In memoria ad Antonio Gelsomino
Thursday, December 05, 2024

San Savo e Diavolo - leggenda slava

San Savo e Diavolo - leggenda slava

San Sava si mise a camminare sulla montagna e incontrò il Diavolo. Quando il Diavolo lo vide si spaventò, volle fuggire, però non lo fece e si incontrarono per strada. San Sava disse al Diavolo: “Dio sia con te!” e lui rispose: “ Non ho bisogno di lui!”
-  Come stai? – San Sava continuò a interrogare il Diavolo.
-  Che te ne importa di come sto io?
-  Dove vai?
-  Anche questo non dovrebbe interessarti!
-  Cosa vorresti fare?
-  Vorrei coltivare ortaggi solo che mi serve un socio e un po’ di terra.     
-  Allora io potrei essere il tuo socio, però prima dobbiamo chiarire i nostri compiti.
-  Anche se non mi va di lavorare con te, voglio fare un compromesso in modo di iniziare il lavoro.

Decisero di piantare la cipolla. Quando cominciarono a uscire i fiori il Diavolo osservò solo le corolle senza badare a quello che poteva esserci sotto terra. Così, quando la cipolla iniziò a fare il frutto, San Sava disse al Diavolo: “Metà è mia e l’altra metà è tua. Scegli quella che vuoi.” Il Diavolo vedendo quei bei fiori fiorire, scelse quella metà, illudendosi di aver preso la parte migliore, e lasciò a San Sava il vero frutto. Quando la cipolla cominciò a maturare, i fiori si seccarono e questo al Diavolo non piacque affatto. Nel momento della raccolta San Sava prese la parte scelta e lasciò al Diavolo i fiori ormai secchi. Il Diavolo solo allora capì di essere stato imbrogliato, rimase deluso, però non si volle arrendere. Propose a San Sava un altro lavoro, cioè piantare questa volta il cavolo. Gli disse: “Io prenderò quello che sta sotto terra e tu quello sopra.” E così fecero. Il cavolo iniziò a fare le foglie fino a creare la testa. Quando il Diavolo vide la testa pensò subito che anche sotto terra doveva esserci qualcosa di simile. Questo suo pensiero lo rese felice, così in autunno, nel periodo della raccolta, il Diavolo si mise a suonare, cantare, ballare pensando di aver ingannato San Sava però, appena scavò cinque centimetri sotto terra, si accorse di essere stato imbrogliato di nuovo. Trovò solo le radici, si arrabbiò tantissimo ma non volle arrendersi nemmeno questa volta, così propose un terzo lavoro a San Sava, cioè piantare le patate. Così disse a San Sava: “Io prenderò quello che sta sulla terra tu quello che sta sotto terra.” E così fecero. Anche questa volta il Diavolo rimase imbrogliato. Però decise di provare per l’ultima volta a sfidare San Sava. Così si misero d’accordo di piantare l’uva. Quando il terzo anno la vigna iniziò a fare il frutto si incontrarono per decidere che parte prendere. San Sava disse al Diavolo: “Va bene scegli: il succo denso o diluito?”
Io prendo il succo denso e ti lascio quello diluito gratis! – rispose il Diavolo ridendo.
Nel periodo della raccolta San Sava si prese tutta l’uva, la mise nella tinozza e versò fuori il vino. Però il Diavolo si inventò di aggiungere l’acqua nella rimanenza, la mise in una caldaia e distillò la grappa. Allora San Sava gli disse: “Cosa è questa?” “È la grappa, mio socio”. “Fammi assaggiare così ti posso dire se va bene.” Il Diavolo gli riempì il bicchiere, San Sava bevve due sorsi e prima di bere il terzo si fece il segno della croce e la benedì. Quando il Diavolo vide questa scena fuggì dicendo: “ Questa è la cura per un vecchio e pura follia per un giovane.” Così il Diavolo svanì e non apparve mai più davanti ad un prete.”

 

 

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