Fulmini di Tesla
Tesla si trovava fuori, vestito secondo le misure di sicurezza con una giacca, un cappello nero per questa occasione speciale, la sua figura snella e alta ricordava il pilastro che si innalzava sopra questo edificio bizzarro. Sembrava ancora più alto, a causa del tacco spesso in suola di gomma che gli serviva da isolante.
Appena fu dato un segno a Cito “Ora” per chiudere l’interruttore, Tesla guardò la palla in cima alle scale. Dato l’ordine, cominciò a notare le scintille, corte e sottili come un capello, che uscivano fuori dalla palla. Era sottile, solo dieci piedi di lunghezza. Non aveva nemmeno avuto il tempo di essere felice quando arrivò la seconda, la terza poi la quarta, ancora più lunga e più luminosa, e più blu della precedente.
“Aha!” Esclamò Tesla, dimenticando di chiudere la bocca aperta mentre gridava. Dalla gioia aveva chiuso le mani come pugni e le aveva innalzata verso il pilastro.
Di nuovo altre scintille! Sempre più lunghe! Dieci, venti, trenta, quaranta, cinquanta, settanta, ottanta piedi di lunghezza! Ancora più luminose e più blu! Queste non erano più le scintille finali ma dita di fuoco, getti lunati che furiosamente si avviavano verso il cielo. Ora i fulmini erano spessi come la mano, ogni volta quando uscivano fuori dalla palla.
Le pupille di Tesla si erano dilatate quando aveva visto come i veri fulmini scintillavano nell’aria, seguite da un terribile e continuo eco del tuono. Ora i fulmini erano quanto la metà della lunghezza del palazzo, più di 135 piedi, e tuoni si sentivano anche a quindici miglia di distanza.
Tutto ad un tratto - il silenzio!
Tesla corse nel palazzo.
“Cito! Cito! Cito! Che cosa hai fatto! Io non ti avevo detto di aprire l’interruttore. Chiudi l’interruttore, presto! ”
Cito con la mano gli aveva indicato l’interruttore. Era ancora chiuso. Poi gli aveva indicato voltimetro e l’amperometro nel scheda centrale. Erano a zero.
Tesla aveva subito individuato il problema. I cavi di alimentazione che alimentavano i laboratori di elettricità erano stati “fuori posto.”
“Cito” esclamò Tesla, chiama subito la centrala elettrica. Mi hanno tolto la corrente non devono farlo.
Cito chiamò la centrale immediatamente. Tesla afferrò il telefono e gridò:
Qui, Nikola Tesla. Voi mi avete tolto la corrente. Fattemi ritornare la corrente e subito. Voi non mi potete togliere la corrente.
Le abbiamo tolto la corrente, non ne parliamo per niente, gli rispose uno da altra parte della linea con una voce dura.. Lei ha causato un corto circuito sulla nostra linea con i suoi esperimenti diabolici e ha distrutto l’impianto. Ha distrutto il nostro generatore, che ora è in fiamme. Lei non avrà mai più l’elettricità.