Nel 1919 annunciò pubblicamente che era possibile viaggiare sulla Luna però gli risero tutti in faccia.
“Nel pomeriggio del 19 Ottobre 1899 mi arrampicai sull'albero di ciliegia, giunto in alto armato di una sega che ancora possego e una accetta, iniziai a tagliare i rami morti del ciliegio. Era un tranquillo e colorato pomeriggio di quella pura bellezza che si manifesta in ottobre in New England ammirando i campi verso est. Immaginai come sarebbe bello inventare qualche dispositivo per poter raggiungere Marte. Quando scesi dall'albero ero un ragazzo diverso da quando ero salito. Alla fine mi sembrava di avere una forte intenzione.” – Robert Goddart
Con questo pensiero Robert Goddard già da ragazzo manifestava la sua intenzione di fare qualcosa di veramente rivoluzionario.
Alle critiche negative ricevute dalla stampa e dal The New York Times Robert Goddard rispose in questo modo:
“Ogni visione pare uno scherzo quando il primo uomo lo realizzi, una volta realizzato diventa banale.”
Si rese subito conto di non essere stato compreso e decise di isolarsi e lavorare solo con i tecnici. Goddard volle evitare critiche negative e ridicole per non danneggiare la sua reputazione professionale.
Si era ammalato e avendo capito di non avere più molto tempo , decise di dedicare quel poco tempo che gli era rimasto da vivere alle sue sperimentazioni.
Durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, Goddard offrì alla basi militari i suoi servizi, i brevetti e la tecnologia e diede contributi significativi.
Robert Goddard morì di cancro alla gola nel 1945.
Dopo quarantanove anni dalla sua morte la Nasa riconobbe tutti i brevetti di Robert Goddard ed il Times pochi giorni prima dell'atterraggio dell'Apollo 11 sulla Luna annunciò pubblicamente di aver fatto un grande errore.
Concludo con le parole di Robert Goddard: “E’ difficile dire cosa sia impossibile per un sogno di ieri che è la speranza di oggi e la realtà di domani.”