Demoni
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La definizione dei daimones appare in origine alquanto sfumata, ad esempio nell'epoca omerica, successivamente essi risultano inseriti in una tradizione di molti secoli nella quale i demoni sarebbero stati essere sovrumani ma privi delle caratteristiche divine pure, secondo quella che in buona misura era stata la descrizione esiodea di essere "vestiti di tenebra", custodi immortali degli essere umani posti a guardia della giustizia e delle opere scellerate.
Plutarco accenna alla possibilità che alcuni riti arcani e che sostituiscono una sorta di ponte di collegamento tra le dinazioni, ponendosi alcuni più prossimi alla divinità altri invece più simili ai comuni mortali ed inclini al male. I riti misterici sono quelli che maggiormente possono mettere in contatto con tali esseri ed attraverso alcuni dei loro riti possono placare od allontanare i daimones*. I demoni, dunque, essere intermedi tra uomini e dei, possono essere sia benefici che malefici, svolgono la funzione di intermediari tra queste due popolarità . Essi, infine, possono albergare in un corpo umano. Il Sanzi formula l'acuta ipotesi che una parte degli dei venerati sia in realtà costituita solo da daimones quale riflesso visibile di una verità o livello superiori.**
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* In particolare ciò è indicato in: Plutarco, De Iside et Osiride
** Sanzi E., Brevi suggestioni storico-religiose su due aspetti della religiosità di età imperiale romana, in Chaosekosmos,.
Dal libro "Culti misteriosi ed orientali a Pompei" di Antonio Virgili
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