DISCORSO D’INSEDIAMENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
PRONUNCIA DAVANTI ALLE CAMERE 15 MAGGIO 2006 “IL PRESIDENTE DI TUTTI”
I discorsi dei Presidenti della Repubblica costituiscono un corpus dai contenuti solenni e formali che, per tradizione e non per legge imperativa, contengono in sé sia le linee di continuità e di innovazione della lingua istituzionale dalla nascita della Repubblica, sia le caratteristiche ideologiche dei singoli Presidenti, le loro diverse fisionomie personali. Il discorso d’insediamento di Napolitano si presenta come uno dei più lunghi della storia della Repubblica secondo solo a quello di Cossiga, il cui linguaggio politico è caratterizzato al tempo stesso da sobrietà e solennità*.
E’il pomeriggio del 15 maggio 2006, quando Giorgio Napolitano pronuncia il suo discorso d’insediamento davanti alle Camere come undicesimo Presidente della Repubblica italiana: “Non sarò mai solo il presidente della maggioranza che mi ha eletto. Sarò il presidente di tutti”.
Mai un impegno presidenziale ad essere rigorosamente super partes era stato così esplicito e solenne, compito primario espresso era quello di essere garante dell’unità della maggioranza di governo e di stabilità in un paese da riformare ben sintetizzata dall’espressione “senso della missione” e dal seguente passo: “rigoroso rispetto dei limiti che segnano il ruolo e i poteri del Presidente della Repubblica nella Costituzione vigente”.
Un ruolo di garanzia dei valori e degli equilibri costituzionali; un ruolo di moderazione e persuasione morale, che ha per presupposto il “senso e il dovere dell’imparzialità nell’esercizio di tutte le funzioni”.
Dall’analisi del discorso di Giorgio Napolitano e dalla comparazione con i suoi predecessori emerge un Presidente molto istituzionale, attento ai propri compiti di garante dell’unità della nazione, della sua identità, della sua memoria, attento alle diverse categorie sociali e di genere e impegnato a portare a coesione e serenità tra gli opposti schieramenti. Sul piano linguistico-retorico, lo stile di Napolitano appare più legato alle caratteristiche della tradizione della prima Repubblica, il peso omogeneizzante delle tradizioni discorsive costituitesi nel corso degli anni dell’attività politica di Napolitano fa si che la contiguità temporale con gli ultimi predecessori prevalga sulle affinità con Presidenti ideologicamente più vicini ma appartenenti a generazioni diverse**.
L’impegno ad essere il “presidente di tutti” è stato premiato da una crescente popolarità presso l’opinione pubblica, che ha apprezzato la saggezza di personalità realmente al di sopra delle parti e sempre orientata verso l’interesse comune. I sondaggi demoscopici hanno infatti misurato periodicamente questa ascesa di fiducia tra i connazionali, che Napolitano ha potuto spendere come fattore importante di ulteriore autorevolezza nei rapporti con il mondo politico ed istituzionale***.
Salvatore Dott. Carlone
*Bolasco Sergio/Giuliano Luca/Gali dè Pratesi Nora 2006 parole in libertà. Un’analisi statistica e linguistica Roma Manifestolibri
**Michele A.Cortelazzo-Tuzzi Arjuna 2003 L’analisi del contenuto Roma Carocci. Lingua italiana d’oggi III 2006 Estratto Bulzoni Editore. Il discorso d’insediamento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.Lessico e retorica Roma 2006
***N.Bobbio Liberalismo e democrazia, a cura di F.Manni, Milano 2006
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