La respirazione secondo la fisiologia
Se potessimo osservare un "filmato" radiografico di una persona in piedi mentre respira correttamente, potremmo facilmente vedere i movimenti della gabbia toracica. Meno percettibili sono invece i movimenti della colonna vertebrale. Le sue curve fisiologiche si accentuano oppure diminuiscono a seconda della fase respiratoria, producendo dei movimenti “a fisarmonica”.
L'aspetto normale della colonna vertebrale, con la testa ed il bacino pressoché in asse, si modifica durante le fasi della respirazione. Durante l'inspirazione le curve si accentuano, la testa si estende, la mandibola si solleva, l'occipite si abbassa e il bacino bascula anteriormente. Durante l’espirazione, invece, avviene l'opposto: le curve si riducono, la testa si flette in avanti, la mandibola si abbassa, l'occipite si alza e il bacino bascula posteriormente. Questi movimenti sono, ripetiamo, molto lievi. Ancora più piccoli e di conseguenza definiti "micro movimenti" sono quelli che le vertebre fanno continuamente durante tutto questo processo.
Durante ogni ciclo respiratorio, infatti, le vertebre si flettono in avanti e indietro. Tali movimenti sono essenziali per il mantenimento della flessibilità della colonna vertebrale e delle articolazioni ad essa legate.
Proprio su questi movimenti della respirazione occorre concentrarsi e portare la nostra attenzione, accentuando movimenti e micro-movimenti della colonna vertebrale per sfruttarne al massimo gli effetti benefici di ampliamento della consapevolezza di sé e della energia che viene scambiata con l’esterno, per conseguire un corretto riorientamento tra i vari segmenti della colonna vertebrale e del bacino, per mantenere la flessibilità dell'intera colonna e ripristinare l'equilibrio statico-dinamico.
La respirazione secondo il taoismo
Il taoismo si fonda sull'idea della alternanza continua tra gli opposti Yin e yang, o tra materia ed energia, la quale fluisce in tutto l’universo. Il collegamento tra queste due dimensioni può essere ben rappresentato dalla respirazione che, nell'essere umano, costituisce uno dei ponti che collegano la materia del corpo fisico con l'energia universale. Sia il taoismo, sia l'induismo lasciano uno spazio minimo, se non irrilevante, alla individualità, alla creatività, alla dignità umana, collocando la vita degli esseri umani all'interno di un ciclo e di una dimensione spirituale costruita come un precisissimo meccanismo ad orologeria, la cui struttura e il cui movimento sono eterni e all'interno dei quali l'essere umano,elemento insignificante, deve porsi con assoluta sottomissione, dedicando la propria vita all'adeguamento rigoroso alle regole imposte dal meccanismo universale nel quale è inserito.
In quest’ottica, tutto, compresa la vita di ogni essere umano, è già stato scritto (la dimensione del tempo, e quindi della vita, è ciclica e non progressiva, per cui non può mai accadere nulla di nuovo), per cui ogni individuo non è nient'altro che una parte di un meccanismo di dimensioni universali e il cui compito è semplicemente quello di eseguire delle istruzioni già scritte e immutabili.
Tutta la vita degli esseri umani, secondo la concezione orientale del taoismo e dell’induismo, si svolge fondamentalmente come una condanna (resa ancora più evidente nell'aberrante sistema delle caste induiste, tuttora ben diffuso), in quanto ogni aspetto della vita di ogni individuo, a cominciare dalla respirazione, dall’alimentazione, e in genere dai bisogni fondamentali e fisiologici, è già regolata da leggi inderogabili che prescrivono in maniera puntuale e rigorosa la modalità con cui ciascuno deve vivere la propria vita.
In quest'ottica, le tecniche respiratorie hanno lo scopo di mettere in contatto con l'energia universale la quale, nel taoismo, si ritiene che potrà da sola compiere una sorta di rigenerazione dell'energia individuale. Il fine, secondo la mentalità ossessivo compulsiva di ricerca dell'armonia a tutti i costi cui si è accennato, resta sempre quello di ristabilire all'interno dell'organismo la circolazione delle energie bloccate.
Come si può osservare, infatti, non esiste il minimo interesse per lo svolgimento di qualsiasi attività che sia rivolta alla promozione della salute e del benessere. Quella che va salvaguardata è soltanto l'armonia universale. Se il taoismo porta l'attenzione su quella individuale, è solo perché essa è necessaria per non creare neppure il minimo squilibrio nel Tao, squilibrio che assume lo stesso significato che nelle religioni monoteiste occidentali ha il concetto di peccato.
Il corpo è quindi solo uno strumento, uno strumento privilegiato di relazione tra la coscienza (interiorità) e l'universo (esteriorità). Esso diventa un luogo di incontro, purché in perfetta armonia, tra spirito e materia. Il respiro è un modo per dialogare con il proprio corpo, di parlare a tutte le cellule per ottenere da loro la manifestazione cosmica della perfezione del tao.
Secondo Pao Pou Tsen : “ nel cominciare ad apprendere il vero impiego della respirazione, il praticante deve inalare l'aria dal naso e contare mentalmente i battiti del suo cuore.
Dopo aver contato 120 battiti, deve esalare l'aria dalla bocca. Mediante questa pratica graduale, egli deve aumentare l'intervallo della sospensione della respirazione…… ” (Nei-Ching, 1995).
Come si può osservare, l'obiettivo consisteva nel riuscire a trattenere il respiro il più a lungo possibile (l'ossessione tipica delle religioni orientali e la loro fobia per la possibile perdita di energia vitale ha condotto nel corso dei millenni a elaborare vere proprie tecniche per la conservazione dell'energia, come quelle di respirazione, ma anche quelle impiegate nella dottrina del Tantra di conservazione delle fluido vitale emesso con l'eiaculazione, che andava evitata e comunque ritardata a tutti i costi). Questo metodo era conosciuto come "respirazione embrionale" e consisteva da un lato nel trattenere il respiro, dall'altro nel lasciarlo vagare nel corpo (fusione del respiro) in modo che questo fosse penetrato dall’energia Chi.
Un altro metodo, parallelo e alternativo a quello della respirazione embrionale, consisteva nel condurre il respiro con la visione interiore (Nei-Konan), tecnica sorprendentemente identica a quella dello yoga; mediante la concentrazione mentale si dirigeva in questo modo l'energia mentale verso il punto del corpo prescelto, per destarlo o per guarirlo.
Tratto dal libro: Manuale di pranoterapia di Davide Lamberti, Guido A. Morina