In memoria ad Antonio Gelsomino
Thursday, September 19, 2024

Storia delle Olimpiadi

stadio-olimpia

Olimpia

Ai tempi antichi, Olimpia apparteneva alla città greca di Pisa. La responsabilità dell’organizzazione e la gestione dei solenni giochi in Olimpia, invece, ricadevano sulla città di Elisa, nell’Elida.  Il santuario Olimpia fu eretto vicino alla costa occidentale della magnifica penisola del Peloponneso, sotto la collina verde di Kronio, nei pressi della foce di Kladeo ed Alfeo.  Durante gli scavi archeologici, sono state trovate le prove materiali che fanno risalire la presenza di Olimpia, già dal 2000 a.C.
Inizialmente, si portavano al santuario i doni per assicurarsi la fertilità della terra.  Quei giorni erano, probabilmente, dedicati alla dea Gea, identificata nella dea romana Tellure. Analogo rispetto per la fertilità era portato anche alle dee Hera, Demetri e Hippodamea. In quel periodo, gli antichi greci iniziarono ad adorare contemporaneamente Zeus, Ercole e Pelope.  Il culto del dio Zeus comparve dopo il XII secolo a.C.

Leggende sull'origine dei Giochi

Ai tempi antichi, si credeva che gli dei e gli eroi, oltre al santuario, avessero dato origine all'agonismo sportivo, cui essi stessi partecipavano.
Le leggende sull’origine dei Giochi Olimpici sono infinite.  Molte leggende sono state tramandate fino ad oggi, da varie fonti storiche della cultura greca.
Una prima leggenda afferma che il fondatore dei Giochi Olimpici, fu Zeus, il quale li aveva organizzati per celebrare la vittoria sul padre Crono.
Poi, c'è il mito di Eracle, che a Creta, con i suoi fratelli, proteggevano Zeus dal padre Crono, il quale divorava i suoi figli alla nascita, per paura della profezia che aveva previsto la sua morte, durante la battaglia per il dominio divino, per mano di uno dei suoi figli.
Trasferitosi nel Peloponneso, Ercole organizzò una gara ad Olimpia con i fratelli, il vincitore era incoronato con una ghirlanda realizzata con le foglie di olivo selvatico, e con l'intento di svolgere i giochi con cadenza quinquennale poiché cinque erano i fratelli.
Promotore dei Giochi Olimpici era considerato anche Pelope, figlio del re Tantalo.
Infatti, Pelope organizzò i Giochi Olimpici per celebrare la vittoria del duello, all'ultimo sangue, con il re Enomao, il fidanzamento con la figlia Hippodamea e la sua ascesa al trono di Elide.

Giochi Olimpici

Seguendo poi, il consiglio del profeta, il re di Elide, stipulò un trattato con il re di Pisa Kleosthenes e il re di Sparta Licurgo, che prevedeva di non portare alcuna violenza sulla di Olimpia e l’immunità ai suoi visitatori. Quest’intesa divenne la base della Santa pace, tra gli stati greci, durante i Giochi.
Grazie alla Santa pace, a tutti i partecipanti, i rappresentanti ufficiali degli Stati greci e alle persone che giungevano nella città, furono garantiti la sicurezza e la pace.
Inizialmente, la Santa pace durava un mese (mese sacro), tanto quanto duravano i giochi; solo in seguito, fu protratta a tre mesi, per l'intera regione che circondava Olimpia, e tutta Elida fu dichiarata: la Terra Santa, inviolabile, dove era vietato l'accesso a tutti gli uomini armati, e interdetta la guerra.

E ' difficile precisare l'anno dell’inizio dei giochi, poiché s’intreccia con le leggende, associate agli eventi e personaggi del periodo preistorico. Secondo alcune ricerche storiche i giochi hanno inizio tra il 1253 a.C. e 884 a.C. E 'probabile, che i giochi fossero organizzati periodicamente, in occasione di determinati eventi, affinché ogni mito nella leggenda avesse un ruolo. Ufficialmente, i primi solenni giochi furono organizzati ad Olimpia nel 776 a.C., data dalla quale iniziarono ufficialmente a registrare il vincitore. Il primo Koroivos da Elisa vinse nella disciplina di quel periodo, la gara che si svolse nello stadio. Sulla base delle prove fisiche (elenco) dei vincitori dei Giochi Olimpici nel VIII secolo a.C., si può osservare come la gloria dei Giochi fosse diffusa in tutto Peloponneso.

Da quando Ificlo (fratello di Eracle), Licurgo e Kleosthenes conclusero l’accordo di svolgere i Giochi, ogni cinque anni, in "santa pace", il mantenimento del suddetto accordo, che peraltro, prevedeva la tregua di non belligeranza tra gli Stati partecipanti per tutta la durata dei giochi, che fu rispettata per molti secoli.
Il testo scritto dell’accordo, fu ritenuto propedeutico, per dare corso ai giochi, e fu inciso sul bordo del disco di bronzo di Ificlo, e conservato nel tempio Herin.
Nonostante il suo isolamento, nel lontano ovest del Peloponneso, circondato dalle grandi montagne di Arcadia e la costa inaccessibile del Mar Ionio, questo santuario, nella Grecia antica, rappresentava la sede dell’autorità per tutti.
Il grande rito religioso, che si svolgeva in Herin, era innalzato a simbolo di unità politica e culturale dei Greci.
Durante il periodo arcaico, il desiderio atletico di tutta la Grecia di partecipare ai Giochi crebbe in parallelo con i doni provenienti dalle città e dalle colonie del mondo greco: dal sud dell’Italia e Sicilia, da est a ovest della Grecia, e anche dal nord dell’Africa.

La responsabilità dell'organizzazione dei giochi solenni a Olimpia rimase ai cittadini di Elisa, che la mantennero saldamente, nonostante gli sforzi dei Pisani, i quali volevano prenderne il controllo.
Ciò nonostante, il periodo arcaico fu quello di crescita di Olimpia, come si poteva dedurre da una serie di doni fatti ai vincitori ed altre persone.
Durante il periodo classico, l’ascesa del santuario a Olimpia fu considerevole.
In posizione tranquilla sotto l'egida della Pace Santa, tra i Greci si era sviluppato un forte senso di appartenenza e di unità nazionale.
Ai Giochi fu sempre data molta importanza

La prima cerimonia, si svolse dopo la battaglia vinta contro i Persiani, nel 476 a.C., vittoria dei Greci sui Persiani che fu festeggiata in modo più solenne rispetto alla tradizione. Temistocle, quando apparve nello stadio, ricevette dal pubblico più l'attenzione rispetto agli altri partecipanti.Malgrado, fosse proibito portare armi nel Santuario, nel 364 a.C., ci fu una lotta in Olimpia, durante lo svolgimento dei Giochi.Più tardi, queste Olimpiadi non furono considerate, come se non ci fossero mai state.Ad una cerimonia a Olimpia, Alessandro, figlio di Amintin, il re macedone (498-454), che aveva aiutato i greci, durante la prima invasione persiana, poté prendere parte ai Giochi, solo dopo aver dimostrato ai giudici, la sua origine ellenica. Subito si rivelò essere un ottimo maratoneta.

Anche Filippo II di Macedonia, nel 356 a.C., partecipò ai Giochi e vinse.
Dopo Alessandro Magno, lo splendore del Santuario iniziò un lento declino. Durante il III e II secolo a.C., facoltosi commercianti, provenienti dalla Grecia, Asia Minore ed Egitto, continuarono a sponsorizzare il Santuario.
Nel 146 a.C., la Grecia cadde sotto il dominio romano.
I Giochi subirono dei mutamenti.
L’indiscusso diritto, fino allora vigente, di far partecipare solo greci liberi e senza precedenti penali, fu modificato e la partecipazione fu estesa ai Romani, e dopo all'intero mondo libero dal predominio dell'Impero Romano.
Del privilegio ne approfittarono maggiormente egiziani e orientali.
Così facendo, i solenni giochi di Olimpia assunsero una diffusione internazionale, e consentivano di dare un maggior risalto alla forza fisica e alle virtù morali, in pace e armonia, che poi fu tramandata alle altre nazioni.
Ai giochi prendevano parte atleti provenienti dai tre continenti (Europa, Asia, Africa). I Romani modificarono il valore e il carattere dei solenni giochi greci, infatti, l'atletica fu considerata secondaria, dopo il pugilato e la lotta libera.
I Romani provarono a trasferirli a Roma. Cornelio Silla nel 85 a.C. rubò il tesoro dal tempio.
Poi, il terremoto, del 40 a.C., danneggiò Olimpia.
Augusto, Nerone e Adriano tentarono di far tornare a nuovi fasti i Giochi di Olimpia, ma, ciò avvenne, solo per un breve periodo. Dopo il III secolo, sicuramente ci fu un calo nella popolarità dei Giochi, così come subì un calo, la partecipazione di atleti greci agli stessi.
Nel IV secolo d.C., i Giochi persero ogni ruolo, sia religioso sia politico, e nel 393, furono vietati dall’imperatore bizantino Teodosio I.
Teodosio II distrusse il Santuario nel 426 d. C..
La differenza tra i giochi greci e romani è notevole, infatti, quelli greci erano organizzati per i partecipanti a carattere amatoriale, mentre quelli romani erano organizzati per il pubblico e i partecipanti erano professionisti.

 

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