In memoria ad Antonio Gelsomino
Saturday, November 23, 2024

La Neuropsicologia - psiche e sistemi biologici

mente-psica

PSICHE E SISTEMI BIOLOGICI: UNA RELAZIONE INTEGRATA

 

La psiconeuroendocrinoimmunologia


Grandi studi epidemiologici e sperimentali mirati evidenziano come gran parte dei malanni che affliggono l’umanità si radica nelle cattive relazioni che gli esseri umani instaurano tra di loro e l’ambiente.
La struttura dell’alimentazione, del lavoro e della vita sociale contemporanea plasmano ambienti urbani, stili di vita e comportamenti che costituiscono le radici delle principali patologie moderne: cardiopatie, tumori, malattie autoimmuni e allergiche, disturbi dell’umore e del comportamento.
Il mutamento di questo stato di cose comporta una molteplicità di cambiamenti, tra le persone, tra gli operatori e le istituzioni, ma richiede anche un’innovazione nel modello scientifico di riferimento, superando definitivamente la dicotomia “mente-corpo” che porta con se la separazione tra la cura del corpo e la cura della psiche.

La Psiconeruoendocrinoimmunologia (PNEI) fornisce un quadro di riferimento che non riduce la psiche a modelli biologici o informatici, bensì ne rintraccia le solide radici nel sistema nervoso centrale, comprendendo e valorizzando al tempo stesso il relativo livello specifico.

La psiche emerge dal livello biologico, ma è anche capace di retroagire sui circuiti nervosi da cui sorge, modificandoli. È condizionata dalla rete delle relazioni biologiche interne all’organismo, derivanti dall’alimentazione, dall’attività fisica, dallo stato dei grandi sistemi di regolazione fisiologica ma, al tempo stesso, retroagisce su tali sistemi, svolgendo un ruolo determinante nell’equilibrio salute–malattia.
La ricerca PNEI è esattamente lo studio del “più vasto sistema interattivo” tra psiche e ambiente.
I suoi studi hanno dimostrato che l’organismo, di fronte a uno stimolo (stressor), sia esso fisico, tossico e psichico, reagisce attivando la stessa reazione biologica fondamentale, caratterizzata dall’attivazione del sistema simpatico e dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, con sovrapproduzione di adrenalina*, noradrenalina** e cortisolo***.

La reazione di stress comporta una variazione rilevante di molti sistemi (nervoso, endocrino, immunitario, metabolico e circolatorio) che mette in condizioni l’organismo di affrontare al meglio la situazione che ha originato la reazione medesima.


Come conseguenza dell’aumento dell’adrenalina, del cortisolo e di numerosi altri ormoni collegati all’attivazione dell’asse dello stress, il cervello è più attivo e attento, i muscoli maggiormente irrorati e riforniti di substrati energetici, il sangue più ricco di sostanze utili a contrastare il dolore e a riparare eventuali ferite.
In questo senso Hans Selye, medico austriaco, ha scritto: “lo stress è l’essenza della vita” in quanto, senza la capacità di montare una reazione di stress nessuno sarebbe in grado di vivere.
Il problema, però, sorge nel momento in cui lo stress dura nel tempo e quando viene interpretato e vissuto come una fonte di preoccupazione. Ricerche di fine secolo hanno fornito le evidenze necessarie per comprendere le conseguenze di un cattivo controllo dello stress sul sistema nervoso e sul sistema immunitario.

Sul sistema nervoso si è avuta la prova che l’eccesso di cortisolo causa apoptosi (suicidio cellulare), andando quindi a danneggiare un sistema chiave legato a funzioni collegate alla memoria, alla cognizione e alla regolazione neurofisiologica.
Sul sistema immunitario, invece, si ha la prova che l’ipercortisolemia di tipo cronico sposta la reattività del sistema su una polarità inadatta a contrastare patologie infettive e/o neoplastiche.
Ma la visione contemporanea della reazione di stress evidenzia che i diversi tipi di “stressor”, siano essi psichici o biologici, seguono vie finali comuni.
Al sistema nervoso centrale arriva una fitta segnalazione periferica, sia ormonale e sia immunitaria, che è in grado di modificare l’equilibrio fisiologico del cervello e, per suo tramite, dell’organismo nel suo insieme.

L’attività mentale è in grado di modificare la configurazione dei circuiti nervosi, come dimostrano gli studi sulla plasticità cerebrale e sulla produzione di nuove cellule nervose, ed al tempo stesso, il cervello e l’attività mentale, sono fortemente condizionati dall’assetto dell’organismo nel suo insieme.
“Il cervello è plastico ed è capace di rinnovarsi in stretta relazione con l’ambiente”
Dalla nascita alla morte il cervello umano subisce continui cambiamenti.
Studi a cavallo del secolo scorso hanno dimostrato che l’assetto anatomico è variabile per la presenza di almeno tre fenomeni:
1)    Si possono modificare, in maniera reversibile, i rapporti tra cellule per rispondere a stimoli diversi.
2)    Si possono formare nuove connessioni che modificano la mappa cerebrale di un’area.
3)    Si può andare incontro al fenomeno di neurogenesi, ovvero si possono formare nuove cellule nervose, segnando la fine del dogma sulla fissità del tessuto nervoso.

Martina Dott.ssa Cordeschi

UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE – ROMA
FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA “A. GEMELLI”
ISTITUTO FIGLIE DI SAN CAMILLO
SCUOLA “PADRE LUIGI TEZZA”
CORSO DI LAUREA I LIVELLO IN INFERMIERISTICA
Tesi di laurea
Il pensiero è azione: stimolazione neuropsicologica come strumento di assistenza
ANNO ACCADEMICO 2011-2012

 

*  L’adrenalina è una catecolamina α e β agonista con azione diretta a stimolare i recettori adrenergici α e β; è un ormone naturale prodotto dalla midollare delle surrenali. I suoi effetti si riversano a livello cardiaco, vascolare e respiratorio. L’adrenalina ha un potente effetto sulla frequenza cardiaca, aumentandola marcatamente e determinando un aumento della forza di contrazione. A livello vascolare determina una marcata vasocostrizione, con incremento della pressione arteriosa, mentre a livello respiratorio comporta una bronco dilatazione, migliorando gli scambi gassosi.
**  La noradrenalina è una catecolamina naturale molto vicina all’adrenalina; il suo effetto dominante è la stimolazione dei recettori α, determinando una marcata vasocostrizione.
***   Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, più precisamente dalla zona fascicolata della loro porzione corticale. È un ormone di tipo steroideo, derivante cioè dal colesterolo, ed in particolare appartiene alla categoria dei glucocorticoidi.


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