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Baccante
Donna dominata da frenetica passione, seguace del culto orgiastico di Dioniso-Bacco. Il culto di Dioniso, in Atene, era sacro e curato dalle Sacerdotesse di Bacco, dette Baccanti, donne scelte fra le più oneste e venerate. Esse insegnavano alle donne la religione, la morale ed i lavori domestici. Quando il culto si propagò al di fuori della città , degenerò in abusi definiti vergognosi, corrompendo anche il nome delle Baccanti che, da caste maestre divennero donne di temperamento ardente e prodighe dei loro favori. Le Baccanti, dette anche Menadì(infuriate) si dividevano in tre classi: le Gerarie(matrone) che erano 14, le Tiadi(sacerdotesse), le Cori(semplici donne). Secondo varie descrizioni, erano seminude, coperte con pelle di tigre o di pantera,o vestite di abito trasparente, con cinture fatte di pampini o di edera, correvano e gridavano, con i capelli sciolti, portando fiaccole accese e tirsi. Inebriate, danzavano con movimenti scomposti accompagnandosi al suono di cembali, timpani, flauti e crotali. Al colmo dell’ubriachezza, cadevano in delirio, abbandonandosi, si dice , ad ogni accesso. Il loro emblema era il fallo. Talora portavano con sè l’animale sacro(cerbiatto) che, al culmine dell’esaltazione, dilaniavano e divoravano crudo. Con l’estasi (sparagmos) e con il banchetto (omophagia), si impossessavano della divinità . Il loro culto era simile a quello di Sabos, le cui partecipanti erano dette Sabai. Omero, Esiodo ed altri non le conoscevano e nelle loro opere le citano come Menadi o Tiadi. Altro nome che veniva loro dato è Bassare, ed anche Bassaridi.
Immagine: BACCANTE CON UNA PANTERA
Jean-Baptiste-Camille Corot (1796-1875)
Tratto dal libro: Culti misterici ed orientali a Pompei di Antonio Virgili