Il vulcano è considerato come la fonte di un fuoco terrestre, in antitesi a quello celeste.
Il vulcano è un'area di caos, intesa come un insieme di elementi, che nel sottosuolo sono mescolati e trasformati in elementi primari: aria, fuoco, acqua e terra.
Esso simboleggia la primordiale forza della natura.
In generale, il vulcano è un simbolo ctonio, dal punto di vista negativo è associato alla morte, mentre dal lato positivo è associato alla fertilità.
Quindi, il vulcano ha dei simboli ambivalenti.
E’ subito associato a una catastrofica manifestazione delle forze naturali, si presenta come un elemento di distruzione, come il male, e in secondo luogo, gli è attribuita la capacità creativa, poiché i terreni d’origine vulcanica presentano una speciale fertilità.
In merito all'immagine di un vulcano si osservano diversi punti di vista;
in alcune culture, i vulcani sono visti come le porte degli inferi ed era consuetudine spingere i morti nel cratere.
Gli antichi greci, ritenevano l'attività vulcanica fosse legata al fatto che, dopo la vittoria degli dei sui Titani, questi ultimi si chiudevano in una caverna, e da li provenivano i loro lamenti.
Nella mitologia romana, Vulcano (Efesto in greco, in scandinavo Regin) è il dio fabbro, (il fabbro) che si trova in una grotta della montagna, e come tale è dotato di una funzione di demiurgo.
Nello zoroastrismo, il vulcano è un luogo dove l’Ahriman, le forze del male si personificavano.
Le fiamme del fuoco vulcaniche, in una correlazione con il concetto d’inferno e le fiamme stesse dell'inferno sono considerati vulcani come il Vesuvio, l’Etna, e l’Hekla.
Nella tradizione cristiana è luogo del purgatorio; e c'è anche l'idea che, attraverso l’emissione di gas e vapore, il vulcano penetra nel mondo sotterraneo.
Tertulliano credeva che i vulcani siano la prova dell'esistenza dell'inferno sotterraneo.
Nella mitologia si cita l'eroe Maori Maui, che ruba il fuoco agli dèi del vulcano per portarla alla gente.