I traumi dello sport
La branca della chirurgia che studia le lesioni traumatiche dovute ad agenti di natura generalmente meccanica, che colpiscono il corpo con violenza ed immediatezza, è la traumatologia.
I traumi dello sport possono colpire tutte le parti del corpo: in prevalenza sono superficiali ed interessano l’apparato locomotore (muscoli, tendini, nervi, ossa ed articolazioni).
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Si distinguono in:
traumi da azione diretta: quando l’agente traumatico determina una lesione nel punto sul quale agisce (colpi da corpo contundente)
traumi da azione indiretta; quando l’agente traumatico determina una lesione distante dal punto sul quale agisce (frattura di base cranica per caduta in piedi)
traumi endogeni: quanto l’agente traumatico agisce all’interno del corpo (strappo muscolare)
traumi esogeni: quando l’agente traumatico agisce dall’esterno del corpo (urto contro ostacoli)
traumi acuti: quando l’agente traumatico agisce una sola volta con violenza (frattura ossea)
traumi lenti o cronici: quando l’agente traumatico agisce ripetutamente e con lentezza (infiammazione tendinea)
traumi superficiali: quando l’azione traumatica si manifesta alla superficie del corpo (escoriazioni)
traumi profondi: quando l’agente traumatico agisce in profondità (emorragia cerebrale da contusione cranica).
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Tipiche dell’attività sportiva sono le lesioni dell’apparato locomotore, quali le contusioni, le escoriazioni, le bolle, le ferite della cute e degli strati sottostanti le lesioni più profonde dei tessuti superficiali, che riguardano:
muscoli e tendini: strappi muscolari, miositi e tendinite
nervi: distensioni e contusioni dei tronchi nervosi
apparato osteoarticolare: fratture, periostiti, distorsioni, sublussazioni, lussazioni, contusioni ed artrosi delle articolazioni.
In definitiva, l’azione meccanica che determina l’effetto traumatico può essere di natura svariatissima ma, per quanto complessa essa sia, si riduce essenzialmente a quattro elementi e cioè: flessione, torsione, pressione, trazione (isolati o in varia composizione tra loro).
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Classificazione e relativa terapia per pronto soccorso
a. traumi dei tessuti molli: le varietà più comuni sono le contusioni, le escoriazioni, le bolle e le ferite.
• Contusioni: sono lesioni da agente traumatico che colpisce la superficie del corpo senza produrre soluzione di continuità dei tegumenti superficiali. Sono caratterizzati da rottura di vasi capillari e formazione di ematoma.
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Terapia
Applicazione di compresse ghiacciate e bendaggio costruttivo con acqua vegeto-minerale.
• Escoriazioni: sono lesioni provocate da agente traumatico che colpisce la superficie del corpo tangenzialmente, provocando piccole perdite di sostanza cutanea ed emorragie puntiformi.
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Terapia
Disinfestazione con acqua ossigenata ed applicazione di polvere sulfamidica o antibiotica. Non fare mai bendaggi compressivi.
• Bolle: sono lesioni provocate da agente traumatico che agisce con meccanismo lento e ripetuto di attrito, producendo un sollevamento degli strati superficiali della cute, delimitante una cavità contenente siero.
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Terapia
Asportazione totale o parziale della bolla ed applicazione di pomate o polveri sulfamidiche o antibiotiche, ricoperte da falde di garza contenenti talco nelle parti di maggiore contatto. La puntura della bolla è insufficiente per rapida occlusione del foro praticato.
• Ferite: sono lesione provocate da agente traumatico che produce una soluzione di continuità nelle parti molli del corpo. Possono essere di vario tipo: da taglio, da punta, da punta e taglio, contuse, lacere, lacero-contuse.
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Terapia
Nei casi lievi, disinfezione con acqua ossigenata, per ferite di piccola entità e scarsamente sanguinanti; con alcool denaturato su piccole soluzioni di continuità della cute (graffi, tagli); con tintura di iodio, di limitatissima applicazione, su soluzioni di continuità fortemente infette con presenza di polvere o di terriccio. In seguito, devono essere applicate, per evitare infezioni secondarie, polveri o pomate sulfamidiche o antibiotiche.
Nei casi più gravi, si prativa l’emostasi mediante tamponamento con o senza sostanze coagulanti o mediante laccio emostatico, in attesa dell’intervento medico.
b. traumi dei muscoli e dei tendini: i fatti traumatici muscolari, tendinei e muscolo-tendinei si presentano con una certa frequenza in varie attività sportive.
Possono essere acuti (strappi muscolari, ernie muscolari) o cronici (processi infiammatori dei muscoli).
Consideriamo solo gli eventi traumatici acuti.
• Strappi muscolari: sono lesioni del muscolo per esagerata tensione della fibra, tale da vincere la resistenza elastica e provocare la rottura. Se non vi è lacerazione delle fibre si ha lo “stiramento muscolare”; se vi è la rottura si ha lo “strappo muscolare”. Gli strappi muscolari sono lesioni facilmente recidivanti.
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Terapia
Nelle prime 24 ore, applicazione di compresse ghiacciate e riposo assoluto. Poi immobilizzazione in completo rilassamento.
• Ernie muscolari: sono lesioni dovute alla rottura della fascia muscolare, in corrispondenza di zone deboli a seguito di violenti distorsioni. Sono caratterizzate da una tumefazione, dolorosa e molto sensibile, costituita da una parte del ventre muscolare che fuoriesce dalla smagliatura della fascia.
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Terapia
Le ernie piccole si riducono con l’applicazione temporanea di una fascia elastica.
c. Traumi dei nervi: in genere sono dovuti a movimenti bruschi ed antifisiologici che sollecitano esageratamente il tronco nervoso, ne determinano la distensione, più raramente la rottura.
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Terapia
Applicazione di compresse ghiacciate e riposo assoluto in stato di rilassamento.
d. Traumi delle ossa e delle articolazioni: i fatti traumatici delle ossa più frequenti nelle attività sportive sono le fratture, più rare sono le periostiti (infiammazioni acute e croniche per eventi contusivi). I traumi delle articolazioni si manifestano per le continue sollecitazioni delle cerniere durante i movimenti specie i forzati, danno luogo alle sublussazioni, lussazioni, contusione e artrosi post-traumatiche.
• Fratture: sono provocate da agente traumatico dotato di particolare energia vulnerante che provoca una soluzione di continuità della superficie delle ossa. Possono essere:
- incomplete: se l’osso non è interessato in tutto il suo spessore
- complete: se la linea di frattura interessa tutto lo spessore dell’osso
- uniche: se l’osso è leso in un solo punto
- multiple: se esistono più focolai di frattura
- comminute: se l’osso è rotto in numerosi frammenti
- con spostamento: se i monconi ossei hanno perso il loro rapporto anatomico
- senza spostamento: se i monconi ossei sono rimasti in sede naturale
- chiuse: se non esistono soluzioni di continuità dei tessuti molli sovrastanti le lesioni ossee
- esposte: se i monconi ossei sono visibili all’esterno.
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Terapia
Applicazione di compresse ghiacciate ed immobilizzazione provvisoria con tavolette di legno opportunamente disposte.
• Periostiti: sono lesioni provocate da un processo infiammatorio della membrana periostea di rivestimento dell’osso. Generalmente hanno carattere cronico dovute ad azioni traumatizzanti lente e ripetute. Si manifestano con ispessimento duro e doloroso del periostio e neo formazione ossea.
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Terapia
Applicazione, per casi acuti, di compresse ghiacciate e riposo.
• Sublussazioni: sono lesioni caratterizzate da un allontanamento temporaneo dei capi ossei articolari, a seguito di una brusca azione traumatica che induce un movimento antifisiologico dell’articolazione o ultrafisiologico, con o senza lacerazioni della capsula e dei legamenti periarticolari.
La “distorsione” è una sublussazione delle articolazioni mobili senza lacerazioni della capsula e dei legamenti. Le sublussazioni hanno carattere recidivante.
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Terapia
Applicazione di compresse ghiacciate ed immobilizzazione dell’articolazione lesa con fasciatura costrittiva (nei casi più gravi si rende necessaria l’ingessatura che è di competenza del medico). Non praticare mai massaggi.
• Lussazioni: sono lesioni caratterizzate da un allontanamento definitivo dei capi ossei articolari a seguito di un trauma brusco e violento che sollecita anormalmente l’articolazione e produce spesso lacerazioni della capsula e dei capillari sanguigni periarticolari.
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Terapia
Applicazione di compresse ghiacciate e provvisoria immobilizzazione dell’articolazione stessa.
La riduzione è di competenza del medico.
• Contusioni: sono lesioni prodotte da azioni traumatiche dirette (nel pugilato) o indirette (contusioni del ginocchio, anca o spalla per caduta). Nella pratica sportiva le contusioni articolari sono relativamente frequenti, ma non tipiche.
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Terapia
Applicazione di compresse ghiacciate ed immobilizzazione mediante fasciature costrittive (gessate nei casi più gravi).