In memoria ad Antonio Gelsomino
Thursday, November 21, 2024

Vincere Stress

 

Vincere Stress 

Nell’uomo quindi, quello che distingue la persona stressata da quella equilibrata non è il tipo di stressor cui sono stati sottoposti, ma la loro interazione con esso. E’ chiaro che se noi concepiamo la vita come frutto del caso, per cui ogni evento negativo viene vissuto come una tegola che la sfortuna ci ha tirato sulla testa, non riusciremo mai ad imparare niente dalle esperienze della vita. Se invece ogni evento viene valutato per ciò che di utile ha da insegnarci, ecco che la vita assume tutta un’altra prospettiva: da semplice campo minato privo di sbocchi diventa un vero e proprio percorso al termine del quale c’è l’obiettivo di fare qualcosa di utile per sé e per gli altri.

Un luogo comune nel campo dell’analisi psicologica comportamentale vuole che gli eventi stressanti siano considerati minacce, quelli non stressanti sfide. Questa affermazione va intesa nel senso che ogni evento assume la caratteristica positiva o negativa solo nella valutazione di chi interagisce con esso, e non certo che esistano eventi oggettivamente positivi o negativi, almeno dal punto di vista della reazione allo stress (mentre è indubbio che esistano eventi oggettivamente negativi e altri oggettivamente positivi, sotto il profilo emotivo).

“Nessun evento stressante può essere considerato tale indipendentemente dalla sua valutazione da parte della persona”

Lazarus e Folkman,1984

In realtà, ogni evento con cui entriamo in relazione provoca necessariamente una sollecitazione del nostro sistema. Direi anzi che tutto ciò che esiste, per il solo fatto di esistere, è causa di stress. Stress considerato come termine neutro, privo di connotazioni di valore positive o negative, ma semplicemente come evento o situazione, che per il fatto di entrare in relazione con un essere vivente, produce sempre una qualche se pur minima modificazione nel suo equilibrio omeodinamico.

Anche un evento che può essere universalmente considerato oggettivamente negativo, come una separazione, un licenziamento, una malattia ecc., può condurre a reazioni diverse: quello che cambia, rispetto a un medesimo stressor, è la reazione individuale. Se riusciamo ad affrontarlo, stiamo mettendo in atto una reazione di combattimento, attivando le nostre energie sulla base di una considerazione relativa alla nostra valutazione della capacità di gestire positivamente l’evento stressante.

 

Altrimenti fuggiamo (senza renderci conto che quello stressor corre più forte e ha più resistenza di noi, e prima o poi ci raggiungerà di nuovo). In questo caso l’evento stressante è considerato una minaccia, in quanto il nostro sistema (attraverso un valutazione rapidissima delle caratteristiche potenzialmente o effettivamente minacciose dell’evento stesso, rapportate alla nostra esperienza personale, raffrontate ad altre situazioni analoghe già vissute, alla nostra capacità reattiva contingente), valuta che non siamo in grado di affrontarlo e ci invita a entrare in contrazione.

Se invece l’evento è oggettivamente positivo (una riconciliazione, una unione, una promozione), esso viene pur sempre a turbare il nostro equilibrio omeodinamico, ma lo affronteremo andando verso di esso, in espansione, lasciandoci trascinare anziché combatterlo o sfuggirlo. In questo caso il sistema valuta la situazione come utile e affrontabile, non perché non stressante, ma perchè dotata di sufficiente probabilità di essere gestita vittoriosamente.

Un nuovo lavoro, parlare in pubblico, sostenere un qualsiasi esame sono vissuti da chiunque come eventi stressanti: se però la vittoria sull’evento viene valutata come qualcosa che può condurre a prospettive positive, e ci sentiamo in grado di vincere, l’evento stressante viene considerato come una sfida. Potremmo concludere con la constatazione che, ancora una volta, la nostra vita segue la direzione indicata dalla maggiore possibilità di sopravvivenza: tutto il nostro sistema si è strutturato nel corso di milioni di anni di evoluzione solo per impedirci di affrontare rischi inutili, perfezionandosi nella individuazione dei fattori potenzialmente pericolosi e nella nostra capacità di distinguere tra eventi stressanti ma affrontabili, oppure veri e propri pericoli da fuggire. Al tempo stesso, la vita ci costringe a ricercare gli eventi stressanti per sviluppare le nostre potenzialità, e lo fa con una sottile ma efficace arma di ricatto: la sensazione straordinaria di benessere e di soddisfazione che l’uomo prova tutte le volte che è riuscito a superare un ostacolo.

 Tratto dal libro: Terapia craniosacrale tradizionale di Guido A. Morina

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