LA RESISTENZA MESSAGGIO ALLA MEMORIA CONDIVISA
Napolitano pur avendo mostrato un approccio più distaccato del suo predecessore rispetto ai simboli ed agli emblemi risorgimentali, condivide il richiamo alla memoria condivisa quale necessario collante del patriottismo repubblicano e concordi, sull’analisi di più resistenze che concorsero al riscatto dell’Italia dalle macerie del nazifascismo: quella partigiana, quella popolare, quella militare. Giorgio Napolitano ripercorre alcune tappe dell’itinerario ciampiano: Cefalonia, El Alamein, Mignano Montelungo; e in occasione dell’anniversario della Liberazione del 25 aprile del 2008, per ricordare quanti caddero per la patria, anche se in circostanze diverse, in una visione unitaria afferma: ”a nessun caduto di qualsiasi parte e ai familiari che ne hanno sofferto la perdita si può negare rispetto”.
Rispetto e pietà che non solo significano equiparazione del giudizio storico tra chi aderì a Salò e chi combatté per la libertà, ma costituiscono le basi per una rinnovata unità nazionale. Il capo dello Stato spiega le ragioni che vollero l’Italia una ed indivisibile che restano attuali ed oggi sempre valide, ma vanno per continuità storica rivitalizzate nella coscienza del paese come fonte di coesione sociale, base di avanzamento del Nord e del Mezzogiorno.
Un sentimento analogo ma di indubbio più ampio respiro anima Napolitano nel lungo periodo delle celebrazioni del 150° anniversario dell’unità d’Italia egli si impegna nei luoghi delle memorie che comincia dallo scoglio di Quarto, dove prese avvio la spedizione garibaldina, per concludersi nel 2011 a Torino, dove il 17 marzo 1861, era proclamato lo stato unitario.
Lo sguardo pragmatico del Capo dello Stato al passato, con il pensiero concentrato sul presente e sul futuro, non si limita soltanto ad esaltare la lungimiranza che ispirò gli uomini del Risorgimento ma a metterne in risalto i vizi d’origine, le incompiutezze del progetto unitario a partire dal persistente divario tra Nord e Sud.
Salvatore Dott. Carlone
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