momento della concretizzazione della scelta stessa, l’uomo è da ritenersi predestinato, (tutto è già scritto) ma solo da sé stesso, ovvero dal suo Spirito, e quindi è effettivamente libero; questa situazione comunque, a livello “cosciente” non può essere riconosciuta poiché l’esperienza dovrà essere vissuta “ignorando” tale principio e Verità, con sempre invece presente il valore della volontà, che è da ritenersi sempre libera per ogni decisione.
Possiamo, allora concludere dicendo che ora, in qualità di viventi, possediamo il Libero Arbitrio, ma solo come espletazione di una decisione “già” avvenuta. Ovviamente, questo discorso deve essere concepito nell’insieme di una più vasta e completa visione della armonia Cosmica Universale e dei veri valori Trascendenti nei quali dobbiamo sentirci riflessi e partecipi; questo vuole anche dire che ovviamente per noi è impossibile fornire attraverso uno scritto valori che invece abbisognano di un rapporto completamente diverso; auspichiamo che l’approfondimento di questi ed altri discorsi fondamentali, possa sempre avvenire con e tra persone votate al bene, estremamente corrette e di buona volontà.