Le influenze dei sistemi biologici sulla psiche
Le condizioni dell’organismo possono influenzare l’umore e l’attività psichica di un individuo. La fisiologia ottocentesca ha studiato a lungo gli effetti delle sostanze alimentari sull’umore e solo verso la fine del secolo scorso è diventato chiaro che non solo gli alimenti, ma anche sostanze prodotte dall’organismo, per esempio dall’attività del sistema immunitario, possono influenzare l’attività cerebrale e quindi anche le manifestazioni psichiche fino al cervello.
Il cibo come modulatore psichico
Fino alla prima metà del XX secolo, in Occidente e in Oriente il medico pratico ha prescritto regimi dietetici come parte integrante della terapia; poi con il trionfo della chimica in medicina, gli alimenti si sono trasformati in “principi attivi” da cui produrre farmaci. A questo punto, il regime dietetico, non servendo più, scompare dall’orizzonte culturale e dal medico.
In realtà, negli ultimi due decenni, degli studi dimostrarono la centralità del cibo nelle più importanti patologie contemporanee, tumori e cardiopatie, ma anche in patologie neurologiche e psichiatriche.
La centralità del cibo nella prevenzione è rappresentata dal documento diffuso nel 2003 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) su dieta, nutrizione e prevenzione delle malattie croniche, il quale affermava: “La nutrizione è venuta alla ribalta come un importante, modificabile, causa di malattie croniche.
C’è una crescente evidenza scientifica che modificazioni dietetiche hanno forti effetti, positivi e negativi, sulla salute nell’arco della vita.
Ma ciò che mangiamo è in grado di influenzare l’umore e l’attività mentale?
Sono sempre più numerosi gli studi che documentano un’influenza del cibo e dello stato dell’intestino sul cervello.
Una linea di indagine è rappresentata dalla presenza nel cibo di serotonina, nota molecola antidepressiva, sintetizzata a partire dall’aminoacido triptofano.
La composizione di un pasto, se a prevalenza di carboidrati o di proteine, influenza la quantità dell’aminoacido triptofano disponibile per la sintesi di serotonina cerebrale.
L’attività fisica come modulatore psichico
Diversi studi hanno anche dimostrato che l’attività fisica ha un’azione protettiva del cervello e del tessuto nervoso, in quanto incrementa le abilità cognitive, attenua i deficit motori, si mostra capace di stimolare la produzione di nuove cellule nervose e migliora i deficit neurologici che si manifestano in malattie neurodegenerative, come Alzheimer e la sclerosi multipla.
Gli effetti cerebrali di un esercizio fisico sono del tutto simili a quelli prodotti dai più moderni farmaci antidepressivi e ansiolitici.
La necessità di mettere in movimento i muscoli del corpo comporta l’attivazione di vari centri cerebrali, tra cui le aree corticali prefrontali, dove si realizza la decisione e si concepisce il piano di attività, le cortecce motorie, dove si prefigurano traiettorie, obiettivi e dove si depositano i programmi di attivazione di specifici gruppi muscolari; ma vengono attivate anche le aree profonde, come il cervelletto, il setto e il mesencefalo.
La parola come modulatore psico-biologico:
C'è un momento, quando ti guardo,
in cui resto senza parole.
Mentre la bocca tace,
il fuoco brucia sotto la pelle stravolta d'emozione.
E nel pallore del mio viso si specchia così il tuo amore,
immagine riflessa del mio”.
Saffo.
Questi versi di Saffo sono stati portati da una paziente per esprimere una parte di sé.
In essi potremmo già intravedere il significato di questo percorso di cura: la possibilità di raccontare le proprie emozioni, il proprio essere nel mondo per sentirsi visti, ascoltati, riconosciuti e compresi.
La psicoterapia, è un percorso di cura che si occupa della persona, al fine di recuperare il sé psicosomatico, mediante la parola che va a stabilire una relazione significativa tra paziente e terapeuta.
La PNEI è saldamente ancorata ad una visione integrata del funzionamento umano, in grado di non trascurare alcun livello dell’intricata rete psicosomatica che lo caratterizza, in salute e in malattia.
Questo paradigma, fa riemergere un nuovo concetto di salute che richiede il dialogo tra i diversi saperi.
La parola viene quindi considerata stimolo sia psichico sia somatico che influenza l’asse dello stress e quindi: il sistema nervoso centrale, il sistema endocrino e quello immunologico.
Il paziente deve orientarsi in questa ottica complessa, per guardare il suo disagio come l’espressione di un disequilibrio che chiama in causa il suo stile di vita e lo stretto rapporto mente, corpo e ambiente.
Martina Dott.ssa Cordeschi
UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE – ROMA
FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA “A. GEMELLI”
ISTITUTO FIGLIE DI SAN CAMILLO
SCUOLA “PADRE LUIGI TEZZA”
CORSO DI LAUREA I LIVELLO IN INFERMIERISTICA
Tesi di laurea
Il pensiero è azione: stimolazione neuropsicologica come strumento di assistenza
ANNO ACCADEMICO 2011-2012
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