Se contiamo bene, l'invasione delle cavallette sarà la nona catastrofe, che affliggerà l'umanità. Sarà preceduta da rivoluzioni, terremoti, guerre mondiali, inquinamento alimentare, carestia, pestilenza, siccità e diluvio. Secondo i profeti sumeri, ebrei e medievali, dieci grandi ferite (le dieci ferite dell'Egitto) hanno preceduto ogni regno di Dio.
La decima catastrofe dovrebbe, quindi, arrivare. Ma, come si deve notare, le catastrofi non si susseguono, ma intervengono, al tempo dei terremoti, alla fine delle rivoluzioni, le guerre mondiali scoppiano al tempo dei terremoti. Il veleno e la fame sono interconnessi, così come la fame e la peste, la peste e la siccità,ecc.
Pertanto, Nostradamus pone l'ultima catastrofe, nel periodo delle cavallette, che secondo lo stesso, provengono dall'Italia o da Ausonia:
Creerà una fertile pianura di Auzan,
immense cavallette, potente di massa,
il sole oscurerà il soffitto della nuvola,
porterà la peste, dopo aver pascolato su tutto.
Il problema s’estenderà dall'Italia alla Gallia, e da lì, senza dubbio, ad altri paesi:
tutto, dal Frejus ad Antibes,
comporterà l’immane distruzione,
le cavallette portate dal vento, dal mare,
saccheggiano e massacrano,
senza le legge della guerra.
Alla fine, tutti i disastri saranno mescolati: insetti, invasioni, una nuova carestia e una nuova peste. In questo modo, il popolo avrà solo la speranza di salvezza da Dio:
due mali in città, due alla porta,
la peste si sta diffondendo con la fame,
ma fuori l’avversario, con la spada colpisce,
in Dio, il popolo cercherà la salvezza.
Tratto dal libro: Nostradamus profezie di Jean - Charles Pichon (pubblicato nel 1971)
La rete di Hartman – per i cinesi le porte demoniache
Quando una persona crea un disturbo in natura, essa si protegge con l’emissione di radiazioni patogene. Esempi caratteristici sono i nodi che prendono il nome dal medico Ernest Hartmann, un medico tedesco di Eberbach, che ha significativamente elaborato e dimostrato la malignità. Tali nodi sono dove le linee magnetiche della Terra s’intersecano. Essi, con una certa regolare disposizione, formano una rete globale che emette energia magnetica terrestre.Una persona con strutture inadeguate, la concentrazione di un gran numero di apparecchi elettrici ed elettronici in uno spazio abitativo, può far sì che quel nodo corrisponda ad altre fonti d’energia patogena ed il nodo diventa maligno.
Acqua + radiazioni tecniche, e la sua regola sono state riconosciuta durante simposi medici. La regola si comporta in questo modo: il posto in cui una persona malata di cancro ha dormito è il punto geopatologico più dannoso, in cui nessuno può sedersi o dormire a lungo. Se quel luogo non viene neutralizzato, dopo qualche anno, sarà di nuovo causa di condizioni cancerogene. Gli antichi cinesi avevano un'ottima conoscenza dei punti geopatogeni dei nodi tellurici, venivano chiamati "porte demoniache”, ora sono chiamati nodi Hartmann, perché sapevano che la loro attività devitalizzante e patogena poteva essere paragonata ad un demone, che s’attiva ribelle, per annebbiare il destino delle persone che non notano nulla.
Nel 1247, l'Istituto Francese di Radestesia pubblicò il libro del Dr. Pere "Radiazione cosmico-tellurica" - i raggi di Pere, la loro topografia planetaria, la loro relazione con l'uomo, gli animali, le piante e, specialmente, con il cancro. Se guardiamo la sfera, è lo schizzo della Terra, una rete di linee concepite dai geografi per rendere più facile determinare la posizione, la larghezza e la lunghezza, e se sostituiamo questa griglia, perfettamente ideale, con correnti telluriche vibranti, otterremo una "griglia di Pere".
Il dottor Pere, in qualità di radioestesista esclusivo, nonostante numerosi esperimenti su terra e mare, poteva dichiarare che la sfera terrestre, in termini di nord-sud ed est-ovest, circondata dai raggi, sia cosmici che tellurici. Il termine "rete di Pere" indica, non solo, un reticolo sulla superficie terrestre, ma anche una regolare "partizione" tridimensionale dell’atmosfera, come se, sulla Terra, ci fossero "pareti invisibili". Questi raggi non sono di per sé dannosi, ma in taluni punti, in cui s’intersecano, riempiono un determinato campo sulla Terra, il che è dannoso.
È, estremamente, importante affrontarlo, poiché questo raggio è molto potente e, allo stesso tempo, molto pericoloso, stante la frequenza vibrazionale imposta dalle cellule nel corpo, attraverso la modulazione. Successivamente, gli studi di molti ricercatori, in particolare del dottor Ernest Hartmann, uno dei fondatori di una nuova disciplina scientifica - la geobiologia, hanno rivelato che la griglia terrestre contiene un disegno, molto più accurato dei disegni dei raggi di Pere, motivo per cui è stata chiamata "Hartman's Network" - una rete geomagnetica, di linee di forza, che esce verticalmente da terra. La rete di Hartmann rappresenta i progressi nelle radiazioni cosmico-telluriche: l'ingegnere e il radioestesista R. de Lafore hanno dato una caratteristica precisa dei raggi di Pere: tutto sommato, la morte vibra - con frequenze ed intensità, come una sinfonia patetica o qualche programma radiofonico.
La rete Hartmann è costituita da meridiani magnetici che si estendono nella direzione nord - sud e comparatori magnetici nella direzione est - ovest. I meridiani sono distanti tra di loro 2,5 m, mentre i comparatori magnetici sono a 2 m di distanza. Il loro spessore varia, da 21 a 25 cm. Formano muri invisibili che s’innalzano verticalmente ed attraversano tutti gli ostacoli fisici (terra ed edifici), perché sono costituiti da energia, non da materia. Le linee telluriche della rete Hartman s’intersecano e determinano nodi, che rappresentano punti geopatogeni e sono chiamati nodi Hartman.
Sono patogeni, poiché un'onda verticale s’innalza lungo i vertici di questi punti geografici, tanto aggressivi quanto persistenti. Le persone sensibili hanno iniziato a prendersi cura di essi, avvertendo alcuni cambiamenti, la cui causa è sconosciuta. Così, gradualmente, sono stati trovati i mezzi di protezione. Un tempo erano paglia, case di fango ed altri materiali naturali, con particolare attenzione alla scelta del luogo di costruzione. A causa dell'esposizione alle radiazioni, le conseguenze aumentano solo nel corso degli anni. Le correnti d'acqua ed i nodi energetici, nel luogo in cui si trovano, prima o poi, portano alla malattia, il corpo s’indebolisce, diventa suscettibile a varie malattie e può causare malattie cancerose. Tali luoghi possono essere determinati, mediante misurazioni radioestetiche.
Dal più antico tempo, forse già con l'avvento dell'uomo, sulla Terra, è nata l'invenzione degli accessori, che è servita a risolvere molti dei problemi di vita delle persone dell’epoca. Probabilmente, alcuni dei nostri bis-bisnonni hanno notato, per caso, che il suo bastone reciso, tra le mani, si muoveva, in talune occasioni. Attraverso l'esperienza del passato, comprese che questa era una cosa molto utile. L’aiutò a trovare l’acqua, i branchi d’animali da cacciare, ecc.
Così, fu creato il primo accessorio per la radioestesia, le bacchette per rabdomanti. Probabilmente, allo stesso modo, i nostri nonni o bisnonni scoprirono che con il pendolo si possono fare cose utili. Così è nato il pendolo. Gli accessori di base, per la radioestesia, rimangono, ancora oggi, le bacchette ed il pendolo.a) Le bacchette
Le bacchette a forma di bastone sono spesso citate, in scritti e raffigurazioni, del passato. Ricordiamo il bastone di Mosè. Nelle popolazioni primitive (Polinesia, Africa), le bacchette sono, ancora oggi, in uso. Queste erano ad una o due lunghi bastoni che ruotavano o si incrociavano nelle loro mani. L'uso del bastone, un pò piegato, si poteva incontrare fino alla fine del XVIII secolo. Tanto tempo fa è anche stato notato che due bastoni adiacenti, l'uno all’altro, possono essere ben utilizzati se sono uniti ad un'estremità. Così, sono nate le bacchette ramificate.
Se tenuti stretti, con le estremità libere, in una mano e nell'altra, in certe occasioni, o si muovevano bruscamente, verso l'alto o verso il basso od iniziavano a ruotare, facendo sapere a chi li teneva che lì c'era qualcosa, principalmente, di quello che stava cercando. All'inizio era l'acqua, dove era necessaria. I popoli primitivi, che di ciò non avevano bisogno, cercavano gli oggetti smarriti o coloro che avevano rubato qualcosa.Dato che ci sono molti rami ramificati di alberi in natura, si poteva notare che, quando vengono tagliati, questi rami ripuliti dagli altri ramoscelli e dalle foglie sono, in realtà, la medesima cosa di quando i due bastoncini erano legati ad un'estremità. E così, sono state create, alcuni secoli fa, le bacchette, che sono rimaste in uso fino ad oggi.
Ancora oggi, si possono incontrare persone che usano le bacchette di legno. È stato notato, da tempo, che le bacchette di legno possono avere proprietà migliori o peggiori. Ancora oggi, se si chiede ad un rabdomante di un villaggio che tipo di legno usa, per realizzare le bacchette, Vi diranno: un salice o un nocciolo e che devono essere "appena tagliati".
Pensandoci a ciò, in realtà, significa che devono essere umidi, meglio percorribili, per ricevere radiazioni. In un documento, scritto nel 1675, in relazione ai lavori esplorativi in Gambia, un rabdomante riporta: “Il 24 febbraio, ho cercato di usare le bacchette sulle montagne nude e rocciose, ma non ho trovato metalli, queste erano state tagliate in Inghilterra, prosciugate e portate attraverso il mare, ove hanno annullato la loro obbedienza. Forse erano di scarsa qualità”.Le bacchette di legno sono state utilizzate per molto tempo.
Negli ultimi secoli, le bacchette non hanno sempre mantenuto la loro forma o il tipo di materiale di cui, di solito, sono fatte. Invece del legno, sono stati usati i metalli, pertanto vi erano bacchette di metallo. Variando anche la loro forma classica, quindi si provano forbici, pinze e molte altre cose. Più recentemente, vengono utilizzate le bacchette di filo d’acciaio Ø 0,5 - 1,5 mm, piegate in un ciclo.
Tutto ciò è stato usato per realizzare bacchette; può servire, da esempio, dalla letteratura, dove afferma che le bacchette erano anche salsicce secche (Knackwurst) e persino i fili d’acciaio a spirale piegati ad arco.Di recente, nei negozi d’accessori, per la radiestesia, si possono trovare le bacchette realizzate e brevettate, da vari design. Di solito, queste sono forme che imitano la primordiale la forma di un ramo ispido, con alcuni supplementi. Vorrei menzionare un tipo speciale di bacchette, queste sono le cosiddette bacchette rettangolari, costituite da due fili metallici diritti Ø 3 - 5 mm, piegati ad un'estremità ad angolo retto per tenerli. Hanno un braccio più lungo e uno più corto.
Il braccio più lungo dovrebbe essere lungo 30 - 40 cm ed il braccio più corto lungo 12 cm, che si tengono con le mani. Queste bacchette rispondono, in modo diverso, rispetto a quanto precedentemente descritto. Sono tenute in avanti, in orizzontale, a 20 - 25 cm l'una dall'altra, con le punte in avanti e si cammina lentamente. Mentre ci si avvicina al flusso d’acqua sotterranea od all'oggetto di ricerca, i fili iniziano ad avvicinarsi l'un l’altro, per poi incrociarsi nel punto cercato. Le mani non devono essere posizionate l'una vicino all’altra, durante il lavoro, poiché, in tal caso, s’ottiene l'effetto opposto, un filo rispetto all'altro si muoverà verso l'esterno.
b) Il pendolo
Pendolo si chiama qualsiasi peso che pende su un singolo filo. Usato già al tempo dell’Impero Romano, ma, probabilmente, forse usato nell'antica Cina ed in India, da dove proviene. Poco menzionato nei vecchi scritti, come strumento di lavoro investigativo. In Europa, Prog Gerboin, un francese, fu il primo ad iniziare a studiarlo, lo presentò agli inizi del XIX secolo, all'Accademia delle Scienze Francese, ove fu negato qualsiasi valore.Solo alla fine del XIX ed all'inizio del XX secolo iniziò a ricevere più attenzione ed emergevano radioestesisti, che utilizzavano, esclusivamente, il pendolo per il lavoro investigativo.
Uno di questi fu il famoso radiestesista francese Abbe Mermet (1866-1937). Costui, avendo studiato il pendolo e lavorando con esso, stabilì le principali caratteristiche della radiazione radiestetica ed i loro campi d’azione.Nella letteratura ci sono due riferimenti, che riguardano il pendolo: il pendolo matematico e il pendolo siderico (sideros = ferro), che ci suggerisce la lavorazione del metallo. Non penso che importi, poiché il pendolo matematico può essere fatto di metallo. Il pendolo matematico è governato dalle leggi fisiche studiate, essoo dipende dalla gravità e dalla posizione geografica del luogo in cui si trova lo stesso, mentre il pendolo siderico, quello usato dai radioestesisti, si comporta, non rispettando le leggi fisiche. Si blocca, poi ricomincia, facendo cerchi, ellissi, poi di nuovo linee dritte, ciò che non fa il pendolo matematico.
Per chiarire, possiamo semplicemente dire: il pendolo matematico, nelle mani di una persona sensibile, si trasforma in un pendolo siderico. Chiunque inizi ad occuparsi di radiestesia, inizia, immediatamente, ad interessarsi d’accessori per la radiestesia, di che tipo di materiale dovrebbero essere fatti, quanto dovrebbero pesare e qual’è la forma migliore. I più certosini, vorrebbero sapere quale dovrebbe essere il tipo di filo, su cui pende il pendolo, e vorrebbero anche, essere specificato il colore di quel filo.Il materiale del quale può essere fatto il pendolo è: acciaio, ottone,rame. Sono, persino realizzati in argento ed oro. L'alto può essere fatto di legno, pietra (marmo,quarzo, giada), avorio, ambra, vetro e, persino, una bottiglia piena d'acqua. C'è anche il pendolo di metallo a cavo, chiamato pendolo di prova, in cui s’inserisce un campione di prova di ciò che stiamo cercando (acqua, monete di rame, argento, ecc.).
Esiste un pendolo così brevettato, è un pendolo speciale a cavo (il pendolo di Mermet), del Prof. dr. Heimme, nella cui cavità ha montato uno speciale dielettrico condensatore.La forma sferica del pendolo, con un picco nella parte inferiore, per la sua forma aerodinamica e resistenza al vento, è la più adatta. Ciò non significa, assolutamente, che altre forme non sono buone. Al giorno d'oggi, ci sono molti pendoli, nei negozi esoterici, di forme diverse e tipo di materiale. Il peso del pendolo varia da 10 a 100 grammi.
Ciascuno dovrebbe scegliersi il peso, che per lui è più adatto, che gli vada bene. I radioestesisti più sensibili, di solito, hanno bisogno di un pendolo di peso superiore, poiché quelli meno pesanti oscillano troppo. Abbiamo prima accennato, che il pendolo a volte "cambia" il suo peso nel lavoro sul campo. Il filo, su cui pende il pendolo, può essere un filo ritorto singolo o multiplo forte, catene metalliche, che a volte presentano un anello circolare, attaccato alla parte superiore, che pende da una delle sue dita. Le catene dovranno anche essere molto mobili, in modo da non interferire con i movimenti del pendolo, per non frenarlo.
Il più semplice è utilizzare un filo più spesso e rigido. La lunghezza, della catena o del filo, può essere presa a piacimento. Principalmente, non dovrebbe essere più lungo di 20 cm. Alcuni radioestesisti attribuiscono anche una certa importanza al colore dell'eccesso, poichè ogni colore ha la sua lunghezza d'onda. Sono stati svolti anche alcuni esperimenti sul comportamento dell'eccesso di colori, ma tali lavori appartengono alle "specialità" della radioestesia, che non tratteremo ora.
Se vogliamo aumentare i movimenti del pendolo, il pendolo dovrebbe essere riscaldato. Noteremo, che le onde delle ampiezze sono molto più grandi, che se stessimo lavorando con un pendolo freddo. Qualora i principianti, che, difficilmente, ottengono movimenti pronunciati del pendolo, possono scaldarlo.
Tutte le opere di radioestesia, di cui tratteremo in questi articoli, sono basate sulle radiazioni, cioè la radiazione, che in natura avviene ovunque. Tutti gli esseri viventi, gli esseri umani e animali, tutta la vegetazione, gli alberi e le piante, così come tutte le parti naturali della Terra, come pianeti, rocce, minerali, producono la loro radiazione. Sappiamo che i pensieri, i sentimenti ed i sensi nell'uomo e negli animali sono anche tipi di radiazioni. Le radiazioni giungono a noi, sia dalla terra che dall’atmosfera, in varie forme. Possiamo, quindi affermare che tutto in natura è radioso e che sembra solo inanimato, perché, ovunque, avvengono processi di movimento, perché all'interno di ogni atomo di qualsiasi stato solido, gassoso o liquido, avvengono i movimenti degli elettroni attorno al nucleo, avvengono i processi di polarizzazione, che chiaramente indicano che nulla è inanimato assoluto in natura.
L'assioma che tutto irradia è anche la base del lavoro radioestetico e dei test radioestetici. I test sono stati fatti già nei tempi antichi, e le teorie su questi eventi e le ragioni di questi eventi si sono trascinate fino ai giorni nostri. Abbiamo menzionato i lavori di Kirchner (1631), che studiò il perché le bacchette si muovono nelle mani di persone particolarmente sensibili. Osserviamo, anche, gli sforzi per irrompere nei misteri del movimento del pendolo e nello studio di Chevreul, presso l'Accademia delle Scienze francese. Poi, ci sono delle spiegazioni sui fenomeni di radioestesia del prof. del Dr. Heimme, con l’utilizzo di circuiti elettrici dovuti a vibrazioni (Nouvelle méthode de radiesthésie).
Abbè Mermet, anche, nel suo libro (Comment j'opère) prova a fornire delle spiegazioni di base sui fenomeni radioestetici, cercando di avvicinare tutto alla scienza. Più recentemente, quando la fisica nucleare si è rapidamente evoluta, vi sono stati tentativi per spiegare le radiazioni radiestetiche da parte di elettroni liberi. Come possiamo osservare, esistono un certo numero di teorie, nessuna delle quali è stata ancora completamente dimostrata, perché finora non ci sono dispositivi tali da confermare quale teoria sia quella giusta o almeno la più vicina. Nella seguente presentazione, faremo riferimento alla teoria di Abbe Mermet, non perché risolva tutti i problemi, ma perché è opportuno, sebbene non del tutto giusta e corretta, interpretare i fenomeni incontrati nella nostra radioestesia.
L'abate Mermet (1866-1937) si dedicò alla radioestesia per quarant'anni, lavorando sul suo funzionamento molto diverso, con incredibile successo, ma studiò anche perché ciò accade. Innanzitutto, scoprì che tutte le opere radioestetiche avevano una base nelle radiazioni e che, queste radiazioni provenivano dagli oggetti e dalle cose in esame. Scoprì che, attraverso la gamba destra e il corpo dello stessso, le radiazioni giunsero fino alle mani fino, le bacchette o il pendolo iniziarono a muoverssi. Ogni radiazione crea un campo d'azione attorno ad esso, proprio come un conduttore crea un campo elettrico attorno a se stesso.
Il campo d'azione radiestetico non è registrato dai nostri normali sensi. Questo campo radiestetico s’estende in tutte le direzioni intorno all'oggetto che lo crea e in esso si incontrano raggi, superfici e spirali. I seguenti elementi vengono creati attorno a tale oggetto, che esaminiamo:
1. Superfici e forze magnetiche;
2. Raggio di base;
3. Raggio mentale;
4. Raggi solari o fonti di luce artificiale;
5. Raggi materiali (a seconda della composizione del materiale);
6. Palo verticale;
7. Riflessioni radioestetiche;
8. Numeri e giri;
9. Spirali;
10. Le figure eseguite dal pendolo;
11. Variazioni di peso del pendolo;
12. Fading o Dissolvenza.
1) Superfici magnetiche e limo si presentano come linee parallele ad un corso d'acqua, da un lato e dall'altro lato del flusso, per sette, per un totale di 15 linee. Queste linee parallele sono in realtà sezioni di corpi cilindrici disposti attorno ad un corso d'acqua. Se l'acqua emerge verticalmente dal profondo, ci sono 7 cerchi concentrici attorno ad esso. La quarta e la settima linea sono importanti quando si cercano flussi d’acque sotterranee.
2) Raggio fondamentale (di base). Ogni corpo nella posizione di riposo emette in una direzione definita con precisione rispetto alla direzione nord, al raggio sempre allo stesso angolo e che mostra un'inclinazione costante verso il piano orizzontale. Questo raggio è chiamato raggio fondamentale. Esso è corto. La sua lunghezza dipende dal peso del corpo e dal tipo di materiale.
3) Il raggio mentale è il raggio che collega un oggetto e qualsiasi persona. Entra direttamente nel cervello dell'osservatore ed è sempre presente, tranne quando si verifica la dissolvenza. Questo è il raggio, più importante, in aggiunta al raggio fondamentale, poiché è molto usato nelle opere radiestetiche. Non è il raggio emesso dal nostro cervello, che rimbalza dall'oggetto in questione e ritorna nel cervello, è il raggio che ha solo un percorso per il nostro cervello. Significa che l’uomo, come individuo, non è una stazione di trasmissione, ma solo una stazione di ricezione. Il nostro occhio è davvero solo una macchina fotografica, che riceve solo, ma non trasmette nulla. Questa è l'opinione di Abbé Mermet. Intorno a questa domanda, se il raggio mentale è quello che stiamo solo ricevendo, non quello che abbiamo inviato, e poi è ritornato da noi, c'è stata una lunga discussione. Questa domanda rimane aperta fino ad oggi.
4) Il raggio di luce è il raggio, che proviene da una fonte di luce. Può essere il sole. Abbé Bouly, un famoso radioestetista francese, pensava che questo raggio provenisse solo dal sole, ma Abbé Mermet scoprì che poteva provenire da qualsiasi altra fonte di luce. Potrebbe essere una luce elettrica, una lampada o una candela. Il raggio di luce collega, costantemente, la sorgente luminosa con tutti gli oggetti. È molto importante per la radioestesia, che è stata scoperta, che con ogni raggio di luce che percorre il suo percorso, si associa anche un raggio radiestetico. Quando i raggi luminosi arrivano su una superficie magnetica, che ogni corpo ha, rimbalza e si allontana dal corpo.
5) Raggio generico. Ogni corpo invia raggi a tutti i corpi costituiti dallo stesso materiale. Questo raggio è anche chiamato "raggio di prova”, perché su questo principio si basa la cosiddetta "prova della sostanza". Quindi, per esempio, se perdessimo da qualche parte un oggetto d’alluminio o un altro metallo, dovremmo posizionare più oggetti dello stesso materiale di quello smarrito, come test. Loro stabiliscono un raggio alla volta con un oggetto perso. L'alto ci mostrerà quando incontreremo quel raggio e la sua direzione. Alla ricerca di questi raggi e delle loro direzioni, troveremo l'oggetto desiderato nelle sezioni trasversali dei raggi materiali trovati. Non c'è flusso d'aria tra oggetti realizzati con materiali diversi.
6) Palo verticale. Se ,le condizioni nell'atmosfera sono stabili, si verificano radiazioni verticali sopra e sotto ogni oggetto. Se, le condizioni atmosferiche si deteriorano, il palo verticale si perde perchè viene convertito in riflessi magnetici che ingannano.
7) Riflessi radiestetici. Durante un temporale o la forte luce solare si creano delle false immagini, che danzano attorno al soggetto. Di notte succede meno spesso. Tuttavia, un buon radiestesista da queste false riflessioni, se riconosciute, può ottenere tutte le informazioni necessarie, ad es. sull'acqua, se la cerca, vale a dire, la sua profondità, quantità e dimensione del flusso, perché forniscono informazioni a riguardo, qualcosa come guardare un personaggio in uno specchio.
8) Numeri di oscillazioni e direzione del giro. Quando si lavora con un pendolo sopra un oggetto, si crea un numero d’oscillazioni sopra lo stesso, poi un cerchio, di nuovo oscillazioni, ecc. Se è ad es. rame, ci saranno sette oscillazioni, sette cerchi, ancora sette oscillazioni, ecc. Per l'acqua altrettanto. Quindi il numero 7 è il numero identificativo sia per il rame che per l'acqua. Allora, come li distingueremo? Semplice: dal raggio fondamentale (di base). Per il rame, ha un angolo di 45 ° a sud-ovest, mentre per l’acqua ha un angolo di 30° a nord-ovest. Quando si contano le oscillazioni e i cerchi, c'è sempre all'intersezione delle oscillazioni ai cerchi, un'ellisse, cioè un mezzo tra la direzione ed il cerchio; Pertanto, ogni sostanza ha il proprio numero / codice / direzione di movimento, che è specifica per ciascun materiale. Devo menzionare qui che molti radioestesisti, tra cui me stesso, non ottengono gli stessi angoli o numeri d’oscillazioni e rotazioni. Non è importante. Chiunque desideri stabilire i propri numeri può dedicarsi ad esso e, determinare tali numeri ed i loro angoli dei raggi fondamentali. È importante che li usi correttamente.
9) Spirali. Durante il lavora con il pendolo, sopra il raggio fondamentale (di base), il pendolo esegue una sorta di movimento a spirale, qualcosa di simile alle scale tortuose.
10) Le figure eseguite dal pendolo. Se investigiamo sul campo e ci imbattiamo in una cassa sepolta, o qualcos'altro, il pendolo sulla superficie del terreno ci darà la forma dell’ oggetto, che è nel terreno.
11) Cambiamento del peso del pendolo. Durante il lavoro con il pendolo, spesso sentiamo che il pendolo nella mano sembra cambiare di peso. A volte diventa più pesante, ad es. quando si esplora il petrolio, e talvolta è più facile o ci si sente come se avesse, completamente, perso peso e che nella nostra mano è come se stessimo solo tenendo un filo su cui non pende nulla. Ciò è, particolarmente, evidente quando si va a diagnosticare. Quando il pendolo si ferma, ad es. su una certa parte della colonna vertebrale, e non ne senti il peso, è un segno di una grave malattia in quel punto. Pertanto, ci sono manifestazioni di una certa forza, che aumenta o diminuisce il peso del pendolo.
12) Fading o Dissolvenza. Ci siamo già tutti convinti, che quando ascoltiamo le trasmissioni, alcune stazioni radio distanti e talvolta vicine, sentiamo dagli altoparlanti la voce o la musica ricevuta, che si sta intensificando e poi si sta affievolando, pertanto, abbiamo l'impressione che ora sia vicino, e poi se ne va, e lo sentiamo più debole, poi si avvicina e si rafforza di nuovo, e così via. Questo lo sentiremo anche in radiestesia, quando lavoriamo con il pendolo. Con l'avvento di tempeste, tempeste gravi ed altre cause sconosciute, il pendolo inizia a comportarsi in modo strano. Per un pò, gira, circola e poi si calma, e non siamo in grado d’avviarlo affatto. Dopo un breve periodo di tempo, funziona di nuovo, per poi diventare immobile molto rapidamente. Periodi di questo tipo vengono, spesso, modificati e non hanno una durata corretta. Il periodo di funzionamento del pendolo può variare da 1 a 2 minuti e l'arresto per alcuni secondi e viceversa. Ho notato che i fenomeni di fading (dissolvenza) si verificano, esattamente, nel momento in cui si verificano i terremoti. Quando mi trovo davanti a un fading, di solito, dico: “Qualcosa sta tremando di nuovo”, e, quasi sempre, il giorno dopo c'è un rapporto sul giornale su un terremoto. La stessa cosa è successa con i terremoti in Italia, ecc. Il fading è, probabilmente, dovuto ai cambiamenti del campo magnetico terrestre. In caso di fading, qualsiasi lavoro esplorativo su corsi d'acqua sotterranei, depositi di minerali, lavori di screening sanitario, ecc., dovrebbe essere escluso, in quanto ci porta a conclusioni errate. L'inizio del fading, di solito, non dura a lungo: da una a due ore. Se è più lungo, ad es. alcune ore o un'intera giornata è il segno di un grande disastro, accaduto in quel momento in una qualsiasi parte del mondo. Abbé Mermet indica nel suo libro tre modi per migliorare la dissolvenza o fading.
Li elencherò:
1. Il filo, su cui pende il pendolo, dovrebbe scorrere tra le dita fino a quando il pendolo inizia a circolare. Questa lunghezza del filo deve variare costantemente, perchè varia la forza di dissolvenza.
2. Bisogna utilizzare il pendolo molto più pesante e dovrebbe essere preso e sollevato in aria. Il fading (dissolvenza) s’interrompe ad una certa altezza, indipendentemente, da questi tre modi, la mia raccomandazione è di non fare nulla di significativo durante il fading. Il pendolo in tasca, il fading si riflette anche sul lavoro delle bacchette. Il principio è lo stesso.
La radiestesia sembra essere antica quanto l'umanità stessa. Tra i disegni rinvenuti nelle grotte, dove abitavano le persone preistoriche, ce ne sono alcuni che hanno l’originale forma delle bacchette per la rabdomanzia. E’ chiaro che il bisogno d’acqua, oltre al cibo, era una delle principali preoccupazioni delle genti preistoriche. È probabile, che quelle persone, con la capacità di rilevare dell'acqua, come un sesto senso, erano streghe o capi tribali, con il compito d’individuare i migliori luoghi in cui vivere e che oltre all'alloggio erano necessari acqua e cibo.
Oltre all'acqua, dovevano trovare i luoghi dove si trattenevano gli animali selvaggi per la caccia. Ancora oggi, ci sono popoli primitivi, in Africa e Polinesia, di solito tribali, che usano le bacchette per rinvenire oggetti nascosti o rubati. Le bacchette erano utilizzate in Cina, già da 2000 anni a.C., secondo quanto riferito, queste erano due lunghi bastoni, tenuti da due uomini. C'è un bassorilievo, del 147 a.C., che descrive l'imperatore Yu, della dinastia Hia, noto per aver scoperto depositi di minerali, fonti ed oggetti nascosti ….
Nelle tombe, dei faraoni egizi, ci sono oggetti simili alle bacchette presenti nei disegni sulle pareti. Sfortunatamente, non ci sono spiegazioni per ciò che servivano. A Mosè viene attribuito il merito d’aver colpito con un bastone una roccia e di far aver fatto scorrere l'acqua dalla roccia. Probabilmente, aveva familiarità con le proprietà delle bacchette. Si parla molto delle bacchette nella storia antica, ma non ci sono prove che si trattava delle bacchette utilizzate per la rabdomanzia. Plinio parla dell’acqua, ma non menziona le bacchette.
I romani lo chiamavano lituus. Le legioni romane, quando invasero la Gallia (l'attuale Francia) e la Germania, avevano delle bacchette, che utilizzarono per la ricerca dell’acqua potabile, da fornire all'esercito. I sacerdoti romani usavano il pendolo. Dopo il complotto rivelato, contro l'imperatore Flavio Valente (IV secolo), lo stesso era interessato a sapere da che parte venisse il pericolo. Tale compito fu assegnato ai sacerdoti, che con il pendolo sopra le lettere alfabetiche trovarono tre lettere: TEO …, l'imperatore giustiziava tutte le persone nelle sue vicinanze, il cui nome iniziava con le lettere TEO.
Ciò non lo aiutò, poiché fu ucciso da Teodosio. Nel Medioevo, spesso, veniva menzionato l'uso delle bacchette. Negli scritti tedeschi del 3° e 4° secolo, si menzionano Il Wünschelrute ed il Wünschelrisz, che sono il nome delle bacchette. Nel 1430, nel registro, si menziona il lavoro svolto con le bacchette per l'esplorazione alla ricerca di minerali. Il primo lavoro, con le bacchette, citato, fu svolto dal sacerdote P. Bernhardus, che riuscì a trovare il tesoro rubato nell’anno1532. Poco dopo, vengono citati Caspar Brusch e Michael Barth, che erano noti, in Germania, per le loro abilità.
La prima foto conosciuta di un rabdomante, con le bacchette, che esplora il campo è opera di Sebastian Münster: Cosmographia universalis, datata 1550. Nel 1556, fu pubblicato il libro, dal titolo “G. Agrical”, di George Bauer, medico tedesco, che si occupava anche di minerali e discussione sui minerali: De Re metatica, con la foto di un rabdomante, che taglia le bacchette dall'albero, come esplora il campo con le bacchette e di come gli hanno indicato dove si trova il minerale. Già nel 1521, un libro descriveva il modo in cui venivano create le bacchette:
“È necessario trovare un ramo dell’albero di nocciole, idoneamente ramificato e, quando il sole nasce ad est, tagliarlo in modo da realizzare una Y, dicendo: Ti sto sollevando per conto di Mitraton, Elohim, Semphoras e Adnay, per farmi trovare tutto ciò di cui ho bisogno, come facevano i bastoni di Mosè e di Jacob. Poi, si dovrà andare da un fabbro e farsi fare gli stessi rami in metallo, affilandoli, affinchè possano essere usati per sacrificare la vittima (di solito un pollo). Dopo aver sacrificato la vittima, mettere da parte le bacchette di ferro e scaldare la pietra magnetica, per magnetizzare le estremità delle bacchette metalliche”.
Bisogna riconoscere che oggi c’è un processo di fabbricazione delle bacchette molto più facile e semplice. All’epoca, l'inquisizione era in pieno svolgimento. Tutto ciò non era chiaro per tutti, specialmente per la chiesa, era etichettato come un legame con i demoni ed il diavolo.Si attuava la persecuzione e l’ostruzione di tutte le persone delle quali si sospettava, accusandole di essere in contatto con il diavolo, venivano proclamati maghi e streghe. Nel fare ciò, ha, anche, sofferto un gran numero di rabdomanti, che furono rinchiusi e condannati.
Tale persecuzione durò fino alla fine del XVII secolo, quando il clero iniziò a studiare il lavoro con il pendolo e le bacchette.Nel 1600, appare in Germania Jean du Chatelet, barone di Beausoleil e Auffenbach, famoso quale esploratore di risorse minerarie. Era di origine francese. Visitò molte miniere nei paesi europei, poi giunse in Francia, dove incontrò la sua futura moglie Martine de. Bertereau, che dopo il matrimonio (avvenuto nel 1610 circa) divenne Baronessa di Beausoleil. Insieme alla moglie, iniziò ad esplorare le ricchezze minerarie della Francia e le sorgenti d'acqua, con sette specie di bacchette per rabdomanzia, con bussole e astrolabi.
Questa è la prima nota scritta riportata sulla ricerca dell’acqua, mediante l’uso delle bacchette. Attraverso il parlamento di Bordeaux, Tolosa e Provenza, nel 1627, registrarono il loro lavoro e ciò fu considerato il primo riconoscimento ufficiale della radiestesia. Sono stati rilevati più di cinquecento depositi di minerali (cristallo, ferro, galenite, carbone, zinco, antimonio, zolfo, turchese, rubini, opale e marmo, ecc.) e molte fonti d’acqua. Il capo della città di Rennes, sospettando d’aver a che fare con gli incantesimi, gli perquisì l’appartamento, confisco tutti gli strumenti e li fece arrestare. Anche se la Baronessa di Beausoleil fece appello al cardinale Richelie per essere rilasciati, facendo presente tutto ciò che avevano fatto per la Francia, ma lo stesso non si interessò ed entrambi i coniugi finirono i loro giorni in prigione. Nel 1631, il professore universitario Pater Kirchner dimostrò che le bacchette si muovono, solo nelle mani dei rabdomanti sensibili, e non perché influenzati dall’esemplare riportato.
Bilanciò le bacchette sull’appoggio e vi avvicinò vari campioni di minerali, ma queste rimasero, completamente, immobili. In tal modo, dimostrò che non c'era nessun effetto tra questi e le bacchette. Spiegò il movimento delle bacchette, dovuto a movimenti muscolari inconsci del rabdomante. Fu il primo noto scienziato che cercò di spiegare, scientificamente, il lavoro effettuato con le bacchette. Jean Francois, nel1655, tentò di creare uno strumento per ricercare l'acqua. Probabilmente, non ce l'ha fece perché, più tardi, tornò nuovamente alle bacchette. Lavorare con le bacchette, da questo momento in poi, si denomina rabdomanzia, termine diffuso dai rabdomanti.* Rabdomanteia: la parola greca.rhabdos – la bacchetta, il bastone, manteia - la magia, la divinazione.
La rabdomanzia fu riconosciuta nel 1658, dalla discussione onoraria, in ambito accademico a Wittenberg. Si discusse se la rabdomanzia si doveva o meno includere nei poteri occulti. Si concluse che non era necessario, tranne in caso di frode, ma, quando i risultati sul terreno sono incredibili, forse riguarda il collegamento con il diavolo. Nonostante la persecuzione ed il risentimento dei sacerdoti, apparvero un numero crescente di rabdomanti, che con i loro risultati stupirono e confusero il pubblico di allora, così che il clero iniziò, chiaramente, sotto giuramento, a mantenere il segreto, studiando tali fenomeni.A ciò contribuì, in particolare, l’apparizione del rabdomante francese Jacques Aymara.
Delle imprese, di successo dello stesso, la stampa di quel tempo, scrisse ampiamente, facendo con il medesimo, degli esperimenti scientifici, conservati nei documenti, fino ad oggi. Nacque nel 1662, a Saint Marcelin, vicino a Lione. Non si sa come divenne un rabdomante. A 26 anni, scopriva i responsabili di furti. Più tardi, ricercando un flusso d’acqua sotterraneo, scavando in quel determinato punto rinvenne il corpo sepolto di una donna. Immediatamente, con l’aiuto delle bacchette cercò il responsabile dell’omicidio.
Le bacchette lo portarono a casa del marito, che confessò il crimine. Quando furono uccisi un mercante d’alto rango e sua moglie (1692) ed era impossibile trovare i responsabili, il magistrato chiamò Aymar per chiedere aiuto. Dal posto della scena del crimine Aymar s’avviò con le bacchette in mano, attraversò il ponte di Rhone e, giunse a casa di un giardiniere, entrò in casa e scoprì che lì, in due, si erano seduti, avevano bevuto e poi se ne erano andati. Dopo aver seguito le tracce, per alcuni giorni, fu condotto direttamente in prigione, dove l'assassino era stato imprigionato per alcuni furti.
Poco dopo, confessò le sue malefatte e affermò di avere un complice. Fu condannato a morte e lacerato alla ruota. Il prete, Abbe de Vallemont, condusse sperimenti con Aymar, per un mese nel 1698 e, affermò che di essere sicuro che le bacchette ruotano, quando si trovano tra le sue mani,. mentre segue gli assassini e ladri. Spinto dai successi di Aymar, pubblicò un libro: La fisica degli occulti o la discussione sulle bacchette di rabdomanzia divine (1693), che in parte rappresentava la difesa del lavoro con le bacchette.
L'Inquisizione proibì questo libro (1701), che fu, comunque, stampato nel 1702, e successivamente ristampato. Nel 1722, all'inizio del XVIII secolo, sembra essere il momento in cui il clero inizia ad accettare la rabdomanzia, quale evento normale. Dopo Aymar, un nuovo famoso rabdomante, di nome Barthélemy Bleton appare in Francia. Nacque tra il 1740 e il 1750. A causa della cattiva reputazione finanziaria, i suoi genitori lo fecero lavorare come servitore.
Aveva sette anni e, mentre sorvegliava il bestiame, si sedette su una pietra, si sentì male e cominciò a tremare. Quando si allontanò dalla pietra il malore si fermò e non appena si sedette di nuovo sulla pietra, gli procurò la stessa cosa. Quest’evento fu notato da un prete, che ordinò di scavare, in quel posto, ove furono trovate delle terme. La bacchetta, che usò Bleton, era un bastone teso, che teneva con il dito indice. Il bastone era leggermente piegato. Si rigirava con movimenti, involontari, delle sue mani. Anche se voleva farlo, non poteva farlo da solo, dato il modo in cui teneva il bastone. La velocità delle vibrazioni era da 30 a 80 al minuto. Molto è scritto e conservato sul lavoro del rabdomante Bleton.
La capacità di lavorare, con le sue braccia, mentre era malato, fu ridotta. Scrisse molto, su Bleton e sui suoi esperimenti con lui, il Dr. Pierre Thouvenel, in Memorie fisiche e mediche (1781) e in Altre memorie (1784), in cui cercò di risolvere il fenomeno delle bacchette, con la sua teoria sull'elettricità. Molto spesso, sperimentava con Bleton, gli bendava gli occhi, lo portava intorno al campo a destra ed a sinistra, ma, mai successe che Bleton affermasse di essere in un terreno con sotto l’acqua, se non c'era veramente.
Bleton indicava sulla superficie del terreno, dove i flussi sotterranei si diramavano, si espandevano o stavano scemando. Il dr. Pierre Thouvenel citò: in sei anni di sperimentazione, Bleton non ha mai commesso un errore. Bleton lavorò per molte persone di rango di quel tempo: “Questi erano Conti, Marchesi, Sindaci ed alcune società”. Condusse ricerche sull'acqua anche fuori della Francia. Nel maggio 1782, Bleton fu interrogato da sei studiosi, bendato, trovò un tubo sepolto, attraverso il quale scorreva l'acqua. Fu un successo completo di Bleton, così trovò diverse fonti d’acqua, in luoghi dove la regina di Francia lo voleva …
Anche oggi, il lavoro di Bleton è oggetto di studio di alcuni studiosi. Nel 1790, nacque Abbé Paramella, un prete impegnato nella ricerca delle acque sotterranee. Non lo fece con le bacchette, ma studiando la configurazione del terreno e degli strati successivi. Giunse alla conclusione, che l'acqua sotterranea si comporta in modo simile al comportamento in superficie. La pioggia cade a terra, setacciando sulla superficie sfilacciata verso la superficie impermeabile, poi scende fino ad esso, creando flussi sotterranei, corsi d'acqua, laghi e talvolta interi fiumi, che emergono dalla superficie da qualche parte.
In 25 anni, localizzò circa diecimila fonti, delle quali la stragrande maggioranza sono, ancora oggi, in uso. Paramelle pubblicò il suo lavoro di scoperta fonti ed il libro ebbe quattro edizioni. Durante questa breve storia di radiestesia, si è parlato, principalmente, di lavoro con le bacchette, perché di queste erano molte informazioni. È certo che, durante tutto questo tempo, il pendolo era stato utilizzato più o meno. È menzionato nelle opere di Schot (1662) e Beyer (1749), ma non sembra che fosse servito per cercare l’acqua.
Risalgono al 1798 le sole note che il prof. Antoine Gerboin, dopo esser stato in possesso di un pendolo, con cui aveva condotto un esperimento, scoprendo che il pendolo risponde, spesso in modo strano, a chi lo usa. Il famoso chimico Chevreul, membro dell'Accademia francese delle scienze, continuò gli esperimenti di Gerboin, con il pendolo, nel periodo dal 1812 al 1833, i cui risultati furono pubblicati in un libro, solo nel 1854: le divine bacchette, il pendolo chiamato esploratore e le piastre che girano.
Poichè era assolutamente radiesteticamente insensibile, affermò che nessuno dei due, ne le bacchette, ne il pendolo, sono uno strumento di lavoro esplorativo, sia sull'acqua che per qualsiasi altra cosa. Questa conclusione ostacolò il lavoro di studio sul pendolo, per quasi mezzo secolo.L'esplorazione delle fonti d’acqua ebbe luogo solo all'inizio del XX secolo. I rabdomanti e coloro che lavorano con il pendolo iniziarono ad unirsi, attraverso congressi regionali, nazionali ed internazionali. Si fecero, in continuazione, lavori esplorativi, sia in Europa che nelle colonie tedesche ed inglesi.
Il primo congresso degli esploratori si tenne ad Hannover nel 1911, il secondo congresso in Guilford, Inghilterra. Nel 1913, in Germania si fece il congresso “Unione Internazionale degli esploratori”. Lo stesso anno, a Parigi, si fece il “Congresso Internazionale della psicologia sperimentale”.Durante la prima guerra mondiale (1914-1918) furono usate le bacchette per trovare l’acqua da bere per i militari, grotte sotterranee per i rifugi e le granate sepolte. Abbe Kermet fece alcune affascinanti scoperte, nel 1919, in luoghi a distanza. Nel dicembre del 1929 fu adottata la parola radiestesia, che copriva tutte le specie di opere, eseguite usando le bacchette ed il pendolo; e poco dopo, Emile Christophe dà il nome alla radiestesia a distanza: teleradiestesia.
Congressi si tennero a Barcellona (1927), Bad Rathenfeld (1930), Verona (1932), Losanna (1934), Liegi (1939); e poi, arrivò la seconda guerra mondiale, e da allora solo nel 1954, si tenne il Congresso Internazionale a Parigi, successivamente, nel 1956 a Locarno e così via. Recentemente, la radiestesia è in forte espansione. Molte riviste e libri vengono pubblicati, che affrontano tale tema. I radioestesisti del 20° secolo scoprono nuove conoscenze in radioestesia, ampliano le stesse, studiano la radiestesia, cercando d’avvicinarla, il più possibile, alla scienza. Vorrei citare Abbe Alexis Bouly (1865-1953), indicato come il padre della radiestesia, Abbe Alexis Hermet (1966- 1937), denominato “Il Principe dell’esplorazioni di fonti d’acqua” , il francese Henry de France (1872-1947), poi Bülow, von Uslar dalla Germania, Beichl, dall’Austria il Dr Benedict, Adams Gatacher e Hullins, dalla Gran Bretagna ed altri. Negli ultimi tempi c'è stata una grande quantità di grandi “Radioestesti”, ed i loro libri si possono trovare nelle librerie.
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