La lingua, proprio perché è manifestazione qualificante dell’uomo e quindi della sua razionalità, si presenta con una struttura funzionale, riducibile ad un armonico complesso di regole.
Rendersi consapevoli delle proprie capacità linguistiche e acquistare chiarezza, elasticità e padronanza nella manifestazione e comprensione del messaggio, significa quindi conoscere sempre più profondamente il complesso delle norme ed i meccanismi della lingua.
Pertanto lo studio della grammatica, lungi dal presentarsi noioso e superato, è essenziale e mantiene una sua continua validità, tanto che in nessun caso può esaurirsi nel periodo degli studio obbligatori.
La Grammatica italiana si suddivide in 3 parti:
− la Fonologia, “studio dei suoni”, si compone di due parti: ortoepia (esatta pronuncia dei suoni), ortografia (esatta grafia delle parole);
− la Morfologia studia “forma e modificazioni delle parole”;
− la Sintassi concerne le “funzioni logiche delle parole” e la “strutturazione del discorso”.
La suddetta suddivisione non implica una netta separazione tra le tre parti della grammatica, né tanto meno una sistemazione in base all’importanza delle medesime.
Benché lo studio dei segni d’interpunzione rientri nella “Fonologia”, è indubitabile che essi hanno una precisa funzione nella divisione ed armonizzazione delle componenti del periodo, per cui si entra subito nel vivo dell’analisi sintattica.
Se si analizzano le forme delle parti del discorso, non si può non indicare la loro funzione logica, per cui dalla Morfologia si passa necessariamente alla Sintassi, dall’analisi grammaticale all’analisi logica.