IL PROGRESSO TECNICO-SCIENTIFICO
Tra la fine dell’800 e i primi del 900 molte scoperte e invenzioni fanno compiere un grande passo in avanti al progresso tecnico-scientifico già iniziato nel ‘700. Questo periodo è stato identificato come la “seconda rivoluzione industriale”: fu inventata la dinamo e nacquero le prime centrali elettriche; fu inventato il primo motore elettrico che fu montato sui tram (Galileo Ferrari); si svilupparono le comunicazioni grazie alle invenzioni del telegrafo (Samuel Morse 1871); furono inventati la fotografia, il cinematografo, la lampadina (Edison – 1879). Con l’invenzione del motore a scoppio le prime auto cominciarono a circolare per le strade e sui mari navigavano le navi a vapore, capaci di affrontare lunghi viaggi transoceanici.
Gli scavi del Canale di Suez e del Canale di Panama ridussero le ore necessarie per collegare nazioni e continenti.
Anche in medicina furono fatte grandi scoperte:
Il medico tedesco Robert Kock scoprì il bacillo della tubercolosi (1882) e il bacillo del colera (1884), grazie a un microscopio da lui perfezionato. Nel 1885 il medico francese Luis Pasteur scoprì il vaccino contro la rabbia.
Gli effetti della rivoluzione industriale si sentirono in Italia solo verso la fine dell’800, quando sorsero fabbriche come la Pirelli, la Marelli, la Fiat.
In questo periodo il malcontento popolare “esplode” con scioperi e manifestazioni, a causa del costo elevato dei beni di consumo, dovuto alla grave crisi economica che investì tutta l’Europa negli ultimi decenni dell’ottocento: lo sviluppo industriale aveva portato a grandi scoperte ma, nel contempo, aveva portato problemi nuovi. Gli operai vivevano in condizioni molto difficili: abitazioni malsane costruite vicino alle fabbriche o alle miniere, prive di fognature e di strade; orari di lavoro pesanti, stipendi troppo bassi in caso d’incidente, malattia o disoccupazione.
Secondo la teoria dei due filosofi tedeschi Karl Marx e Friedrich Engels, che prese il nome di marxismo o socialismo, i proletari (“ricchi” solo di prole) di tutto il mondo si sarebbero dovuti unire contro i capitalisti, cioè i possessori delle fabbriche e dei capitali, per assumere il potere. In questo modo sarebbe nata una società nuova senza più sfruttamento e povertà: fabbriche, terre e miniere sarebbero diventate proprietà di tutti. Queste idee si diffusero in tutta Europa, dando origine ai partiti socialisti e comunisti e ai sindacati dei lavoratori, che lottavano per i diritti degli operai, anche con scioperi e manifestazioni. La Chiesa, da parte sua, con Papa Leone XIII e il documento Rerum Novarum (1891), invitò i padroni a dare agli operai salari più giusti e i cattolici ad interessarsi delle condizioni di vita dei lavoratori, fondando cooperative e sindacati cattolici.
Antonio Dott. Gelsomino