IL MODELLO DI RAPPORTI POLITICI ED ISTITUZIONALI “DEMOCRAZIA DELL’ALTERNANZA”
Nel momento in cui nasce il nuovo Governo, si ricompone simbolicamente il quadro costituzionale con l’elezione alla massima carica dello Stato di un esponente della tradizione comunista italiana, quello che Aldo Moro avrebbe chiamato una democrazia compiuta, un ciclo già iniziato negli anni novanta, ma fino ad oggi non ancora stabilizzato, né completamente acquisito, non a caso sviluppatosi nel clima di tangentopoli, imposto dall’iniziativa referendaria del 1993 e inficiato per più di un decennio dal simmetrico radicalismo antagonistico prosperato dalla vicenda berlusconiana.
Oggi, il nuovo Capo dello Stato parla in modo chiaro, definitivo e acquisito di democrazia dell’alternanza, di sistema politico bipolare, del riconoscimento dei ruoli di maggioranza ed opposizione. Significativo è infatti ricordare che il giorno dopo il giuramento, nell’articolare la scaletta delle consultazioni, compie una apparentemente piccola ma coerente “rivoluzione”: non solo dà udienza alle rappresentanze unitarie delle due coalizioni, ma riserva uno specifico e distinto spazio per ciascuno dei loro leader, in stretta coerenza con la legge elettorale e con l’esigenza di coesione interna delle stesse coalizioni.
Giorgio Napolitano dopo aver ribadito l’intangibilità dei principi fondamentali della Costituzione, esprime che il buon funzionamento della democrazia dell’alternanza può aver bisogno di interventi sul piano costituzionale.
Interventi resi necessari dalla scelta incompiuta del Costituente che, pur volendo tutelare la stabilità dell’azione di governo, finì per lasciare la questione “aperta” e la chiarezza del riconoscimento del bipolarismo ha consentito al neo presidente Giorgio Napolitano di invocare una cultura politica capace di riconoscimento reciproco e lealtà costituzionale, fino all’ipotesi di convergenze riformatrici tra le parti, ma senza in alcun modo confusioni e commistioni di governo.
Si tratta quindi di costruire delle convergenze per creare una cultura istituzionale della competizione, del conflitto democratico della distinzione tra maggioranza e opposizione, della lealtà istituzionale.
Il modello espresso da Napolitano è di risoluta sobrietà che assumerà carattere cruciale quale esercizio di governo per il rilancio di un nuovo ciclo politico del paese rendendo possibile un’intesa bipartisan* come ad esempio le scelte di politica internazionale, a cominciare dalla partecipazione dell’Italia alle missioni all’estero.
Salvatore Dott. Carlone
* una proposta o un atto legislativo che è condiviso dalla maggiore forza parlamentare di maggioranza e da quella di minoranza
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