IL PRONOME
è la parte variabile del discorso che fa le veci del nome.
Il pronome, sostituendo il nome, assume le medesime funzioni logiche di soggetto o di complemento.
I pronomi si dividono in:
− personali
− possessivi
− dimostrativi
− indefiniti
− relativi
− interrogativi-esclamativi
L’AVVERBIO
è la parte invariabile del discorso che si pone, in genere, accanto al verbo per determinarne meglio o modificarne il significato.
FORMAZIONE DEGLI AVVERBI
(AVVERBIO DI MODO)
L’aggettivo talvolta diventa avverbio cambiando posizione nella proposizione: in vece di unirsi al nome, si unisce al verbo.
Esempio:Io ho molto lavoro
Io lavoro molto
L’avverbio si forma dall’aggettivo (femminile: 1ª classe; maschile: 2ª classe) aggiungendo il suffisso –mente.
Esempio: amara-mente
dolce-mente
L’avverbio è il risultato di più parti del discorso: si hanno allora le locuzioni avverbiali.
Esempio: di rado (preposizione + aggettivo)
in genere (preposizione + nome)
in un baleno (preposizione + articolo + nome)
d’ora in poi (preposizione + avverbio + preposizione + avverbio)
GRADI DELL’AVVERBIO
positivocertamente
tanto certamente quanto
comparativopiù certamente
meno certamente
superlativocert-issimamente (molto certamente)
N.B.: “meglio” e “peggio” sono già di grado comparativo e quindi rifiutano “più”.
Gli avverbi inoltre possono essere di luogo, tempo, quantità, somiglianza, affermazione, negazione, dubbio.
LUOGO lì-là-qui-qua-davanti-dietro-sotto-sopra-dove
TEMPO presto-tardi-ora-finora-ancora-oggi-domani-quando
QUANTITA’ molto-poco-tanto-quanto-troppo-assai-appena-affatto-quasi-più-meno-niente
SOMIGLIANZA così-come
AFFERMAZIONE sì-certo-così-appunto-davvero
NEGAZIONE no-neppure-nemmeno-mai-nient’affatto-né
DUBBIO forse-quasi-probabilmente-eventualmente