Sogni d’oro di Michele
Quello che più meravigliava Michele era il movimento di uno dei due spaccapietre: pareva che sui fianchi avesse una molla a scatto tanto era preciso ed energico il movimento del busto quando alzava la pesante mazza sul blocco della pietra.L’altro membruto, alto e magro con due occhi opachi nelle orbite ossute era più violento e disordinato: avventava colpi terribili o fiacchi, di volta in volta.Ma l’altro era preciso e solido: batteva con energia diritta e ostinata la venatura sanguigna, fino a sentire il rumore stanco della resa. Il blocco diviso in due riluceva con qualche cristallo nuovo ai raggi accecanti del sole di Luglio che lo vinceva e lo spegneva quasi subito.