Storia d'amore
Ho nutrito le colombe a migliaia per anni, raccontava Tesla. Non avrei potuto ricordarle tutte. Però, c'era una colomba, un meraviglioso uccello, bianco puro con le macchie grigio-chiaro sulle ali: lei era diversa. Era una femmina. Avrei potuto riconoscerla ovunque.
Anche lei poteva trovare me in qualsiasi posto. Dovevo solo pensare a lei, chiamarla e lei sarebbe arrivata da me. Io capivo lei e lei capiva me. Ho amato quella colomba.
Ho amato quella colomba come un uomo ama una donna, e lei mi amava. Quando era malata io la sentivo, veniva nella mia stanza e io la curavo per giorni. La curavo fino la sua completa guarigione. Quella colomba era stata una gioia nella mia vita. Se avesse avuto bisogno di me, nient'altro sarebbe stato più importante per me. Finchè avevo lei, avevo il mio obiettivo di vita.
E poi una sera al buio mentre ero sdraiato sul letto, risolvendo un problema come al solito, la colomba entrò dalla finestra aperta e si fermò sulla mia scrivania. Sapevo che aveva bisogno di me, voleva annunciarmi qualcosa di importante, così mi alzai e mi avvicinai a lei.
La guardai e capì che voleva dirmi che stava morendo. Dopo aver capito questo, vidi una luce nei suoi occhi – le potenti fasci di luce.
Sì, era una luce vera, forte, luminosa, una luce accecante, più forte della luce della lampada più potente del mio laboratorio.
Quando quella colomba morì, qualcosa mancò alla mia vita. Fino ad allora ero sicuro che avrei realizzato tutte le mie idee, anche se avevo un programma ambizioso, ma quando la colomba se ne andò sapevo che la mia opera era completata.
Sì, per anni ho nutrito le colombe, ancora do loro da mangiare a migliaia, perché, chi lo può sapere? ... "