LA FIGURA DEL CARONTE
Il “Caronte” era lo schiavo incaricato di accertarsi della morte del gladiatore sconfitto, non graziato, dandogli il colpo finale, nel caso fosse ancora in vita.
Per questo utilizzava una mazza ed aveva il volto coperto da una maschera, rappresentante appunto Caronte (il nocchiero mitologico che traghettava le anime dei morti dall’una all’altra riva del fiume Acheronte, nel regno degli Inferi).
Dopo aver assolto a questo compito, portava via dall’arena il cadavere, trascinandolo o su di un carro o su una barella, attraverso la porta libitinensis e lo deponeva nello spoliarium, l’obitorio dell’anfiteatro, dove venivano tolti gli abiti e le armature al gladiatore morto.
IL RUDIS
Il “Rudis” è un gladio in legno che era utilizzato in allenamento per evitare ferimenti gravi nell’apprendimento dell’ars dimicandi (arte del combattere).
Probabilmente i Novicii inizialmente combattevano solo con il rudis, data la loro inesperienza.
Il lanista, infatti, non poteva permettersi, dato il costo che sosteneva per l’acquisto ed il mantenimento dei gladiatori, che questi si ferissero gravemente.
Anche dopo il passaggio all’uso delle armi pesanti, verosimilmente il Rudis continuava ad essere utilizzato nella fase di riscaldamento e per meglio apprendere le varie tecniche di combattimento.
Salvatore dott. Terranova - Noto
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