Preghiere del Papa per la salvezza della compagnia di bandiera italiana
Anno 2008_17 Settembre
Il 17 Settembre, al cospetto di un evento, apparentemente insignificante nella intrinseca valenza del gesto, ma assai esplicativo di un modo d’essere delle nostre autorità nei confronti della Chiesa, ben diverso da come, invece, si comportano altre nazioni sovrane (la Francia, nella fattispecie), la LIDU ritiene istruttivo mettere al confronto il modo d’atteggiarsi del Sottosegretario alla Presidenza, onorevole Gianni Letta, accompagnato dal Commissario dell’Alitalia Augusto Fantozzi, con quello dei coniugi Sarkozy, in occasione di contigui, pubblici incontri con Benedetto XVI.
Mentre, infatti, i rappresentanti della laica Francia salutano il Papa con una semplice stretta di mano ed un cenno del capo, quelli della chiesastica Italia, quasi ci trovassimo ancora ai tempi del “Papa-Re”, non solo si genuflettono assai compunti ed effettuano il classico “baciamano” di tradizione monarchica, ma, addirittura, il grande “commendatario” della compagnia aerea di bandiera, già Ministro, mai rimpianto, delle Finanze nazionali, si raccomanda alle preghiere dell’augusto rappresentante del soglio di Pietro perché favoriscano le sorti malmesse dell’Alitalia (sic).
Di seguito, il commento della LIDU in merito all’“evento” italiano.
Un fatto, un avvenimento assai recente, al di là della vicenda “Alitalia” che, se non fosse una “tragedia”, sembrerebbe la telenovela di una “farsa”, ci impone, anche ad usum delphini, una riflessione politico-morale in grado di dare il senso, appunto, a chi ci legge, di quale dovrebbe essere, per chi ricopre ruoli o funzioni pubbliche, il comportamento di un laico, a prescindere dai suoi personali sentimenti religiosi, al cospetto di una qualsivoglia autorità religiosa.
Nella fattispecie, ci riferiamo al viaggio, compiuto in terra di Francia, dal Papa Benedetto XVI.
Ebbene, facendo attenzione a due episodi, apparentemente di routine, ovvero quello della partenza dall’aeroporto di Ciampino e quello dell’arrivo all’Eliseo, emerge, in tutta evidenza, cosa significhi e, di converso, non significhi la prerogativa comportamentale di un laico.
A salutare il Papa a Ciampino si sono recati rispettivamente il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, onorevole Gianni Letta ed il Commissario dell’Alitalia, Augusto Fantozzi.
A riceverlo all’Eliseo c’erano, ovviamente, il Presidente Francese e la signora Carla Bruni.
Le due scene si sono svolte così: dopo che Letta e Fantozzi, per il quale, anche in base agli esiti poco brillanti di “vecchie” esperienze amministrative al Dicastero delle Finanze, ci verrebbe da dire, tenendo presente, come riferimento logico il “simpatico” personaggio di Villaggio, nomen omen, si sono impeccabilmente genuflessi per il baciamano, il secondo è addirittura giunto a chiedere a Benedetto XVI una preghiera speciale in favore dell’Alitalia, che si trova in stato comatoso; giunto il Papa alla presenza del massimo rappresentante di una Francia che, mai andrebbe dimenticato, nel 1849, accorse vergognosamente (fanno fede al riguardo le amare rimembranze di De Tocqueville) in aiuto di un Papa fuggito a Gaeta, sbaragliando, anche con gli inganni, da vero fellone, del generale Oudinot, quella Repubblica Romana di Mazzini, Garibaldi, Saffi, Armellini e tant’altri giovani eroi (alcuni addirittura di minore età), che, proprio dalle esperienze transalpine, aveva tratto ispirazione, né la signora Bruni, né tanto meno Sarkozy, si sono genuflessi per il baciamano, bensì, rimanendo ben eretti, tesa la mano così come conviene tra normali persone che s’incontrano, hanno espresso al Papa un saluto con un leggero cenno del capo, peraltro, ricambiato.
A questo punto, rimane solo da aggiungere un’ultima considerazione: il fatto che Fantozzi, eminente Commissario governativo, preposto alle sorti dell’Alitalia, conti sulle preghiere del Papa per la salvezza della compagnia di bandiera italiana, costituisce la prova provata di come, per tradizione, vanno le cose nel nostro Paese; ovvero, che i nostri politici (e la vicenda Alitalia è sintomatica al riguardo), invece di valutare le capacità o meno degli uomini preposti alla gestione della cosiddetta “Cosa pubblica” e delle società “derivate”, attribuendo meriti e demeriti, nominando o revocando i responsabili, confidano nelle supposte virtù taumaturgiche dell’italico “Stellone”, dal quale, evidentemente, considerata la sostanziale consonanza con le opinioni della Chiesa e la prossimità fisica con il Vaticano, ritengono di poter ottenere maggiore e migliore “udienza”.
Tratto dal documento della Lega Italiana
dei Diritti dell’Uomo Onlus:
Testimonianza
“Report 2008-2009”
Iniziative, documenti, prese di posizioni, deliberati,
lettere, ecc. in materia di diritti, nel biennio
curato da Gian Piero Calchetti e Sara Lorenzelli