In memoria ad Antonio Gelsomino
Thursday, November 14, 2024

Il Reiki ad indirizzo teosofico di Helena Blavatsky

 

Il Reiki ad indirizzo teosofico di Helena Blavatsky

Il reiki che è illustrato nel presente manuale si ispira ai principi della società teosofica fondata da Elena Blavatsky nel 1875 a New York, ma il suo metodo è stato elaborato a seguito di un lungo processo di interpretazione dei testi esoterici della Blavatsky, i quali sono stati tradotti nella pratica del Reiki grazie all'opera di alcuni grandi maestri esoterici nel corso dello scorso secolo.

La società teosofica rappresentò, alla fine del 19º secolo, il movimento esoterico di riferimento per tutti coloro che, a livello internazionale, ricercavano una forma di sintesi, o di sincretismo, tra tutte le religioni, le scienze e le filosofie orientali e occidentali. Oggi questo straordinario obiettivo di crescita e di evoluzione culturale si manifesta nell'approccio scientifico definito ”consilienza", il quale propone la sintesi del significato di tutte le scienze, naturali e umane.

Negli ultimi decenni del 19º secolo iniziò il primo vero grande interesse della cultura occidentale nei confronti di quella orientale e Helena Blavatsky ebbe il grande merito di portare negli Stati Uniti e in Europa la conoscenza dei testi sacri orientali. La società teosofica può essere considerata il primo movimento New Age della storia, in quanto proclamava innanzitutto principi di condivisione, solidarietà e fratellanza universale, e si proponeva di approfondire e diffondere lo studio comparato delle religioni, filosofie e scienze umane e naturali nell'ottica nella ricerca del significato delle leggi della natura e del comportamento umano.

Negli anni ’30 del 20º secolo, alcuni membri della società teosofica italiana, tra cui l'ingegner Renzo Curti(1), si proposero l'ambizioso obiettivo di applicare ciò che gli studi condotti all'interno della società teosofica avevano elaborato fino a quel momento per costruire una disciplina pratica, fondata su un metodo di elevazione morale e spirituale alla portata di tutti, che consentisse di diffondere la conoscenza delle scienze esoteriche attraverso un approccio scientifico applicato ai rituali religiosi, alle arti marziali orientali e all’alchimia.

 

Essi capirono che gli studi, i dibattiti e le dispute teoriche all'interno della società teosofica erano diventati sempre più appannaggio di una élite culturale e sociale (in contrasto con gli scopi originali della società) e cercarono quindi all'interno nella cultura dell'Estremo Oriente un metodo ispirato a quello delle arti marziali, il quale permettesse a chiunque di elevarsi culturalmente e spiritualmente attraverso l'applicazione di pratiche che costituissero un ponte tra la materialità e la meccanicità della scienza occidentale e la spiritualità orientale.

Lo trovarono nel Reiki, il quale aveva già proceduto a una sintesi dei principi e delle tecniche da utilizzare all'interno di una pratica spirituale universale, ma che mancava di un rigoroso approccio scientifico fondato sul significato simbolico degli strumenti, degli esercizi e delle tecniche utilizzate all'interno della pratica di questa disciplina.

Secondo i Maestri spirituali della Società teosofica, infatti, il reiki che si stava diffondendo agli inizi del secolo scorso in Giappone era troppo marcatamente condizionato dalla mentalità e dalla cultura religiosa dell’Estremo Oriente, al punto da rifiutare ogni interpretazione in termini scientifici dei rituali rigidi e dogmatici su cui si fondava.

Il reiki che essi intendevano diffondere anche in occidente avrebbe quindi dovuto rappresentare un metodo di crescita e di elevazione spirituale, e non un metodo terapeutico come quello proposto dal reiki tradizionale. Si consideri, infatti, che la società teosofica accoglieva principalmente scienziati (si pensi al medico antroposofico Rudolf Steiner, ai medici psicoanalisti Wilhelm Berger e Helmut Wertheimer) ossia intellettuali che applicavano i principi del metodo scientifico nello studio, nella analisi dei fenomeni nella realtà e nella loro pratica professionale. Essi non potevano che rifiutare una pratica che proponeva la cura di disturbi fisici e psichici tramite rituali religiosi, come è ancora oggi nel reiki tradizionale, senza neppure prendere in considerazione l'esistenza e l'influenza della ricerca medica, psicologica e scientifica in materia di guarigione.

Nel corso nella seconda metà del secolo scorso, quando le scienze mediche e psicologiche avevano già iniziato il loro poderoso processo di ricerca, di scoperte, di aggiornamento e di approfondimento secondo i principi e il metodo scientifico, l'opera dei maestri della società teosofica italiana proseguì attraverso il continuo perfezionamento del metodo del Reiki, da quel momento definito “metodo Blavatsky”, il quale si arricchì via via del contributo di psicologi, teologi, sociologi, medici, psichiatri, i quali condividevano il principio fondamentale secondo il quale simboli e rituali esoterici dovevano essere interpretati e applicati alla pratica spirituale non in quanto tali, ma come strumenti di risveglio della conoscenza e della consapevolezza del singolo individuo; sul presupposto che l’energia necessaria per avviare e sostenere il processo di crescita e di guarigione spirituale andasse ricercato nelle risorse interne dell’uomo, e non in forze soprannaturali alle quali sottomettersi passivamente.

A seguito di viaggi in India, a Ceylon (l’odierna Sri Lanka) e in Giappone, essi giunsero alla conclusione che coloro che avevano alle spalle una vita di studio e di applicazione alla ricerca nelle scienze esoteriche e di quelle naturali e umane avrebbero dovuto ispirarsi al principio morale della condivisione del sapere e iniziare alle scienze esoteriche il popolo.

Per fare ciò, come si diceva, era necessario che coloro che volevano avvicinarsi a questo percorso di crescita e di conoscenza e di consapevolezza venissero "iniziati" da un maestro spirituale, con l'idea che i migliori tra loro avrebbero potuto a loro volta acquisire le competenze e la qualifica di maestri in scienze esoteriche e diffondere così il metodo Blavatsky.

In comune con il metodo Usui, queste due forme di reiki hanno mantenuto il ricorso a protocolli e tecniche sotto forma di rituali, e il presupposto tipicamente esoterico della iniziazione alla pratica spirituale da parte di un maestro. A parte ciò, i due metodi differiscono in maniera molto netta, in quanto il metodo Blavatsky rifiuta di assecondare il richiamo suggestivo della superstizione e della religiosità applicata alla cura di disturbi fisici e psichici. A differenza del reiki commercialmente diffuso, perché facile e non impegnativo, esso si basa su un approccio scientifico all’uso di simboli e rituali e sulla consapevolezza e partecipazione attiva del singolo individuo al processo di guarigione spirituale, fondata sullo studio, il lavoro e la condivisione dei risultati.

1 E’ dagli appunti raccolti dall’Ing. Renzo Curti che sono tratti gran parte degli insegnamenti esoterici illustrati all’interno dei manuali di formazione al Reiki Blavatski.

  • Tratto dal libro "Manuale di Reiki I livello" di Davide Lamberti, Monica Bentivoglio
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