Il pensiero è azione: stimolazione neuropsicologica come strumento di assistenza
Premessa
L’intento di voler approfondire questa tematica nasce da un’esperienza personale svolta nel reparto di rianimazione dell’Ospedale Madre Giuseppina Vannini di Roma, grazie alla quale mi sono resa conto della tante difficoltà che i pazienti incontrano nell’esprimere i pensieri, del loro arrendersi alle sofferenze della malattia e di quanto, invece, sia fondamentale e determinante la loro forza e volontà.
“Esserci” è il primo ed importante farmaco per una corretta terapia, ma non tutti i pazienti ne sono consapevoli.
Vedere e sentire la sofferenza fa male, c'è chi reagisce bene e chi meno bene.
C'è chi lavora sempre al meglio e chi, non facendocela più, deve continuare ad andare avanti.
Chi si sente sull'anima i problemi e chi invece riesce a distaccarsi riponendoli in un cassetto solo in situazioni inevitabili.
Tutto questo è umano e fin troppo ovvio.
Ma come cita Marco Venturino in “Cosa sognano i pesci rossi”:
“..Noi però abbiamo sposato una causa, e la nostra causa è la vita. Non la vita buona, non la vita bella, piacevole o spiacevole, piena o vuota. Noi siamo i guerrieri dei contenuti della vita. Noi siamo i soldati della vita in sé…
..abbiamo scelto lei, perché senza di lei non potrebbe esserci nulla. Nemmeno la morte o, per chi ci crede, il dopo-morte. E scegliere la vita non è così semplice. Perché la vita può essere dolore, strazio, sofferenza, apatia, assenza. La vita può non avere senso, essere malvagia, crudele, giusta o sbagliata. Ma noi siamo i difensori della vita.
Martina Dott.ssa Cordesch
UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE – ROMA
FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA “A. GEMELLI”
ISTITUTO FIGLIE DI SAN CAMILLO
SCUOLA “PADRE LUIGI TEZZA”
CORSO DI LAUREA I LIVELLO IN INFERMIERISTICA
Tesi di laurea
ANNO ACCADEMICO 2011-2012