IMPEGNO PRESIDENZIALE SUPER PARTES
Numerose sono le occasioni per il Presidente Napolitano di manifestare il suo impegno “super partes”e tra i tanti espressi in questi anni sono ad enunciare il suo monito rivolto alla scuola che, pur appellandosi al dialogo tra le forze politiche nel quale debba essere affrontato il “problema”scuola, non manca il riferimento agli impegni assunti dall’Italia in sede europea, quindi a quanto necessario allo stesso vitale interesse del nostro paese al taglio dei costi per ridurre il deficit pubblico al fine di incidere fortemente sul debito accumulato, per cui nessuna parte sociale e politica può esimersi o sfuggire a tale imperativo e questo comporta di conseguenza un contenimento della spesa per la scuola.
Quindi il massimo sforzo di razionalizzazione richiesto è senza dubbio espresso dal Capo dello Stato, quale monito “super partes” nel momento in cui non deve in alcun modo inficiare sul piano sostanziale al miglioramento della qualità del sistema scuola e questo emerge chiaro per la stessa natura da cui egli proviene, utile a spazzare via qualsiasi pretesto di polemica politica per concentrarsi sui contenuti.
Infatti Giorgio Napolitano, uomo di cultura e di sinistra non può dimenticare se stesso soprattutto quando guarda alla scuola e vi scorge quella che lui stesso definisce “emergenza educativa”.
Così all’apertura dell’anno scolastico il 1° ottobre 2008, in presenza del Ministro per l’Istruzione Mariastella Gelmini senza intervenire nello specifico ha accolto con favore la necessità manifesta che “la scuola ha bisogno di scelte coraggiose di rinnovamento, non essendo sostenibili posizioni di pura difesa dell’esistente”*. Il Presidente mette l’occhio sullo scopo della scuola, non ha la pretesa di ripartire da zero smontando quanto fatto in precedenza, ma puntando su semplici strumenti che dicono come la scuola sia una cosa seria e la questione centrale non sia l’accumulo di saperi e conoscenze, che sicuramente sono importanti, bensì rimarcare la serietà di fronte al destino, recuperare il compito della scuola e restituire peso alla disciplina e all’autorità, non come forme nuove ma viste e riqualificate dentro un cammino di crescita. Ecco quindi che il voto in condotta, il ritorno al maestro unico o prevalente, l’educazione civica sono espressione di questo percorso condiviso dal Capo dello Stato ed il decreto Gelmini va in questa direzione.
Tra le più importanti novità contenute nel decreto Gelmini, sono a ricordare la norma che di fatto stravolge l'obbligo scolastico. Tale norma, presentata nel maxi-emendamento alla Camera, prevede che si possa assolvere l'obbligo scolastico anche nel sistema regionale della formazione professionale e nei percorsi triennali, già istituiti dal ministro Moratti, che ora diventano definitivi e non più sperimentali. Tale emendamento è estremamente grave. L'obbligo scolastico l'abbiamo sempre considerato come un'opportunità per tutti i giovani, come un obbligo da assolvere innanzitutto da parte dello Stato che deve garantire a tutte e tutti, a prescindere dalle condizioni economiche di partenza, un'adeguata istruzione nella “società della conoscenza”.
Salvatore Dott. Carlone
* Renato Farina “Il monito super partes di Napolitano :basta con la difesa dello status quo” Roma 1 ottobre 2008
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