La storia dello sport in India
I primi abitanti delle valli percorse, oggi in India, dai fiumi Indo e Gange, furono i Dravidi nel periodo tra 4000 e 3000 anni a.C..
Tra i reperti archeologici rinvenuti di questo periodo sono state trovate un gran numero di figure, di rilievi e di sigilli, che si riferiscono allo sport; mostrano vari giochi con dei tori e scene di danza.
Nel territorio che fu abitato da quest’antica civiltà sono stati riportati alla luce i resti di castelli, che assomigliavano a delle antiche palestre della corte, dove, inoltre, erano ubicate le piscine al coperto.
Oltre ad una grande piscina, nei ruderi sono state trovate le cabine individuali per i nuotatori, ed i bagni a vapore. Si ritiene, che questo fosse un luogo sacro della religione induista, infatti, il rito dell’abluzione si può osservare, ancora oggi, lungo il "santo" fiume Gange e dell’Indo.
Questa civiltà fu, quasi interamente, distrutta negli attacchi condotti dalle tribù ariane nel II secolo a.C.., e si costituì un nuovo ordine sociale con specifiche caste.
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Alla (ariana) casta dominante Privilegiata, appartenevano i sacerdoti (Brahmani) e la casta militare (Ksatriya).
Le caste noariane erano divise in due gruppi: Vaisya, la casta delle persone comuni (commercianti, agricoltori e allevatori) e Sudra, la casta degli schiavi e lavoratori senza patrimonio.
Ogni casta veniva coinvolta nelle attività fisiche, ed occupava un determinato posto e rivestiva un proprio idoneo ruolo nella società .
La casta Brahman influenzava sia lo sviluppo complessivo sociale ed economico dell’India che lo sviluppo delle attività sportive.Â
Citazioni si trovano nei libri sacri indiani chiamati "Veda"; nella famosa opera epica Mahabharata e Ramayana si menzionano ricche informazioni sulle attività fisiche dell’epoca.
I protagonisti nell'organizzazione degli esercizi fisici appartenevano alla casta militare, che trascorrevano tutta la loro vita dedicandosi al mantenimento della propria forma fisica e a migliorare le capacità fisiche degli uomini e delle donne.
Nei Veda si possono trovare dettagliate informazioni sui regolamenti della scherma, della lotta, del tiro con l'arco, del giavellotto, ma anche delle formazioni tattiche adottate in guerra, comprese le tecniche per le competizioni di padronanza per la guida dei carri, di equitazione per cavalcare e combattere a cavallo o con gli elefanti.
La casta Brahman coltivava molte forme di giochi e danze, che erano considerati parti integranti delle cerimonie.
Gli storici greci, che accompagnarono Alessandro Magno nella sua campagna in India, hanno fatto notare come i sacerdoti avevano prestato una particolare attenzione agli esercizi di respirazione. Questi esercizi venivano eseguiti per scopi terapeutici ed erano strettamente connessi con gli esercizi yoga. Essi rappresentano, ancora oggi, la più importante forma di dottrina fisica del corpo e dell'anima.
Le cerimonie nuziali e funebri avevano un ruolo diverso nel promuovere e supportare gli eventi sportivi.
È stato evidenziato come il principe Siddharta ,circa 500 anni a.C., nel chiedere la mano della principessa Gope, dovette dimostrare tutta la sua abilità e battere gli avversari nelle dieci discipline, cinque "naturali" (scherma, lotta, pugilato, tuffi e nuoto) e cinque "spirituali" (la lettura di vecchi documenti, la conoscenza di piante e animali, l’arte della scrittura, la grammatica e la matematica).
Le suddette discipline facevano parte di un programma completo di formazione nei collegi indiani dell’epoca.
Invece, le caste delle persone comuni e degli schiavi praticavano forme popolari di competizioni. Combattevano senza armi, correvano, saltavano, scagliavano le lance, lottavano, danzavano; tra queste attività si evidenziano l’hockey e il polo, che in seguito sono stati una prerogativa degli appartenenti ai livelli più alti della società .
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