Il “TITOLO”
III. UNICITA’ E ORIGINI DEL TITOLO
Due questioni sono poste e ancora suscitano l’interesse degli studiosi:
1. Unicità del Titolo: si tratta di un solo titolo sotto duplice denominazione, oppure di due Titoli distinti: quello di S. Silvestro nella casa romana sotto l’attuale basilica di S: Martino; e quello di Equizio in altro posto, forse nel “vicus suburanus” presso la chiesa di S. Lucia?
Secondo un’antichissima tradizione, confermata da quasi tutti gli studiosi, si tratta di un solo titolo, con doppia denominazione: Equizio, da donatore; Silvestro, dall’organizzatore o meglio dal culto sviluppatosi nel Titolo verso di lui.
Secondo il Loernetz il titolo, designato con il nome di Equizio fino al 499, fu in seguito detto di S. Silvestro da quando papa Simmaco lo dedicò a lui, sanzionando così una canonizzazione popolare.
Il movimento di canonizzazione spontanea era nato tra i fedeli che frequentavano il titolo e veniva promosso da un chierico del medesimo.
2. Le origini del Titolo: se l’attuale edificio romano, oggi comunemente designato come “titolo”, fu costruito per esigenze di culto, oppure se è una trasformazione a questo scopo di una costruzione precedente?
In base a recenti studi le parti più antiche di questo edificio romano possono datarsi al II secolo, con forti ampliamenti nel III.
Le prove finora portate per suffragarne la funzione per il culto cristiano o per una sua utilizzazione in questa linea alla fine del III e nel IV secolo sono insufficienti allo scopo e in contrasto con i dati archeologici.
Agli inizi infatti era adibito a scopi commerciali (un mercato coperto o un magazzino).
Collegato con questo edificio, sorgeva verso est un altro costruito nel III secolo.
In quest’ultimo papa Silvestro fondò il Titolo, accomodando i locali alle esigenze del culto e delle riunioni della comunità cristiana.
Su questo Titolo sorgeranno poi successivamente le basiliche di Simmaco e di Sergio II.
L’ambiente del Titolo venne ampliato nel secolo VI per volere di papa Simmaco: i due edifici sopraindicati vennero uniti in un unico complesso, includendovi pure e ricoprendo il terreno adiacente a nord-ovest in cui si apriva una cavea del III secolo, scoperta nel 1930.
Con questa trasformazione l’edificio, oggi detto il “Titolo”, si presentava a due piani: nel superiore trovavano posto alcune stanze per abitazione, mentre nell’inferiore le strutture erano disposte in modo da creare una grande sala o aula a due navate.
Gli studiosi a questo proposito suggeriscono un primo utilizzo di quest’aula come vestibolo al Titolo, o come chiesa di S. Silvestro, legata al titolo.
Comunque sia, l’aula fu destinata al culto fin dal sec. VI e divenne ben presto sede del Titolo stesso.
Tratto dall’elaborato:
IL TITOLO DI EQUIZIO E LA BASILICA DI S. MARTINO AI MONTI,
redatto a cura di Emanuele Boaga ,
per la Basilica Santi Silvestro e Martino ai Monti
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