Atti di teppismo razzista a Roma
Anno 2008_23 Luglio
Il 23 Luglio, di fronte al perpetrarsi di inauditi atti di violenza contro la comunità Rom, definiti dalla gente più “illuminata” della capitale quali “chiare manifestazioni di bieco teppismo razzista”, ancora una volta, la LIDU, attraverso un duro comunicato (riportato di seguito), che trova giusta eco presso la stampa più avveduta e responsabile, prende posizione contro queste aberranti ed esecrabili pulsioni di odiosa intolleranza, lesive, tra altro, di ogni più elementare diritto di vivere in pace e in libertà, seguendo i propri
costumi e le proprie individuali abitudini, purché non a danno degli altri. La LIDU, inoltre, attraverso il medesimo comunicato, prende posizione contro l’onorevole Bossi, per le “sconsiderate”, quanto gratuite asserzioni, da questi pronunciate, in merito all’inno di Mameli.
Di nuovo, atti di teppismo razzista a Roma.
Due i fatti più recenti che la LIDU intende additare alla pubblica opinione.
In primo luogo, il lancio notturno di bombe incendiarie (per fortuna senza provocare danni alle persone, in maggioranza bambini) contro un piccola comunità Rom che, insediatasi alla Magliana (periferia sud della capitale), si era, nei giorni scorsi, nell’ambito del censimento promosso dalla Prefettura, sottoposta, di buon grado, all’indagine delegata alla Croce Rossa Italiana; in secondo luogo, le scritte oltraggiose e gli inviti a tornarsene in Egitto “tracciati” sugli infissi e sulle pareti esterne di un negozio di antiquariato, ubicato alla Bufalotta; negozio di proprietà di un cittadino nordafricano che, dopo ben sedici anni di operosa permanenza nel nostro Paese, ha finalmente ricevuto, da qualche mese, la cittadinanza.
Mentre nel primo caso la responsabilità del gesto, considerati i simboli che affiancavano le insultanti scritte razziste, che hanno fatto da corollario all’’azione “incendiaria”, è senz’altro da ascriversi al rifiorente nazismo, nel secondo, si è propensi a credere che la matrice dell’ignobile iniziativa sia da rinvenire nel rigurgito di grave xenofobia, spesso suscitata a bella posta, che, ormai da tempo, agita i suburbi degradati delle grandi città (a Napoli: Ponticelli docet).
Ebbene, al cospetto di tanta miseria, ancor più esecrabile è, a nostro parere, il “gestaccio” dell’onorevole Bossi contro l’inno di Mameli (un Genovese ventiduenne, seguace di Mazzini, che, nel 1849, immolò la sua giovane vita nella difesa, assieme a tanta altra gente del Nord, della Repubblica Romana).
Esecrabile, in quanto indotto da un’ignoranza crassa delle parole dell’inno che non recitano, come suppongono i Leghisti, l’auspicio di un ritorno ad uno stato di schiavitù di alcun popolo, etnia o razza, a vantaggio di Roma, bensì quello della “vittoria” sui nemici a quel tempo coalizzati contro il disegno di un’Italia unita (Francia, Austria, Stato della Chiesa, Regno delle due Sicilie etc.).
Sempre a nostro parere, c’è, comunque, da sperare che i ricorrenti quanto esecrabili gesti dei rappresentanti della Lega (l’occupazione della torre di piazza San Marco, a Venezia; le esibizioni di nodi scorsoi alle Camere; l’accenno ai milioni di fucili pronti a conquistare e difendere l’autonomia della Padania, etc.), più che pericolose manifestazioni d’intenti, siano, invece, da annoverare, con preciso riferimento al “Miles gloriosus” di Plauto, quali atteggiamenti di malaccorta vanteria, ovvero “sceneggiate” di fantapolitica per galvanizzare, via via, gli adepti.
Se così non fosse, infatti, le “gesta” xenofobe, antimeridionaliste e separatiste dell’onorevole Bossi, non spiegherebbero, a meno che, nella fattispecie, non si sia fatto ingannare dal nordico cognome del Presidente della Regione Sicilia, perché mai la Lega Nord, così come risulta dal bilancio ufficiale pubblicato dal partito di Raffaele Lombardo, abbia graziosamente corrisposto, per sostenerne la recente campagna elettorale, ben 1.267.640 Euro al MPA.
Tratto dal documento della Lega Italiana
dei Diritti dell’Uomo Onlus:
Testimonianza
“Report 2008-2009”
Iniziative, documenti, prese di posizioni, deliberati,
lettere, ecc. in materia di diritti, nel biennio
curato da Gian Piero Calchetti e Sara Lorenzelli