IL RISULTATO ELETTORALE
Giorgio Napolitano, un uomo del Novecento, arrivato nel terzo millennio al Quirinale quel pomeriggio del 15 maggio 2006, all’età di ottantun anni, unico politico italiano che porta ancora il cappello, e se lo toglie per salutare, un vero anticonformista nell’Italia del quasi”ventennio” berlusconiano, l’esatto opposto del Cavaliere ma che fa parte di quella sinistra che, dal 1994 in poi, ha sempre cercato il dialogo con la destra berlusconiana*. Undicesimo Presidente della Repubblica italiana, a differenza del suo immediato predecessore, Carlo Azeglio Ciampi avvenuta al primo scrutinio con una votazione trasversale, quasi plebiscitaria, quella di Giorgio Napolitano si svolge nella scia di un risultato elettorale che aveva spaccato in due il paese e aveva suscitato aspre polemiche.
Dopo un paio di giorni di sterili trattative dietro le quinte nella vana ricerca di un accordo con l’opposizione, l’Unione, vincitrice della prova elettorale per soli 24.577 voti (risultato contestato dal centro-destra), decide di puntare su un proprio candidato al Colle.
Con la nomina del leader di Rifondazione comunista**, Fausto Bertinotti, alla guida di Montecitorio e del popolare Franco Marini alla guida del Senato era quasi scontato che la poltrona del Quirinale toccasse ad un esponente diessino della coalizione.
Si affaccia la candidatura di Massimo D’Alema, ma prende subito maggiore slancio e consistenza quella di Giorgio Napolitano che, per il passato di uomo delle istituzioni, oltre che di prestigioso dirigente politico, risponde a ricoprire la possibile carica.
Giorgio Napolitano spera fino all’ultimo che intorno al suo nome potesse realizzarsi un consenso più ampio della maggioranza di centro-sinistra e qualche leader della Casa della libertà gli aveva dato affidamenti in tal senso***.
Comunque le votazioni vanno diversamente, Napolitano è eletto al quarto scrutinio con 543 voti su 990: tutti provenienti dal centro sinistra, mentre gli esponenti del centro-destra a cominciare da Silvio Berlusconi, depongono nell’urna la scheda bianca.
E’ la prima volta che un ex comunista approda alla massima carica dello Stato, lo aveva preceduto alla presidenza del consiglio un altro ex comunista, Massimo D’Alema, e la buona prova di quel Governo gli aveva preparato la strada. Al momento dell’elezione Napolitano è senatore a vita e dalla sua lunga, sofferta esperienza personale e politica di oltre mezzo secolo che possiamo comprendere le direttrici della sua azione al Quirinale e delineare l’essenza del suo mandato.
Fin dal suo insediamento Napolitano ha dato la chiara impronta del suo settennato che avrebbe rappresentato un passaggio fondamentale nell’evoluzione del sistema politico italiano: la chiusura definitiva di un ciclo della vita della Repubblica ovvero quello della democrazia bloccata, della guerra fredda delle ideologie****.
Salvatore Dott. Carlone
* F.d’Esposito, Re Giorgio Vita di un uomo alla guida del paese, Alberti Ed.
**Il Partito della Rifondazione Comunista (PRC), meglio noto come Rifondazione Comunista, è un partito politico della sinistra italiana, fondato nel 1991, nonché membro della Federazione della Sinistra
***Cfr.G.Napolitano Dal Pci al socialismo europeo.Un’autobiografia politica Roma-Bari 2008 pp.IX-X
****G.Guzzetta Il nuovo stile Napolitano 18 maggio 2006
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