Poetare scalzo
Poetare scalzo con i piedi sulla sabbia,
poetare per segare le grate della gabbia,
cercando di fuggire, o quanto meno eludere
l’oppressione del quotidiano, della noia, del tedio,
poetare ma scalzo è un ottimo rimedio.
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Poetare scalzo è ciò che mi compete,
poetare avendo un'unica fede,
esaltare la cosa comune, la più banale,
non bloccando il corso del fiume, ma
convogliarlo in un canale.
Poetare scalzo, per il gusto di saggiare
un’amarezza ed una gioia da non poter capire
se per una sola volta non ti sei calato
nei panni di chi, come me,
nel poetare scalzo si è ritrovato.
Poetare scalzo per avere la parvenza
della passione più focosa,
ed essere solo un agnellino travestito da lupo,
poetare scalzo, per capire solo dopo,
che la notte, come me dall’animo in panne,
la notte ha imposto al cielo un tributo di stelle.
Poetare scalzo, per narrare di geni
che viaggiano in nuvole di polvere,
poetare scalzo sul bimbo che sta a ridere,
cercando sempre di esorcizzare i misteri,
accendendo di nascosto ceri
in dono alle divinità terrestri,
poetare scalzo per amare, per essere visti.
Poetare scalzo per poter dire ciò che penso,
poetare scalzo, poetare in silenzio!
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Luigi De Bartolomeo
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